SICHEL, Adelmo
– Nacque a Guastalla (Reggio Emilia) il 18 aprile 1857 da Francesco, di origine tedesca, e da Ferdinanda Oldrini.
Terzogenito di cinque figli di una famiglia di modeste condizioni economiche che viveva di «proventi di industrie avventizie» (il padre era un mediatore operante nel campo della manutenzione stradale), crebbe in un ambiente sensibile alle aspirazioni nazionali.
Il nonno paterno, Giuseppe, stabilitosi a Guastalla all’inizio degli anni Trenta dell’Ottocento, fu tra i patrioti che promossero la creazione di un asilo aportiano nella cittadina nel 1841. Il padre, Francesco, dopo il ristabilimento nel 1849 del regime austro-estense fu arrestato e imprigionato per la partecipazione allo ‘sciopero del tabacco’, la protesta organizzata dai patrioti che prevedeva l’astensione dal fumo per boicottare l’amministrazione estense. Lo zio paterno, Cesare, partecipò alla campagna del 1859-60 come volontario nell’esercito piemontese.
Dopo aver completato gli studi secondari grazie a sussidi comunali, Sichel frequentò il primo anno della facoltà di giurisprudenza di Padova per poi trasferirsi a Bologna dove si laureò nel giugno del 1880 con una tesi su La donna e il diritto penale. Ritornato a Guastalla, cominciò l’esercizio della professione di avvocato e nel 1881 si unì in matrimonio con Ida Bertazzoni, con la quale ebbe due figli, Ermes e Manlio. Nel frattempo si avvicinò al socialismo aderendo al locale Fascio democratico ed entrando nel comitato elettorale. Assimilando, da un lato, l’esperienza degli scioperi contadini de ‘la boje’ mantovana, dall’altro lato, facendosi interprete della tendenza evoluzionista di Camillo Prampolini, Sichel contribuì al rapido radicamento del socialismo nelle zone bracciantili della bassa pianura reggiana. Fautore del riformismo attraverso lo sviluppo di leghe, cooperative e società di mutuo soccorso, nel 1892 fondò a Guastalla un comitato elettorale democratico-sociale che nella seduta del 28 agosto di quell’anno offrì la candidatura a Prampolini, consentendone la rielezione a deputato. Divenuto ormai uno dei principali collaboratori del leader socialista, partecipò al congresso nazionale del partito di Reggio Emilia del 1893 rappresentando la lega di Guastalla.
Durante gli anni dei governi crispini, quando nella cittadina fu proclamato lo stato d’assedio, mise l’attività professionale al servizio della battaglia politica, difendendo gli organizzatori dei circoli socialisti della Bassa reggiana colpiti dalle misure repressive delle autorità governative. Nel frattempo l’impegno politico di Sichel ebbe il suo sbocco istituzionale: alle elezioni amministrative del 1894 fu eletto sindaco di Guastalla divenendo il primo socialista a ricoprire questa carica nella provincia di Reggio Emilia. L’anno successivo fu eletto anche nel consiglio provinciale di Reggio Emilia per il mandamento di Guastalla, assumendone la presidenza dal 1911 al 1922.
Pur rivestendo formalmente l’incarico di sindaco di Guastalla solo dal 1894 al 1897, anche in seguito – almeno fino al 1911 – nelle vesti di assessore continuò a occuparsi dell’amministrazione comunale attuando un programma incentrato sulla promozione dei lavori pubblici attraverso le opere di bonifica e di difesa idraulica, mentre nel campo della politica scolastica incentivò l’istruzione popolare e la scolarizzazione tecnica. Inoltre, operò nel Consiglio provinciale durante la stagione ‘aurea’ dell’amministrazione socialista quando l’ente locale promosse la modernizzazione dei servizi pubblici e lo sviluppo della rete infrastrutturale. In questa fase si occupò prevalentemente dell’ammodernamento della rete ferroviaria locale adoperandosi per la costruzione della ferrovia Reggio Emilia-Ciano d’Enza e la promozione della navigazione fluviale.
L’esperienza maturata nel governo locale e la «salda competenza nei problemi legislativi e nelle materie amministrative» (La Giustizia, 18 ottobre 1922) agevolarono l’ascesa di Sichel ai vertici del movimento associazionistico delle autonomie locali italiane. Dopo aver collaborato alla fase fondativa dell’Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI) diventandone anche consigliere, fu tra gli animatori della scissione che portò gli amministratori socialisti ad abbandonare l’ANCI per creare una propria organizzazione. Il 16-17 gennaio 1916 partecipò a Bologna al Congresso nazionale degli amministratori locali del Partito socialista italiano che condusse alla fondazione della Lega dei comuni socialisti, entrando poi nel comitato direttivo dell’organismo.
Da segnalare anche la sua esperienza nel Parlamento nazionale. A cavallo dei due secoli il prestigio negli ambienti politico-istituzionali locali e il rafforzamento dell’organizzazione socialista della Bassa reggiana portarono all’elezione di Sichel, nel 1897, a deputato nelle file del Partito socialista del collegio di Guastalla, facendo di questo una delle principali ‘roccaforti rosse’ dell’area padana. Negli anni seguenti consolidò progressivamente la sua posizione, grazie soprattutto all’impegno speso nei circoli socialisti, nelle organizzazioni sindacali e cooperative della Bassa reggiana (nel 1901 fondò la Federterra della provincia di Reggio Emilia – la federazione tra braccianti, mezzadri e affittuari – con sede nella sua Guastalla). Questa base elettorale gli assicurò la conferma ininterrotta del seggio fino alla XXIV legislatura compresa (1913-19).
Svolse un’intensa attività parlamentare nelle fila del Partito socialista partecipando assiduamente ai lavori dell’aula. Pur non rinunciando a intervenire su tematiche politiche di carattere generale, caratterizzò il suo operato per lo stretto rapporto con il proprio collegio elettorale, facendosi interprete, tramite interrogazioni e interpellanze, delle istanze della Bassa reggiana, con particolare riguardo a questioni socioeconomiche (concessioni di sussidi e agevolazioni a favore delle realtà produttive locali), conflitti tra amministrazioni locali e autorità tutorie (scioglimento del consiglio comunale di Gualtieri e Luzzara) e all’esecuzione e gestione di infrastrutture del territorio (opere idrauliche, bonifiche e linee ferroviarie).
Allo scoppio della guerra in Europa si schierò sulle posizioni neutraliste del Partito socialista, operando attivamente a favore della mobilitazione antibellicista. Fin dal 2 agosto 1914 intervenne in piazza a Guastalla in un affollato comizio ‘antiguerresco’ mentre qualche giorno dopo, il 10 agosto, in qualità di presidente del Consiglio provinciale lanciò un accorato appello alla mobilitazione dell’intera comunità locale contro la guerra. Ancora alla vigilia dell’entrata dell’Italia nel conflitto, durante un comizio a Luzzara del 1° maggio 1915 dichiarò che si sarebbe rifiutato, anche se fosse stato solo, di votare i crediti militari. Nel periodo bellico operò nelle amministrazioni locali così come in Parlamento per attenuare gli effetti economici e sociali del conflitto sui ceti popolari.
Rimasto fedele agli ideali riformisti anche nel primo dopoguerra, a causa della mancata conferma alle elezioni politiche del 16 novembre 1919 soffrì «atrocemente [...] per quella che [...] gli parve sconoscenza ed offesa immeritata degli uomini e della sorte» (Zibordi, 1922, p. 367). Tuttavia continuò a partecipare attivamente alla vita politica locale assumendo nel 1920 la presidenza della Deputazione provinciale di Reggio Emilia. Negli anni della radicalizzazione della lotta politica tra fascisti e socialisti subì intimidazioni e violenze squadriste: il 6 aprile 1921 una banda fascista penetrò nel suo studio, aggredendolo e bastonandolo.
In seguito a una grave malattia che lo costrinse a ridurre l’attività politica e professionale, morì a Guastalla il 16 ottobre 1922.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, Fascicoli personali, b. 4794; Bologna, Archivio storico Università, Fascicoli degli studenti, n. 4104; Archivio di Stato di Reggio Emilia, Sottoprefettura di Guastalla, Atti di stato civile dei comuni del circondario, nati 1857; Biblioteca Panizzi, Mss. Regg., C 535/27.
Necrologi: G. Zibordi, A. S., in La Provincia di Reggio, ottobre 1922, pp. 366-368; La Giustizia, 18 ottobre 1922. Commemorazioni: Atti Parlamentari, Camera dei Deputati, Discussioni, 18 novembre 1922, pp. 8481-8482. A. Mossina, Storia di Guastalla, Guastalla 1936, pp. 95, 106; A. Malatesta, Ministri, deputati, senatori dal 1848 al 1922, III, Roma 1941, p. 137; R. Marmiroli, Socialisti e non, controluce: l’epistolario di Camillo Prampolini, Parma 1966, pp. 121, 138-141, 168 s.; R. Cavandoli, S. A., in Il movimento operaio italiano. Dizionario biografico 1853-1943, a cura di F. Andreucci - T. Detti, IV, Roma 1978, pp. 632-636; R. Cavandoli - P. Pirondini, Partiti antifascisti e CLN nella Bassa Reggiana 1919-1946, Reggio Emilia 1981, ad ind.; N. Odescalchi, A. S. sindaco nella Guastalla tra ’800 e ’900, Felina 1994; O. Gaspari, L’Italia dei municipi: il movimento comunale in età liberale (1879-1906), Roma 1998, p. 24; M. Del Bue, Novecento. Il libro del secolo. Cronaca, vicende e personaggi di Reggio Emilia, Montecchio 2001, p. 512; Id., Storia del socialismo reggiano, I, Montecchio 2009, ad ind.; S. Bianciardi, Camillo Prampolini costruttore di socialismo, Bologna 2012, ad ind.; A. Besacchi, Cronaca di Guastalla 1837-1875, a cura di G. Fontanesi, Fidenza 2013, pp. 23, 39, 46; E. Giani, Un socialismo di rito ambrosiano-emiliano. I congressi costituenti del Partito socialista italiano (1891-1893), Milano 2013, p. 240; A. Ferraboschi, Dall’Appennino al Po. Per una geografia del socialismo emiliano tra Otto e Novecento, in Sulla storia del socialismo, oggi, in Italia, a cura di C. De Maria, Bologna 2015, pp. 36 s.; O. Gaspari, La Lega delle autonomie 1916-2016, Bologna 2016, ad indicem.