ACROPATIA
(dal gr. ἄκρον "estremità" e πάϑος "infermità").- Le acropatie sono affezioni di diversa natura che hanno come carattere comune la sede nella quale si manifestano: colpiscono simmetricamente le parti distali più periferiche del volto e delle estremità. In primo luogo, fra di esse, importa l'acromegalia (v.) che dà un aumento di volume non solo delle ossa, ma anche delle parti molli delle mani, dei piedi, della mandibola, delle labbra, del naso, della lingua, e ha la sua genesi in alterazioni della ghiandola ipofisaria. Un altro processo che occupa la stessa sede nell'àmbito degli arti è quello che conduce alla formazione delle dita a bacchetta di tamburo dovute, ora ad affezioni limitate alle parti ossee come l'osteoartropatia ipertrofizzante pneumica (v.), ora a fenomeni di periostite ossificante di natura luetica, ereditaria od acquisita, od insorgenti nel corso di itterizie croniche, ovvero anche dipendenti da un semplice ingrossamento delle parti molli derivante dalla stasi sanguigna nelle vene, oppure da influenze nervose sulla nutrizione locale. Alle acropatie appartengono infatti i processi derivanti dai perturbamenti vascolari come l'asfissia semplice e la gangrena delle estremità (v. raynaud, morbo di) e l'eritromelalgia (v.). Nella prima forma intervengono le alterazioni determinate dalla costrizione spastica arteriolo-capillare locale (sincope locale, asfissia locale), nella seconda si hanno accessi dolorosi con alterazioni funzionali opposte a quelle dell'asfissia, e cioè arrossamento ed elevazione della temperatura cutanea nelle parti colpite, determinati da una vaso-dilatazione da paralisi dei nervi vaso-costrittori. Nell'una e nell'altra forma di acropatia hanno luogo manifestazioni di neurosi vasomotoria, ma nella prima hanno carattere costrittivo vascolare (angiospastico), nella seconda carattere angioparalitico, da dilatazione dei vasi; possono pertanto le due forme presentarsi successivamente nello stesso soggetto. Rientra fra le acropatie anche l'acrocianosi (v.).