ACROCIANOSI (dal gr. ἄκρος "punta, estremità", e cianosi, da κυάνεος "ceruleo")
La frequente comparsa di un aspetto livido o di una tinta bluastra o cianotica (v. cianosi) limitata in certe parti del circolo periferico, e cioè a carico delle dita, delle mani e dei piedi, specialmente in corrispondenza della falange ungueale, delle labbra, delle pinne nasali, dei padiglioni auricolari, ha dato origine alla denominazione di acrocianosi (o cianosi delle regioni estreme del corpo), sintomo che occorre frequentemente, sia come fenomeno isolato, sia come manifestazione parziale di una cianosi estesa anche alle altre regioni, ma specialmente accentuata in quelle indicate. Esse infatti rappresentano le provincie estreme del territorio vascolare e nervoso periferico, e debbono almeno in gran parte questa loro caratteristica di esser le sedi di predilezione della cianosi alla maggior esposizione a risentire gli effetti di alcuni momenti esterni e soprattutto del raffreddamento.
L'acrocianosi si presenta in molte affezioni nelle quali si determina una deficiente ossigenazione del sangue (acroasfissia) che però presenta un grado di abnorme venosità; in molti altri casi la cianosi delle estremità costituisce un fenomeno locale isolato in dipendenza di condizioni anomale d'innervazione vascolare, limitate esclusivamente, o prevalentemente, ai territorî in cui il sintomo si produce. Si tratta di un processo di rallentamento capillare-venoso della corrente sanguigna della estremid delle dita. Il ristagno del sangue spesso si associa con deformazioni locali a carico delle parti molli e delle unghie nelle falangi terminali delle dita, alterazioni che vanno sotto il nome di dita ippocratiche o a bacchetta di tamburo e di unghie a vetro di orologio.