ADAMAUA (A. T., 109-110-111)
Regione del Sūdān centrale, compresa approssimativamente tra il 4° e il 10° di lat. N., e l'8° e il 13° di long. E. Trae il suo nome da un capo indigeno chiamato Adama, fondatore di quel regno. La sua superficie è di circa 250.000 kmq.
L'Adamaua comprende una regione di altipiani e una regione di massicci isolati. Gli altipiani, che giungono a un'altezza di 1800 metri nella regione di Ngáumdere, si abbassano con pendio piuttosto dolce verso il Benue e il Ciad; essi sono limitati ad O. dai monti Bamenda (2000 m.), Bali (2000 m.), e Kumbo (3000 m.), che fanno parte del prolungamento dei monti Manenguba. L'Adamaua centrale e settentrionale è un penepiano cristallino, alto da 300 a 600 m., che discende a 200 m. nel solco del Benue; al di sopra di esso sorgono alti monti isolati, che raggiungono i 2000 m. (Monti Sari, Alantica, Cebci); la catena di Mandara (1200 m.) si dirige da SO. a NE., circondata da pianure uniformi.
L'Adamaua è un importante centro di divergenza delle acque. Nella regione di Ngáumdere nascono alcuni fiumi che si versano nel Niger per mezzo del Benue, nel Ciad per mezzo del Logone, nel Congo per mezzo della Sanga, o fanno capo direttamente alla costa del Camerun.
Dal punto di vista climatico, l'anno si divide in due stagioni: la stagione delle piogge, che va dal giugno all'ottobre, e ch'è tanto più breve quanto più ci si avvicina al Sahara, e la stagione asciutta, durante la quale predomina l'hamtattan, vento di NE., proveniente dal deserto. Il totale delle piogge è di 1800 mm. a Ngaundere e di 880 mm. a Garua. L'oscillazione diurna della temperatura, nella stagione asciutta, è assai forte (da 42° a 7°) e le notti sono molto fresche. Nelle regioni di grande altezza la temperatura scende spesso sotto lo zero.
La parte meridionale dell'Adamaua è una savana d'alberi dalle foglie caduche, tra cui abbonda il karité (Butyrospermum); a N. dell'8° parallelo ha principio la zona saheliana, boscaglia di mimose, che arriva fino alla regione inondata che circonda il Ciad.
Il regno dell'Adamaua fu fondato verso il 1826 da Fulbe venuti dal Futa senegalese. Essi dapprima si stabilirono presso Yola, poi si sparsero nella valle superiore del Benue e verso il 1840 giunsero a Ngáumdere. Suddivisero il paese in provincie governate ereditariamente dai capi che le avevano conquistate; questi capi dipendevano dal lamido o sultano di Yola, il quale a sua volta dipendeva dall'imperatore di Sokoto.
La popolazione dell'Adamaua può calcolarsi di 4 milioni d'abitanti, di cui 100.000 Fulbe e 200.000 negri detti Sudanesi, Yoruba, Haussa, Arabi Choa, che hanno aiutati i Fulbe nella loro conquista e dominano con essi sul paese. Il rimanente è composto di negri animisti, che sono stati cacciati sui monti o sono soggetti ai Fulbe. Il Barth, nel 1851, fece conoscere per il primo l'Adamaua; Flegel la percorse dal 1879 al 1885; il francese Mizon riuscì per primo a passare dal bacino del Niger in quello del Congo, dove nel 1892 incontrò, sul Kadei, Savorgnan di Brazzà. All'esplorazione di questo paese hanno del pari contribuito i tedeschi Mogen e Zintgraff, von Stetten, von Uchtritz e Passarge.
L'Adamaua è, dice Barth, una delle più belle regioni dell'Africa centrale. Le colture per il consumo interno, miglio, mais, sorgo e riso, sono assai sviluppate, e i Fulbe, che sono soprattutto pastori, hanno un patrimonio bovino piuttosto abbondante. La coltivazione del cotone promette poi di diventare la risorsa principale del paese, allorché si saranno sviluppate le vie di comunicazione. Il commercio, il quale è nelle mani degli Haussa e degli Arabi, s'è orientato verso il Benue e verso Kano, e soltanto il prolungamento fino a Ngáumdere della ferrovia, che, partendo da Duala, giunge ora a Yaunde, potrà condurlo in parte su altra strada. Una carreggiabile accessibile alle automobili collega Ngáumdere con Yaunde e con Fort Lamy.
L'interesse storico delle regioni, oggidì note col nome di Adamaua, consiste in ciò, che furono fra le poche regioni che, sebbene confinanti con importanti e attivi centri di islamismo (quale fu, per molti secoli, il Bornu) tuttavia opposero sempre una tenace resistenza alla sua penetrazione, mantenendo, insieme al paganesimo, anche una fisionomia politica propria. Nel sec. XII giunse fino all'Adamaua il contraccolpo dei vasti movimenti di popoli provocati dalla seconda invasione araba dell'Africa settentrionale. Fin d'allora si infiltrarono nella massa delle popolazioni autoctone elementi di razza berbera, più o meno islamizzati. Ma neanche ciò valse ad attrarle nell'orbita degli stati musulmani che si erano andati costituendo nelle finitime regioni. Anzi, dal 1300 in poi, le popolazioni dell'attuale Adamaua lottarono col Bornu e, in qualche periodo, alleate con quelle rivierasche dello Sciari, riuscirono a sopraffarlo. Ma i pagani furono infine respinti entro i loro confini naturali da Idrīs Alauma del Bornu, alla fine del sec. XVI.
Circa il 1810, il condottiero fula Othmān Danfodio devastò il bacino del Benue; ma, nel 1837, Modibo Adama dette unità politica alle popolazioni che abitavano le sponde di quel fiume e, da allora, tutta quanta la regione fu chiamata, dal suo nome, Adamaua. In quell'anno stesso fu fondata Yola, che divenne capitale del nuovo stato. Nel 1853, Haman Gabdo, cognato di Adama, fondò Gashaka che è ancora oggidì uno dei centri più importanti della regione. Alla fine del sec. XIX, Yola pagava tributo ai sovrani di Sokoto e l'Adamaua si trovava in parte entro i confini del Camerun tedesco, e in parte entro quelli della Nigeria inglese. In seguito a convenzioni del 1893, del 1894 e del 1898 l'Adamaua era stato spartito fra la Germania, la Francia e l'Inghilterra, venendo assegnata la parte centrale con Ngáumdere al Camerun tedesco, Yola alla Nigeria e la parte orientale al territorio del Ciad. Gli accordi franco-inglesi del 1916 e del 1919, ratificati dalla Società delle Nazioni, hanno affidato alla Francia il mandato sulla maggior parte dell'Adamaua, riserbando all'Inghilterra la regione di Yola.
Bibl.: H. Barth, Reisen und Entdeckungen in Nord- und Central-Afrika, Gotha 1857-58; Mizon, Les royaumes Foulbé du Soudan central, in Annales de Géogr., 1894-95, pp. 346-368; S. Passarge, Adamaua, Berlino 1895; id., Kamerun, in H. Meder, Das deutsche Kolonialreich, Lipsia e Vienna 1909), II, pp. 419-636, con bibliografia (opera fondamentale, riccamente illustrata); C. Martin, Togo et Cameroun. Pubbliction du Comité de l'Afrique Française, Parigi 1916; Colonial Reports, Nigeria and British Cameroon, (annuali); H. Osman Newland, West Africa, Londra 1922; Commissariat de la Rép. Française au Cameroun, Guide de la Colonisation au Cameroun, Parigi 1923.