ADALBERTO (Alberto)
Intruso come cardinale vescovo nella diocesi di Silva Candida (e non di Sabina, come dicono gli Annales Romani) nell'autunno del 1084 dall'antipapa Clemente III (Guiberto di Ravenna), di cui sottoscrisse una bolla del 4 nov. 1084, a favore della chiesa di S. Marcello (Monumenta Ordinis Servorum S. Mariae, a cura di Morini e Soulier, II, Bruxelles 1898-99, p. 193), nei giorni 5, 6 e 7 ag. 1098 partecipò al sinodo romano scismatico in cui erano condannati i decreti del concilio di Piacenza del 1095, ed il suo nome era apparso al principio del manifesto guibertino.
Nel febbraio 1102, eletto antipapa, nella chiesa dei Santi Apostoli, come secondo successore di Clemente III, dopo la cattura di Teodorico vescovo di Albano, procurò di sostenersi presso la chiesa di S. Marcello, roccaforte del partito guibertino, con l'aiuto di Giovanni figlio di Odolinda e del cardinale Romano. Quivi, però, cadde, per tradimento di Giovanni, nelle mani dei seguaci di Pasquale II, e fu rinchiuso nel monastero di S. Lorenzo in Aversa, ove finì i suoi giorni.
Fonti e Bibl.: C. Baronio, Annales ecclesiastici, XVIII, Lucae 1746, nn. X-XIII, pp. 89 s.; J. Mabillon, Annales Ordinis S. Benedicti, V, Lucae 1740, pp. 390, 456; Monumenta Gerni. Hist., Libelli de lite, II, Hannoverae 1892, pp. 405,409 s.; Liber Pontificalis, a cura di L. Duchesne, II, Paris 1892, pp. 298, 345, 375 n. 1379 n.; P. F. Kehr, Zur Geschichte Wiberts von Ravenna, in Sitzungsberichte der preussischen Akademie der Wissenschaften, Berlin 1921, pp. 980 ss. e 986 ss.; H. W. Klewitz, Die Entstehung des Kardinalkollegiums, in Zeitschrift der Savigny-Stiftung, Kanon. Abteil., XXV (1936), p. 209 n. 22; P. Brezzi, Roma e l'impero medioevale, Bologna 1947, pp. 276-279.