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Loos, Adolf

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Architetto (Brno 1870 - Kalksburg, Vienna, 1933). Fu assertore, nella Vienna dell'eclettismo e soprattutto della Secessione, di un rinnovamento dell'architettura che comprendeva la rinuncia a ogni formalismo superfluo. La sua architettura fu priva di ogni sovrastruttura ornamentale: la forma doveva rispondere nel modo più diretto possibile ai bisogni e alle aspettative dell'uomo. In tal senso la figura di L. fu determinante per la configurazione di una nuova coscienza dell'architettura moderna. Tra le sue opere: a Vienna la casa Steiner (1910); a Parigi la casa per T. Tzara (1926-27).

Vita

Figlio di uno scalpellino e scultore, studiò presso la scuola professionale di Liberec in Boemia e al Politecnico di Dresda, completando la sua formazione con un lungo soggiorno negli Stati Uniti dal 1893 al 1896. Tornato in Europa si stabilì a Vienna e iniziò la sua attività di architetto, affiancata da una vivace elaborazione teorica, in stretto rapporto con i maggiori esponenti della cultura viennese dell'epoca: P. Altenberg, K. Kraus, O. Kokoschka, A. Schönberg, G. Trakl, ecc. Dopo la guerra, per l'amministrazione socialdemocratica di Vienna dal 1920 fu architetto capo dell'ufficio degli alloggi; nel 1922 si dimise trasferendosi in Francia.

Opere

Nei suoi scritti, in polemica con l'eclettismo e con la Secessione viennese, illustrò la sua avversione per ogni tipo di ornamento e le ragioni della sua architettura tesa a realizzare nitidi valori di volume e di superfici. Le prime opere con cui si è affermato sono arredi di interni a Vienna: il negozio Goldmann e Salatsch (1898), il Café Museum (1899), l'American Bar, poi Kärntner Bar (1907) e il negozio Kniže (1909-13). Dopo la villa Karma a Montreux (1904-05) realizzò a Vienna le sue opere più significative: la casa sulla Michaelerplatz (1909-11) e la casa Steiner. Del 1922 è il suo progetto di colonna colossale proposta in occasione del concorso per il Chicago tribune tower. A Parigi dopo aver realizzato la già citata casa per Tristan Tzara, progettò la casa per Josephine Baker (1928). La casa Müller, costruita a Praga nel 1930, si collega a molti altri lavori in Cecoslovacchia che contraddistinguono la sua tarda attività. Gli scritti di L., pubblicati in due volumi nel 1932 (Ins Leere Gesprochen e Trotzdem), comprendono i saggi apparsi dal 1897 al 1900 e dal 1900 al 1930 (trad. it. nel vol. unico Parole nel vuoto, 1972).

Vedi anche
Vienna (ted. Wien) Città dell’Austria (1.900.547 ab. nel 2018), capitale dello Stato e del territorio autonomo omonimo. Sorge all’estremità settentrionale del Wiener Becken, nel punto in cui questo maggiormente si incunea tra la Selva Viennese (Wiener Wald) e il Danubio; è posta a 171 m s.l.m. su un terreno ... razionalismo Atteggiamento o movimento che riconosce come fondamento della conoscenza, del giudizio e dell’operare pratico la ragione e la razionalità. Architettura Corrente di pensiero e di ricerca che si delineò a partire dalla Germania degli anni 1920 e divenne poi un aggregante filone di ricerca per tutto il ... Giuseppe De Finétti Architetto italiano no (Milano 1892 - ivi 1952); allievo di A. Loos a Vienna, operò in varî campi dell'architettura civile con novità di soluzioni planimetriche (Milano: casa della Meridiana in via Marchiondi, 1925; casa d'appartamenti in via S. Calimero, 1930). Autore di studî su impianti sportivi e ... Richard Joseph Neutra Architetto austriaco naturalizzato statunitense (Vienna 1892 - Wuppertal 1970). Considerato uno dei più importanti architetti del XX secolo, per N., seguace di F. L. Wright, ogni costruzione deve essere inserita nell'ambiente circostante fino a fondersi con esso, secondo una concezione da lui realizzata ...
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