SCHAFF, Adam
Filosofo, nato a Leopoli il 10 marzo 1913; ha studiato a Leopoli e alla Éccole des Sciences politiques a Parigi; nel 1945 si è laureato in filosofia all'università di Mosca. È stato professore di filosofia all'università di Łodz e poi (dal 1948) in quella di Varsavia. Membro dell'Accademia polacca delle scienze, ę stato direttore dell'Istituto di filosofia e sociologia dell'Accademia.
Fautore di una concezione del marxismo come "sistema aperto", che deve confrontarsi continuamente con i nuovi sviluppi della cultura e le nuove scoperte della scienza e verificarsi su di essi, S. ha condotto una battaglia rinnovatrice e antidogmatica all'interno del marxismo ufficiale dei paesi dell'Est europeo. La sua riflessione si è articolata intorno a tre filoni centrali: la filosofia dell'uomo, la teoria della conoscenza, la filosofia del linguaggio. Egli ha insistito sia sulla connessione e sull'interdipendenza di questi campi teorici, sia sulla loro relativa autonomia reciproca, e quindi ha combattuto tanto la tendenza a una sorta di separatismo specialistico, quanto la posizione "riduttivistica" di molti marxisti, che non riconoscevano alcuna autonomia a quei settori di ricerca.
Nel marxismo antidogmatico, S. ha individuato il vero umanesimo del nostro tempo (perciò egli ha respinto una concezione antiumanistica del marxismo, di tipo strutturalistico): una dottrina non ideologica, capace di dare un'esauriente risposta ai grandi problemi dell'individuo umano (problema della responsabilità, della libertà, della scelta, ecc.). Nei suoi lavori di logica e di teoria della conoscenza, S. ha formulato interessanti critiche al materialismo dialettico, studiando in modo particolare il rapporto fra dialettica e principio di non-contraddizione. Egli ha mostrato che alcune concezioni di Engels (per es. l'interpretazione del movimento come confutazione del principio di non-contraddizione), mutuate acriticamente da Hegel e dalla tradizione filosofica idealistica, non reggono all'esame condotto da un punto di vista scientifico moderno.
Nei suoi saggi di linguistica S. ha cercato di mostrare come parecchie proposizioni logiche difettose siano dovute a errate formulazioni linguistiche.
Diverse sue opere sono state tradotte in italiano: La teoria della verità nel materialismo e nell'idealismo (Milano 1959); La filosofia dell'uomo (Roma 1963); Introduzione alla semantica (ivi 1965); Il marxismo e la persona umana (Milano 1973); Marxismo e umanesimo (Bari 1975); Marxismo, strutturalismo e metodo della scienza (Milano 1976); Storia e verità (Roma 1977).