ADAM, Juliette, nata Lamber
Scrittrice francese, nata a Verberie il 4 ottobre 1836; per il fervore tumultuoso della sua vita e della sua attività, strettamente legata con uomini ed avvenimenti importanti nel suo tempo. Sposata a sedici anni con un avvocato La Messine, dopo aver pubblicato un primo volume di novelle (Blanche de Couchy, l'Enfance, ecc.), nel 1858 prese arditamente le difese della contessa d'Agoult e di George Sand, contro l'aspro giudizio che ne aveva dato il Proudhon (Idées antiproudhoniennes sur la femme, le mariage et l'amour); con analogo ardor battagliero esaltò nell'anno seguente la figura di Garibaldi (Garibaldi, sa vie d'après des documents inédits, 1859), e, reagendo contro le idee dominanti in Francia in quel tempo, prese risolutamente posizione contro il potere temporale dei papi (La papauté, 1860). Poi, per un decennio, si limitò a dare espressione ai suoi sentimenti umanitarî in una serie di opere narrative: Mon village (1860), bozzetti idillici ricchi di color locale, Récits d'une paysanne (1862), novelle di vita agreste nella maniera dell'ultima G. Sand, Le voyage autour du grand pin (1863), e Dans les Alpes (1867), narrazioni ispirate da impressioni di viaggio sulla Costa azzurra e sulle Alpi, L'education de Laure (1868) e Saine et sauve (1870), romanzi in cui è trattato il problema della donna e dell'amore. Rimasta vedova, aveva sposato intanto, nel 1868, in secondc nozze, Edmond Adam, prefetto di polizia e poi senatore (1816-1877); e accanto a lui visse le drammatiche vicende deil'assedio di Parigi (v. Le siège de Paris, Journal d'une parisienne, 1873), professando apertamente fede nell'idea repubblicana. Ammirata da Gambetta, aperse un salotto, che, dopo la caduta di Thiers nel maggio del 1873, rapidamente divenne luogo di convegno degli uomini più eminenti del partito, e, specialmente dopo il colpo di stato del 16 maggio 1877, assurse in certi momenti ad importanza storica. Nel 1879, per sostenere le idee politiche sue e dei suoi amici, fondò la Nouvelle Revue. E anche nei romanzi, che in quegli anni compose (Récits du golfe Juan, 1873; Jean et Pascal, 1876; Laide, 1876; Grecque, 1877), si sente non di rado vibrare la passione di parte: il titolo stesso del suo romanzo più celebre, Païenne (1883), è come un grido di battaglia nella lotta contro il pericolo di un ritorno dell'idea clericale e reazionaria: e anche la Chanson des noveaux époux (1883) vuol essere un inno alla paganità della vita. Tramontata la sua influenza nella politica interna dopo la morte di Gambetta, si volse ai problemi di politica estera: redasse nella Nouvelle Revue le Lettres sur la politique extérieure, ispirò le corrispondenze della Nouvelle Revue a firma Paul Vasili dalle varie capitali europee, viaggiò personalmente e a lungo all'estero, compose libri sull'Ungheria (La patrie hongroise, 1884), sul Portogallo (La patrie portugaise, 1896), sulla Russia (La sainte Russie, 1889; Impressions françaises en Russie, 1912), esaltò con calore di amicizia e di ammirazione la figura di Skobelef (Le General Skobelef, 1880), combatté Bismarck con accanimento, e soprattutto cercò di tener deste due idee fondamentali: quella della revanche, e quella dell'alleanza franco-russa. Un'inquietudine religiosa era gia stata viva in lei anche negli anni del suo più deciso anticlericalesimo (Le Rêve sur le divin, 1888); a poco a poco ella ne fu condotta a un completo rinnovamento spirituale, che si conchiuse nella confessione autobiografica Chrétienne, (1913), la quale nel titolo medesimo suona come una palinodia: tutto il decennio precedente essa aveva dedicato a stendere le sue memorie (Mémoires de M.me Adam, 7 voll., Parigi: 1902-1910). Salutò nel 1914 lo scoppio dell'auspicata guerra di revanche (L'heure vengeresse des crimes bismarckiens, 1918; Guillaume II, 1917). Finita la guerra, si ritirò nella quiete dell'abbazia di Gif, nella valle della Chevreuse, mentre alla via di Parigi, in cui sorge la sua casa, veniva imposto il suo nome. L'ultimo suo libro è: La vie des âmes (Parigi, 1919).
Bibl.: H. Fournier, M. de Bismarck et M.me Adam, Parigi 1898; A. Elliot, M.me Adam, Parigi 1922.