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Ade

di Massimo Di Marco - Enciclopedia dei ragazzi (2005)
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Ade

Massimo Di Marco

Il dio dei morti e l'aldilà degli antichi Greci

L'Ade non era, nella concezione classica, il luogo in cui i giusti ricevono il premio delle loro virtù e i malvagi sono condannati a espiare le loro colpe; era, invece, la sede buia e nebbiosa in cui erano destinati a rimanere per sempre, in forma di semplici ombre, tutti i defunti, senza distinzione alcuna

Il dio dei morti

Ade significa "invisibile". È il nome del dio, ma anche del regno dei morti. Il dio era noto anche come Plutone (il nome con cui poi fu venerato a Roma): dal greco plùtos ("ricchezza"), per le ricchezze che la terra serba nelle sue viscere, o forse per l'abbondanza di sudditi su cui egli aveva potere nell'oltretomba. Sua sposa era Persefone (la romana Proserpina), da lui rapita sulla Terra.

La geografia dell'Ade

Il regno dei morti era immaginato talora ai confini del mondo, oltre l'oceano; più spesso era posto sotto la terra. Il suo ingresso era delimitato dall'Acheronte (fiume del dolore), in cui si versavano il Piriflegetonte (fiume del fuoco) e il Cocito (fiume del lamento), che si diramava dallo Stige (fiume dell'odio).

Era credenza diffusa che solo dopo aver ricevuto gli onori funebri l'anima del defunto potesse attraversare l'Acheronte e trovare finalmente pace. A traghettare le anime dei morti nell'Ade era il vecchio Caronte a bordo della sua imbarcazione: per pagargli il costo della traversata, ai morti veniva posto nella bocca un obolo: proprio in conseguenza di ciò, il nome di questa antica moneta greca ha assunto per noi il significato di "modesta offerta in denaro". A guardia della porta dell'Ade era talora rappresentato Cerbero, mostruoso cane a tre teste.

Le anime dei morti

Nella concezione più antica l'anima (in greco psychè) era materialisticamente intesa come il respiro, il soffio vitale necessario a infondere energia nel corpo. Dopo la morte essa si trasferiva nell'Ade. Qui del corpo sopravviveva solo un'ombra inconsistente: quando Ulisse nella sua discesa agli Inferi tenta di abbracciare l'anima di sua madre, le sue braccia tornano a chiudersi vuote sul suo petto. Non vi sono scheletri o corpi in decomposizione; ma non v'è neppure speranza o consolazione.

Le anime dei morti conducono un'esistenza oscura e non ricordano nulla della vita terrena: più tardi si tenderà a credere che esse abbiano bevuto l'acqua del Lete, il fiume dell'oblio. Solo quando Ulisse fa bere loro il sangue di animali sgozzati in sacrificio nei morti riaffiora il ricordo ‒ e il rimpianto ‒ di ciò che erano stati sulla Terra: "Preferirei essere l'umile servo di un padrone povero e diseredato" ‒ confessa l'ombra di Achille ‒ "piuttosto che regnare su tutti i morti".

I grandi peccatori: Sisifo, Tantalo, Tizio

Tutti i defunti sembrano vivere nell'Ade una stessa condizione. Già Omero tuttavia conosce un abisso al di sotto degli stessi Inferi, il Tartaro, in cui alcune figure del mito subiscono duri supplizi a causa di colpe particolarmente gravi: Sisifo, costretto a spingere lungo un pendio un gran masso che ogni volta rotola all'indietro; Tantalo, che ha vicino a sé acqua e frutti in abbondanza ma è condannato a soffrire la fame e la sete in eterno; Tizio, al quale due serpenti (o due aquile) divorano il fegato.

Omero conosce anche i Campi Elisi, dove Menelao, in quanto genero di Zeus, trascorrerà felicemente i suoi giorni evitando la morte; in altri autori si legge che ai giusti e agli eletti toccherà in premio di trascorrere la vita ultraterrena nelle "isole dei beati".

Altre credenze

A diffondere la credenza in un aldilà caratterizzato da un sistema di premi e di castighi riservati ai defunti a seconda del comportamento da essi tenuto in vita furono, in epoca posteriore, soprattutto le dottrine mistiche e i movimenti misterici (per esempio l'orfismo, che prende nome dal suo mitico fondatore, Orfeo). Secondo alcune credenze, il soggiorno dell'anima nell'Ade era soltanto transitorio, poiché essa era destinata a reincarnarsi in altri esseri viventi (metempsicosi).

Vedi anche
Cerbero (gr. Κέρβερος) Favoloso cane della mitologia greca, custode dell’entrata dell’Ade. Compare per la prima volta nella Teogonia esiodea, dove è detto figlio di Tifone e di Echidna, fratello dell’Idra di Lerna fornito di 50 teste (poi comunemente tre). Fu trascinato una volta sulla Terra da Eracle. Nel culto, ... Tartaro (gr. Τάρταρος o τὰ Τάρταρα) Nella tradizione letteraria greca e latina, il luogo dove Zeus relegò i Titani vinti (ove pure, secondo un’altra tradizione, già Urano aveva relegato i Ciclopi). ● Nell’Iliade il Tartaro è nettamente distinto dagli Inferi (Ade), sede dei morti: è sotto l’Ade – in Esiodo sotto ... Elisio (gr. ᾿Ηλύσιον πεδίον) Nelle concezioni religiose greche, dimora ultraterrena di uomini eletti; ma lo stesso nome è dato a due luoghi concepiti in maniera affatto diversa. Esiste un Elisio conosciuto già da Omero, che lo pone ai confini del mondo, facendone la sede di eroi sottratti al fato di morte ... Acheronte (gr. ̕Αχέρων) Nome antico di molti fiumi del mondo greco, in Trifilia, nel Bruzio e presso Cuma. Il più noto era però quello della Tesprotide in Epiro (detto ora Makropòtamos), che ha corso in parte sotterraneo e forma la palude Acherusia; ricordato per la prima volta nell’Odissea (X, 513), era considerato ...
Indice
  • 1 Il dio dei morti
  • 2 La geografia dell'Ade
  • 3 Le anime dei morti
  • 4 I grandi peccatori: Sisifo, Tantalo, Tizio
  • 5 Altre credenze
Categorie
  • MITOLOGIA in Religioni
  • MITOLOGIA in Letteratura
Tag
  • MATERIALISTICAMENTE
  • ISOLE DEI BEATI
  • PIRIFLEGETONTE
  • ANTICHI GRECI
  • CAMPI ELISI
Altri risultati per Ade
  • Zeno, Ade
    Enciclopedia on line
    Scrittore e drammaturgo italiano (n. Torino 1979). Fondatore della rivista letteraria Atti impuri, drammaturgo (Il tiranno, 2006; Velvet Bunny, 2010; Wonder Woman + Gesù Cristo, 2010), ha esordito nella narrativa con il romanzo Argomenti per l’inferno (2009, finalista al premio Tondelli), intensa narrazione ...
Vocabolario
Ade
Ade s. m. [dal gr.῎ Αδης, lat. Hades]. – 1. Propr., presso gli antichi Greci, nome del dio che regnava sull’oltretomba. 2. estens. Il regno dei morti, nella concezione pagana: discendere all’Ade, o nell’Ade.
egemònio
egemonio egemònio agg. [dal gr. ἡγεμόνιος; v. egemone]. – Che conduce, che guida; epiteto del dio Ermete in quanto conduceva le anime all’Ade (cfr. psicopompo).
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