NEGRI, Ada
Scrittrice, nata a Lodi il 3 febbraio 1870. Compiuti gli studî magistrali, nel 1888 andò a insegnare nella scuola di Motta Visconti (Pavia). Intanto cominciò a scrivere i primi versi che le furono pubblicati nell'Illustrazione popolare di Milano da R. Barbiera; e, dopo il successo in Italia e all'estero del primo libro, Fatalità, fu nominata ad honorem professoressa nelle scuole preparatorie normali di Milano, dove andò a stabilirsi nel 1893. L'anno dopo le fu conferito il premio Milli. Nel 1896 sposò l'industriale biellese Giovanni Garlanda, da cui nel 1904 ebbe una bambina. Nel 1931 le venne assegnato dall'Accademia d'Italia il premio Mussolini.
Il carattere autobiografico dell'opera della N. è evidente: si potrebbe dire che essa rispecchia passo passo la sua vita, e non tanto nei suoi aspetti esteriori, che non sono affatto eccezionali, quanto, e soprattutto, in quelli intimi. Esternamente, da una posizione "proletaria", in armonia ai trionfanti ideali del secolo, l'opera si volge a esprimere sentimenti della propria esperienza umana: quelli di sposa e di madre in Maternità; i suoi turbamenti intimi in Dal profondo; una crisi spirituale e la tristezza che l'accompagna, in Esilio; la vita malinconica, chiusa e incompresa, di donne tagliate fuori dalla vita sociale e familiare in Le solitarie; una sofferta realtà amorosa in Il libro di Mara; ricordi della sua fanciullezza e adolescenza di figlia di operai nel romanzo Stella mattutina, che è forse il suo capolavoro.
Stilisticamente, nei versi, da un primitivo linguaggio scabro e sommario, mescolanza di aulicità tradizionali e di discorso parlato, denotante una educazione letteraria, se non frettolosa, fatta su modelli carducciani e su quelli, di tono borghese, della scapigliatura lombarda e piemontese (Emilio Praga, G. Camerana, V. Betteloni, ecc.), la poetessa passa gradatamente a raffinare la propria lingua; un po' dietro la spinta del D'Annunzio, un po' a causa degli stessi nuovi ideali di vita suggeriti dal nuovo ambiente dove ella è stata condotta dal primo successo letterario. Perciò, a una linearità di sentimenti proprî della sua origine di popolana e di ribelle sentimentale, succede, a partire dalle lasse ritmiche del Libro di Mara, un atteggiamento spirituale e quindi espressivo d'una maggiore complessità; e se in questo libro predomina il tema amoroso, nei successivi, dai Canti dell'isola a Vespertina, con la maturata esperienza morale della donna, si fa strada, accanto al tema della solitudine spirituale, quello dell'umana solidarietà, non più intesa nel modo sociale dei primi versi, ma in quello d'una partecipazione intima al dolore e alla gioia del mondo.
Il rinnovamento poetico della N. si spiega atttaverso tale disegno della sua vita interiore; alla quale, oltre all'opera propriamente lirica, conferiscono rilievo e significato gli scritti in prosa: una prosa non di rado elaborata, di tono deciso, esatta e nitida, rifuggente dalle vane sfumature, pur nella sua sottile e mossa delicatezza espressiva.
Opere: Fatalità, versi (1892); Tempeste, versi (1895); Maternità, versi (1904); Dal Profondo, versi (1910); Esilio, versi (1914); Le solitarie, novelle (1917); Orazioni, prose (1918); Il libro di Mara, poema (1919); Stella mattutina, romanzo (1921); Finestre alte, novelle (1923); I canti dell'isola, versi (1925); Le strade, prose (1927); Sorelle, ritratti di donne (1929); Vespertina, versi (1931); Di giorno in giorno, prose (1933). Quasi tutte le opere della N. sono state pubblicate a Milano e quasi tutte tradotte nelle principali lingue d'Europa.
Bibl.: B. Croce, La letterat. della nuova Italia, 3ª ed., II, Bari 1929, pp. 335-355; S. Filippon, L'anima di A. N., Lugano 1914; G. Donati-Petteni, in Colloqui e profili, Bologna 1925; M. Scherillo, A. N., in Nuova antol., 16 settembre 1927; N. Podenzani, A. N. nell'arte e nella vita, Milano 1930; V. G. Galata, A. N., Firenze 1930; P. Ronzy, L'œuvre politique de A. N., Grenoble 1931; A. Bocelli, L'opera letteraria di A. N., in Educaz. fascista, maggio 1931; F. Cajoli, A. N., Catania 1931; A. Mannino, A. N. nella letteratura contemporanea, Roma 1933.