ACRONE (Helenius Acro)
Grammatico, certamente anteriore a Giulio Romano, che fu principale fonte di Carisio, e a Porfirione, che nel commento alle Satire di Orazio, I, 8, 25 lo cita. Siamo insomma su la fine del secondo secolo e il principio del terzo d. C. Da Carisio, o da Giulio Romano (Grammatici Latini del Keil, I, pp. 192, 201, 210) sappiamo che Acrone commentò gli Adelphi e l'Eunuchus di Terenzio. Farebbe pensare a un suo commento a Persio la inscriptio "Acronis commentum super satyras Persii" che nel codice Ambrosiano I, 38, sup. portano quegli scolî al poeta di Volterra i quali sono generalmente detti di Cornuto. Secondo il luogo sopra addotto di Porfirione, A. commentò anche Orazio; e tra i commentatori di Orazio è citato con grande onore in una delle Vite del poeta che vanno premesse alle raccolte degli scolî oraziani nei manoscritti: Commentati in illum sunt Porphyrion, Modestus et Helenius Acron: Acron omnibus melius.
Questa maniera di esprimersi basterebbe ad escludere che la raccolta degli scolî alla quale la vita è premessa, risalga veramente ad Acrone. Piuttosto nel sec. XIV, o anche nel XIII, quando il suo nome comincia ad apparire in una famiglia di manoscritti, sembra, italiana, colui a cui quella famiglia risale, per crescer pregio alla sua raccolta di scolî in confronto di altre, dové scriverle in fronte il nome del commentatore che dal passo della biografia sopra citata era presentato come il più famoso di tutti.
Questo non vuol dire che nella farragine degli scolî di quella e di altre famiglie non possa esser giunta a noi più di una reliquia del vero Acrone.
Il nuovissimo mitore di Acrone, O. Keller, Pseudo-Acronis Scholia in Horatium vetustiora (2 volumi, Lipsia 1902 e 1904) si è servito per le Odi e gli Epodi (vol. I) principalmente del codice Parigino 1900 del. sec. X, che conterrebbe una recensione fatta in Italia nella prima metà del sec. V. Mancando quel codice, nel secondo volume ha ricorso ad altri affini. Da questa recensione il Keller distingue un'altra, che chiama F, dovuta a un cristiano posteriore a Isidoro di Siviglia.
Bibl.: Oltre gli scrittori citati nel testo, può vedersi per un primo orientamento, Schanz, Gesch. der. röm. Litter., 3ª ed., Monaco 1922, III, § 601.