adenovirus
Gruppo di virus a DNA icosaedrici, privi di involucro, con un diametro compreso tra 90 e 100 nm. Ciascuna particella virale è costituita da un aggregato regolare di 252 subunità proteiche (capsomeri), disposte intorno a un nucleo centrale di acido desossiribonucleico. Da ciascuno dei 12 vertici del capside si irradia una fibra proteica per mezzo della quale le particelle virali si attaccano alle cellule suscettibili e alla quale è stata riconosciuta un’attività tossinosimile. Il genoma è costituito da DNA a doppio filamento la cui sequenza è interamente nota. Gli a. che causano infezioni nell’uomo sono immunologicamente distinti in 49 sierotipi. A seconda delle loro proprietà fisiche, chimiche, biologiche e immunologiche sono stati inoltre riuniti in sei sottogruppi diversi, da A a F. I sottogruppi A, B e C sono in grado di trasformare, in vitro, le cellule di ratto o di criceto, cioè di determinare dei cambiamenti morfologici simili a quelli che si verificano durante la carcinogenesi in vivo. Il processo di trasformazione è legato alla presenza di due prodotti genici virali che interagiscono con i prodotti degli oncosoppressori cellulari. Gli a. sono generalmente citocidi e si replicano nel nucleo: la soppressione della sintesi proteica cellulare con conseguente morte delle cellule infettate è uno degli eventi patogenetici più importanti nelle infezioni da essi causate. Sono virus stabili agli agenti fisici e chimici e alle condizioni estreme di pH, e sono quindi in grado di sopravvivere per lunghi periodi al di fuori dell’ospite.
Nell’uomo gli a. sono per lo più responsabili di lievi malattie dell’apparato respiratorio ma, a seconda del sierotipo infettante, possono anche essere la causa di gastroenteriti, congiuntiviti, cistiti e malattie sistemiche. Nei paesi in via di sviluppo, in ambienti caratterizzati da cattive condizioni igienico-sanitarie e nutrizionali e in soggetti con deficit del sistema immunitario, possono manifestarsi quadri patologici più gravi. Le infezioni da a. possono essere diagnosticate sia mediante isolamento del virus, sia mediante indagini sierologiche che mirano al rilevamento di anticorpi diretti verso gli antigeni specifici di gruppo. Mediante l’uso delle biotecnologie sono stati messi a punto vaccini, per le categorie a rischio di infezione, costituiti da proteine ricombinanti del capside capaci di indurre alti livelli di anticorpi neutralizzanti.