ADMISSIO
. Si chiamava così, in Roma, l'udienza accordata dal principe, pubblica o privata. Questa era detta admissio interiori ed anche secretum. Speciali cerimonieri distribuivano le persone ammesse alle udienze imperiali collettive a seconda della loro dignità e del grado (admissiones primae, secundae, tertiae; cfr. Sen., Benef., VI, 33; Plin., Pan., 47). Tale cerimoniale risaliva fino ai primi secoli della repubblica ed era adottato dai patrizî romani nei riguardi dei loro clienti che chiedevano di essere introdotti presso i patroni sia per la semplice salutatio di rito, sia per avere un colloquio privato, nel quale esporre i proprî desiderî, o per ottenere un favore. Le nobili famiglie romane avevano fra i loro servi di maggiore fiducia uno che fungeva da introduttore e che regolava con speciali norme l'admissio dei visitatori.
Questa usanza passò dalle case private agli uffici dei consoli, dei magistrati e di quanti rivestivano pubbliche cariche. Secondo la testimonianza di Seneca (Benef., 34) furono C. Gracco e Livio Druso fra i primi a stabilire i tre gradi di udienze, quelle private, quelle riservate a pochi e le collettive. Secondo l'ordine con i quali venivano ammessi distinguevansi i frequentatori delle case e degli uffici di questo o di quel personaggio in amici primae, secundae, tertiae admissionis. Sappiamo da Svetonio (Tib., 46) che anche Tiberio era solito suddividere i suoi amici nelle suddette tre classi.
Costituitasi la casa imperiale si istituì a poco a poco uno speciale officium admissionum (Svet., Vesp., 14) formato da un capo detto magister admissionum (Hist. Aug., Aurelian., 12), e da cerimonieri o Cubicularii detti ab admissione od anche admissionales (Svet., Vesp., 14). Il corpo di questi aiutanti di camera o ciambellani imperiali era formato in genere da liberti imperiali e più raramente da servi dell'imperatore fra i più anziani (cfr. Corp. Inscr. Lat., VI, nn. 4026, 8698, 8699, 8702). Nella corte imperiale del IV e del del V secolo in sotto ordine al magister admissionum (Ammiano Marcell., XV, 5) vi erano i proximi ab adntissione (Ammiano Marcell., XXII, 7; Corp. Inscr. Lat., III, 6107; VI, 8700) e gli adiutores admissionum (Cassiod., Var., 6). Colui che annunciava i visitatori dicevasi nomenclator ab admissione.
Bibl.: Friedländer, Darstellung aus der Sittengeschichte Roms, I, pp. 133 segg., 263 segg.; Daremberg e Saglio, Dictionnaire des antiquités grecques set rom., s. v.