AD-AS
Modello macroeconomico della domanda aggregata (➔) e della offerta aggregata (➔), graficamente rappresentato con il livello dei prezzi sull’asse verticale e il livello aggregato di produzione (identificabile con il PIL reale) su quello orizzontale. È uno dei modelli fondamentali dei corsi di base di macroeconomia. Nonostante la similitudine con l’analisi microeconomica dei mercati, le curve AD e AS non sono costruite per semplice aggregazione di curve di domanda e offerta individuali. Inoltre, in microeconomia, la curva di offerta ha senso solo in un contesto di concorrenza perfetta, mentre, in macroeconomia, la si può costruire anche in un mondo di concorrenza imperfetta.
Curva che rappresenta una relazione decrescente tra domanda aggregata e livello dei prezzi. Una semplice formulazione lineare nei logaritmi di tale relazione è: y=α1d+α2(m−p), dove y è il logaritmo della domanda aggregata reale, d il logaritmo del disavanzo pubblico, m il logaritmo della quantità nominale di moneta, p il logaritmo del livello generale dei prezzi, mentre α1 e α2 rappresentano, rispettivamente, le elasticità della domanda aggregata rispetto al disavanzo di bilancio e alla quantità reale di moneta. La curva AD descritta sopra può essere ottenuta dalla soluzione di un modello IS-LM (➔ IS-LM, modello) con prezzi variabili (lineare nei logaritmi); perciò, essa esprime, per ciascun livello dei prezzi, il livello di spesa aggregata in corrispondenza del quale i mercati dei beni (IS) e della moneta (LM) sono simultaneamente in equilibrio. Variazioni della quantità di moneta e di disavanzo del bilancio fanno spostare la AD sul piano, senza modificarne la pendenza.
CURVA che descrive la relazione tra prodotto aggregato e livello dei prezzi, compatibile con la massimizzazione del profitto da parte delle imprese; indica, quindi, la quantità di prodotto aggregato che le imprese sono disposte a offrire, in corrispondenza di ciascun livello dei prezzi. La AS può essere verticale (il prodotto aggregato non varia al variare dei prezzi); orizzontale (i prezzi non variano al variare dell’output); positivamente inclinata (i prezzi aumentano al crescere della produzione aggregata).
La maggior parte degli economisti concorda sul fatto che la curva AS sia verticale nel lungo periodo, in corrispondenza del PIL reale potenziale, determinato dalle caratteristiche strutturali dell’economia: la tecnologia e il capitale (fisico e umano) disponibili, il grado di concorrenzialità dei mercati dei beni e del lavoro (ASL; fig. 1). Nel breve periodo, invece, la curva AS può essere orizzontale (ASB; fig. 1) se il livello dei prezzi è completamente rigido, perché le imprese e i lavoratori non aggiustano prezzi e salari. In questo caso, gli shock che colpiscono la domanda hanno effetti esclusivamente sul prodotto aggregato reale: un aumento del disavanzo pubblico, così come un incremento della quantità nominale di moneta, provocano uno spostamento verso destra della curva AD e fanno aumentare il PIL reale; viceversa riduzioni del disavanzo pubblico, o della moneta nominale, inducono uno spostamento verso sinistra della curva AD e fanno diminuire il PIL reale. Nel medio periodo, infine, la curva AS è inclinata positivamente perché, al variare della produzione aggregata, i lavoratori e le imprese reagiscono (più o meno velocemente) adeguando i salari monetari e i prezzi (ASM, fig. 1). Variazioni della domanda aggregata hanno effetto tanto sul livello dei prezzi quanto sul PIL reale. Nel lungo periodo, con AS verticale (ASL), variazioni della domanda aggregata hanno implicazioni solo sui prezzi. Se ne deduce che shock monetari e fiscali (per es. aumenti di m e di d) non provocano alcun effetto reale nel lungo periodo.
Una formulazione lineare, nei logaritmi della AS di medio periodo, dovuta a M. Friedman e divenuta standard, è p=pe+γ(y−yL), dove yL è il livello di PIL reale di lungo periodo, pe è il livello dei prezzi atteso e γ esprime la elasticità dei prezzi al prodotto, o meglio, all’output gap (➔). Esisterà una curva AS di medio periodo, per ogni dato livello di pe, e tale curva sarà tanto più spostata verso l’alto quanto maggiore è pe. Va sottolineato che solo in corrispondenza di y=yL (cioè dove la ASM interseca la ASL) si verifica l’uguaglianza tra livello dei prezzi effettivo p e livello dei prezzi atteso pe. È proprio la ‘dinamica’ impressa alla AS di medio periodo, dalla revisione delle aspettative, a spiegare la convergenza dell’economia verso il lungo periodo, dopo che sia stata colpita da uno shock di domanda. A seguito di uno shock positivo, nel breve periodo il prodotto aggregato aumenta da yL a yB, con prezzi costanti pB (fig. 1).
Il perdurare di un eccesso della domanda aggregata sull’offerta aggregata di lungo periodo provoca tensioni sul mercato del lavoro: i lavoratori chiedono salari monetari più alti e le imprese aumentano i prezzi in risposta. L’effetto dello shock si trasferisce in parte sui prezzi, che salgono (fino a pM), mentre l’impatto sul PIL reale si riduce (yM). Nel punto M, (fig. 1 e 2), però, non c’è uguaglianza tra p e pe. Ciò metterà in moto un processo di revisione delle aspettative (per es. nella modalità prevista dall’ipotesi di aspettative adattive), che farà spostare in alto la ASM. Se anche nel nuovo punto di intersezione tra AD e ASM (M̍̍̍̍̍′, fig. 2) non può verificarsi l’uguaglianza tra p e pe, il processo di revisione delle aspettative andrà avanti, finché non sarà stato raggiunto il punto L1, dove l’economia sarà ritornata al suo equilibrio di lungo periodo, con y=yL. L’iniziale shock di domanda aggregata, nel lungo periodo, si sarà interamente trasferito sul livello dei prezzi.
Se le aspettative sono razionali, la dinamica AD-AS è diversa da quanto visto fin qui. Se lo shock viene annunciato o, comunque, viene previsto dagli operatori, l’economia ‘salta’ direttamente da L a L1, quindi non vi è alcun effetto reale dello shock, neanche nel breve periodo. Se lo shock non è annunciato, o comunque non è previsto, l’impatto iniziale sul PIL reale avviene, ma gli operatori apprendono immediatamente la nuova situazione e l’economia ‘salta’ questa volta direttamente da M a L1, senza altre tappe intermedie.