Filologo e prosatore greco (Smirne 1748 - Parigi 1833). Laureatosi in medicina a Montpellier, nel 1788 si trasferì a Parigi dove acquistò crescente rinomanza come editore di testi classici e medievali. Interprete lucido e appassionato dei mutamenti politici che si erano prodotti in Grecia soprattutto dopo la Rivoluzione francese, s'impegnò nell'opera di emancipazione del suo popolo, tra l'altro cercando di mediare la letteratura antica a un pubblico di non specialisti (῾Ελληνικὴ Βιβλιοϑήκη "Biblioteca greca", 16 voll., 1807-26). Nei cinque voll. degli ῎Ατακτα ("Scritti sparsi", 1828-35), una raccolta di studî lessicali, grammaticali e filologici, fissò le tipologie di una lingua greca moderna che, contemperando forme pure e volgari, divenisse strumento democratico di espressione. Tradusse il trattato di C. Beccaria Dei delitti e delle pene (1802). Il suo epistolario (᾿Αλληλογραϕία, 6 voll., pubbl. 1964-84), testimonia dell'acutezza e della vivacità del suo ingegno.