CUMANO (Cumino), Adenolfo
Non abbiamo alcuna notizia relativa alla data e al luogo della sua nascita, ma da tutte le fonti documentarie è sempre indicato come napoletano. Il suo nome compare per la prima volta, a quanto ci è noto, in un documento della Cancelleria angioina datato da Napoli l'11 maggio 1321. Già in quell'anno il C. aveva il titolo di professore di diritto civile nello Studio della capitale del Regno. Titolo che mantenne fino al 1347 circa, senza che ciò indichi necessariamente una continuità di effettivo insegnamento universitario per tutto il lungo periodo, durante il quale numerosi altri giuristi compaiono presso lo Studio di Napoli come docenti della stessa disciplina.
Nel maggio del 1321 il C. fu incaricato, insieme con il giudice Ruggero de Arclano, di recarsi in Abruzzo per riscuotervi per conto del sovrano un sussidio imposto da re Roberto. Lo svolgimento di tali funzioni era ristretto ai territori posti al di qua del fiume Pescara. Per l'adempimento di tale incarico ricevette in pagamento cinque onze dalla tesoreria angioina.
Ricoprì in seguito assai più importanti funzioni nella giustizia e nell'amministrazione del Regno napoletano. Divenne giudice di appello presso la Magna Curia e la Curia Vicaria. Compare con tale qualifica, e con l'altra di luogotenente, del viceprotonotaro, già il 31 genn. 1343 in un atto che è dei primi giorni di regno della regina Giovanna I d'Angiò. Il C. era stato chiamato a sostituire nelle funzioni di viceprotonotaro Giovanni Grillo, recatosi ad Avignone, dove morì poco dopo, il 13 aprile. Ne conseguì la definitiva e piena assunzione del viceprotonotariato da parte del C., in assenza di un protonotaro titolare. Di tale sua attività ci rimangono alcuni atti che la testimoniano.
Fu affidata alla sua competenza di giurista la redazione non solo di provvedimenti amministrativi, ma anche di veri e propri atti legislativi nella fase critica, molto travagliata e politicamente difficile, dell'inizio del regno, sotto tutela di Giovanna I. Tra gli altri provvedimenti redatti dal C. come viceprotonotaro, fra il 1343 e il 1344, ve ne furono alcuni diretti a combattere i gravi abusi feudali in materia fiscale e successoria, a definire portata e limiti delle immunità ecclesiastiche, a disciplinare l'accesso a cariche e uffici pubblici.
Fu, inoltre, presente all'emanazione di alcuni tra gli atti più importanti e significativi di quegli anni critici per il Regno napoletano. Il 14 luglio 1343 assistette in Castelnuovo alla firma dell'accordo che riconciliava la famiglia regnante con il ramo dei Durazzo. Partecipò il 15 settembre, sempre in Castelnuovo, all'atto col quale la regina Giovanna nominò dei procuratori perché si recassero a protestare ufficialmente ad Avignone contro la decisione del papa Clemente VI di nominarle un curatore nell'amministrazione del Regno di Napoli.
Il C. fu pure, con altri illustri personaggi, uno degli amministratori dei beni ed esecutori testamentari che, col consenso di Giovanna, furono nominati il 18 genn. 1344 dalla vedova di Roberto d'Angiò, la regina Sancia, prima di adempiere il voto di chiudersi in convento. Continuò a svolgere le funzioni di viceprotonotaro anche dopo l'arrivo a Napoli del legato pontificio, il cardinale Aimery de Châtelus, che assunse il controllo dell'amministrazione del Regno. Fece parte, infatti, del suo consiglio, svolgendo il necessario ruolo di intermediazione e di raccordo tra la nuova attività amministrativa del legato pontificio e la vecchia amministrazione del Regno, i cui uffici continuavano a sussistere e funzionare. E gli atti normalmente continuarono ad essere redatti dal C. come viceprotonotaro, ad eccezione di alcuni emanati direttamente dal legato.
Il 4 luglio 1346 venne affiancato dalla regina al gran giustiziere Bertrando Del Balzo nell'inchiesta disposta dal pontefice avignonese sulla uccisione di Andrea d'Ungheria, marito di Giovanna. Non si hanno di lui notizie successive a questa data. Un provvedimento del 21 dic. 1346 per la reintegrazione dei beni demaniali e la loro tutela è ormai redatto dal nuovo protonotaro del Regno, l'arcivescovo di Bari Ruggero. Nell'ottobre 1347 l'ufficio di protonotaro risulta ricoperto dal salemitano Matteo de Porta. Si può presumere che la mancanza di ulteriori notizie, la cessazione dell'attività come viceprotonotaro e anche dell'insegnamento universitario adombrino la scomparsa del C. proprio a cavallo tra il 1346 e il 1347.
Fonti e Bibl.: C. Minieri Riccio, Saggiodi codice diplom. formato sulle antiche scritture dell'Archivio di Stato di Napoli, II, Napoli 1879, pp. 20-23; N. Barone, La "ratio thesaurariorum" della Cancell. angioina, in Arch. stor. per le prov. napolet., XI (1886), p. 195; N. Toppi, De origine omnium tribunalium nunc in castro Capuano fidelissimae civitatis Neapolis existentium, I, Neapoli 1655, p. 104; M. Camera, Elucubrazioni storico-diplom. su Giovanna I regina di Napoli e Carlo III di Durazzo, Salerno 1889, pp. 52 s.; R. Trifone, La legislazione angioina, in Doc. per la storia dell'Italia meridionale, I, Napoli 1921, pp. XX, 285-290, 294-297; Storia dell'univers. di Napoli, Napoli 1924, pp. 82, 101; L. Wadding, Annales minorum seu trium ordinum a s. Francisco institutorum, VII, a cura di J. M. Fonseca, Quaracchi 1932, pp. 644-651; E. G. Léonard, Histoire de Jeanne Ière reine de Naples, comtesse de Provence (1343-1382). La jèunesse de la reine Jeanne, Monaco-Paris 1932, I, pp. 251, 297, 333, 367, 584; II, pp. 396 ss.; G. M. Monti, Da Carlo I a Roberto di Angiò. Ricerche e documenti, in Arch. stor. per le prov. napoletane, n. s., XX (1934), p. 149.