ADAM de la Halle
Troviero francese del sec. XIII, detto anche Adam le Bossu o Le Bossu d'Arras. Nato in Arras verso il 1255, e destinato al sacerdozio, studiò nell'Abbazia di Vaucelles (Escaut); ma, innamoratosi di una giovinetta di Arras, la sposò, per dolersi però bentosto di avere spezzata la propria carriera. Tentò di riprendere i suoi studî a Parigi, ma se ne ritornò presto in Arras, dove si immischiò nei torbidi che agitavano questa città, e fu costretto a ritirarsi a Douai. Seguì il conte Roberto II d'Artois alla corte di Carlo d'Angiò, in Napoli, nel 1283, probabilmente in qualità di menestrello. In Napoli morì, non più tardi del 1288. Il soggiorno di Napoli sembra gli abbia dato celebrità come poeta e come musicista: infatti, alcun tempo ancora dopo la sua morte, i Napoletani ne mostravano la tomba. - A. de la Halle è il principale rappresentante del gruppo dei poeti borghesi di Arras. Se egli non creò addirittura, come alcuni vogliono, il genere drammatico in Francia, certo condivise con Jean Bodel, suo concittadino, e col parigino Rutebeuf il merito di aver conferito alla rappresentazione teatrale in volgare un carattere profano o quasi profano, a volte persino personale, per quanto si trattasse di soggetti religiosi. La sua prima produzione drammatica è il Jeu de la Feuilléé o Jeu d'Adam, recitato in Arras circa il 1272. Il Jeu de Robin et Marion sembra sia stato composto in Italia. Così pure il Jeu du pélerin. Di genere lirico è il Congé, che è una satira vivace della città di Arras e de' suoi abitanti. In Napoli incominciò la composizione di una Chanson du Roi de Cécile, per cantare l'impresa di Carlo d'Angiò contro Manfredi; ma non compì l'opera.
Bibl.: De Coussemaker, Oeuvres complètes du trouvère A. de la H., poèmes et musique, Parigi 1872; R. Berger, Canchons und Partures des altfranzösischen trouvère A. de la H., Halle 1900 (Rom. Bibl., XVII); G. Raynaud, Deux jeux-partis inédits d'A. de la H. in Romania, VI, p. 590; H. Guy, Essay sur le vie et les oeuvres du trouvère A. de la H., Parigi 1900; E. Langlois, Le jeu de la feuillée de J. de la H., in Moyen Age, XIII, XV, XXI, XXVIII, (1900-1916); F. Neri, Il Maggio delle fate, in La Cultura, IV (1925), p. 198 segg.