ADELINGI
. Nella classe dei Germani liberi si distingue il ceto più elevato dei cosiddetti adelingi. È un'aristocrazia, già segnalata da Tacito, che dovette avere una preminenza anche nella periodica assegnazione delle terre, divise secundum dignationem (Germania, XXVI). Sembra che essa si componesse dei membri della famiglia del re, dei capi tribù e dei loro discendenti. Nei tempi più antichi si attribuiva a questi ceppi un'origine divina e nelle leggende gli adelingi hanno anche poteri sovrumani. Nell'epoca del diritto scritto la differenza fra questo ceto e i liberi comuni è segnata dalla maggiore altezza del guidrigildo, come pure è maggiore la multa che si deve pagare per offese recate a tali nobili in confronto degli altri. Presso i Sassoni ed i Frisi il guidrigildo dei nobili è il sestuplo di quello dei liberi comuni; presso gli altri popoli è di solito il triplo. Questa nobiltà più antica cedette il campo già nell'epoca carolingia ad un'altra nobiltà che traeva la sua origine dai servigi prestati alla corte, o comunque dal favore regio: tuttavia vi sono luoghi ove a lungo si mantennero schiatte che pretendevano discendere da quegli antichissimi ceppi. Così, per es., in un diploma di Federico II del 1232 si ricordano, a Gemona, degli arimanni qui adelingi vocantur (Winckelmann, Acta Imperii Inedita, 320).