ACRE (A. T., 153-154)
È l'unico "territorio" degli Stati Uniti del Brasile ed appartiene, cogli stati di Pará e di Amazonas e coll'orlo occidentale del Matto Grosso, alla grande regione naturale dell'Amazzonia, di cui costituisce la parte più elevata (limitatamente al Brasile, prescindendo dal declivio delle Guiane). Deve il suo nome al fiume che scorrendo, nel suo primo tratto, nel senso del parallelo in prossimità del confine boliviano, assume, presso Bahia, la direzione generale SSO.-NNE., per confluire nel Purús (riva destra), presso il termine del suo corso montano, caratterizzato da un gran numero di affluenti, pressoché esclusivamente di sinistra: riva su cui sorge la massima parte dei suoi porti: Chapuy, Amelia, Capatará, Nova Vista, S. Barbara, Porto Acre, Adira, Bom Suceso. L'area del territorio è di 148.000 kmq. e la popolazione si calcola (1926) a 106.000 ab. (92.000 nel 1920), dal che risulta una densità di poco più che 0,7 ab. per kmq., approssimativamente uguale a quella dello stato di Goyaz e di poco inferiore a quella del Pará (0,9). Acre è dunque, dopo l'Amazonas e il Matto Grosso, il paese brasiliano a densità più scarsa. Ma la cifra della popolazione è da accogliersi con cautela per la difficoltà di calcolare la popolazione india, in parte nomade, che è forse più numerosa di quanto generalmente si ammette.
Quando, nel 1873, la commissione della Carta geral do Brasil calcolava l'area dell'Amazonas pari a 1.897.020 kmq., in questa cifra venivano compresi 142.000 kmq. spettanti alla regione dell'Acre, mentre quest'area non è più conteggiata come spettante all'Amazonas nell'Atlas do Brasil dei de Mello. Può dirsi che, se spetta ora alla Bolivia solo una parte minima del bacino dell'Acre (riva destra), il fatto è dovuto alla viva protesta e poi all'aperta ribellione degli abitanti del paese, che in difesa dei loro interessi economici, gravitanti verso Manáos, nodo delle comunicazioni e del traffico dell'alta Amazzonia, insorsero contro l'applicazione di una clausola del trattato commerciale fra l'impero del Brasile e la Repubblica boliviana, del 27 marzo 1867; clausola che ammetteva la possibilità di un'interpretazione, tale da far decorrere la frontiera tra Brasile e Bolivia lungo una linea retta che dalla confluenza del Rio Beni e del Mamoré, che formano il maestoso Madeira, avrebbe raggiunto le sorgenti del fiume Javary, lasciando alla Bolivia numerosi tronchi fluviali tributarî dello Juruá e del Purús, e assegnandole quindi un'ampia area (circa 150.000 kmq.) approssimativamente triangolare, limitata al sud da una linea decorrente nella direzione generale dell'alto Acre. Dopo una lunga controversia si addivenne alla conclusione del trattato di Petropolis (27 dicembre 1903), che assegnò al Brasile non soltanto quella parte del territorio in contestazione a nord del parallelo della confluenza del Beni e del Mamoré (142.900 kmq.), ma anche una zona a sud del predetto parallelo (0° 20′) vasta 48.108 kmq. Il complesso di queste due aree non fu incorporato allo stato di Amazonas, ma costituito in unità a parte, amministrata direttamente dalla confederazione. La Bolivia ebbe poi, in virtù del trattato anzidetto, altri compensi.
Il territorio di Acre - la cui colonizzazione può dirsi intensificata solo a partire dal 1903 - si differenzia nettamente dal restante della confederazione, non solo per la sua condizione politica, ma anche per il complesso delle sue condizioni morfologiche, etniche e sociali. I numerosi solchi fluviali che caratterizzano la sua sezione di NO. si allineano con evidente parallelismo fra i rilievi della sezione orientale del bacino dello Juruă, e, in misura meno notevole, nella parte più occidentale del bacino dell'alto Purús, a cui appartiene il fiume che dà nome all'intero territorio. La relativa difficoltà delle comunicazioni fra solco e solco fluviale e la limitata importanza economica della regione, la cui ricchezza è costituita essenzialmente dalla borracha (gomma fina), ha permesso la conservazione, non solo di un notevole elemento indio, ma anche di antichi costumi e di antiche usanze indigene. La sua particolare posizione geografica ha contribuito a farne un'unità diversa dal restante della confederazione, consigliando il suo distacco dall'antica provincia dell'alto Amazzoni, a cui essa appartiene storicamente, pur costituendo una regione che presenta in prevalenza caratteri di regione naturale. Il clima è caratterizzato dalle alte temperature estive, dalle notevoli escursioni annue e da piogge assai copiose (2200-2500 mm.), che cadono soprattutto nel semestre invernale. Nel territorio è largamente diffusa la Hevea brasiliensis, dai piccoli fiori giallastri, che nella vicina Bolivia cresce sino a 600 metri sul mare. Il numero degli alberi, uniti fra loro dalla tipica estrada, che si apre nella foresta a forma di cerchio o di una otto, avendo al centro la bocca d'estrada su cui è costruita la capanna del seringueiro, è maggiore che non nel basso Amazzoni. Paul Le Cointe calcola che vi siano nell'Acre 15 alberi per ettaro, mentre se ne hanno in media 10 nel basso Amazzoni e 25 nella valle del Rio Arinos, nel Matto Grosso. La valle dell'Acre, per cui passa - oltre al bestiame proveniente, per i sentieri della foresta, da savane brasiliane - parte del prodotto che proviene dalla Bolivia, fornisce ai mercanti di Manáos una quantità di caucciù non molto diversa da quella che scende ad essi per le valli del Purús, dello Juruá, del Madeira.
Le incisioni nel tronco dell'Hevea per l'estrazione del caucciù vengono praticate durante la stagione arida, che dura da maggio al principio di ottobre. Allora la scarsa popolazione si raccoglie attorno ai seringães ed ogni seringal ha per centro una barraca, ove sta l'aviado o concessionario. In questo tempo lungo i corsi d'acqua vengono tentate colture di cereali e legumi; ma in misura limitatissima. E il paese, che durante la stagione arida può dirsi unito al mondo civile pressoché esclusivamente da zattere e piroghe, deve in gran parte le sue cattive condizioni, nei riguardi dell'igiene, non solo alla trascuranza di norme elementari, ma alla deficienza di un'alimentazione sana, come quella dei cereali e dei legumi che, là dove ha potuto diffondersi, ha provocato pressoché immediatamente la diminuzione di una malattia endemica: il beri-beri. Al beri-beri e al paludismo si deve se il quoziente di mortalità è relativamente alto e se talvolta qualche distaccamento di soldati si è visto ben presto decimato: tipico è il caso di un battaglione di 417 uomini, ridotto ben presto a 164, in massima parte anch'essi a ammalati.
La popolazione, che vive allo stato di natura, è costituita prevalentemente da tribù del gruppo Pano, i cui linguaggi furono studiati dal Rivet. Si distinguono gli Amahuacás sul Purús, gli Aninahuás nell'alto Envira, i Capanahuás nel massiccio omonimo, i Cazinahuás sulla destra dell'Envira e particolarmente i Canamaris, coltivatori, che sembrano essere in maggior numero. Il calcolo della quantità numerica di queste tribù è peraltro assai difficile.
Nel 1920 furono censite nel territorio 1170 fattorie, che attendono soprattutto alle culture di tabacco e zucchero ed all'allevamento (suini circa 22.000; bovini 15.000; ovini e caprini 6000, ecc.). Gli stranieri erano nel 1920 circa 3500, dei quali poco meno della metà Peruviani, poi Portoghesi, Turchi, ecc.; gl'Italiani erano una sessantina.
Per molto tempo la regione fu collegata colla valle del Solimões solo da lente comunicazioni fluviali non raramente difficili, malgrado il piccolo tonnellaggio dei battelli e delle piroghe e l'abilità di navigatore dell'acrense. Ma già all'inizio del dopo guerra la linea Belém-Purús-Acre, esercíta dalla Amazon River Steam Navigation Company, contava 28 scali fra cui, nel medio e alto Purús, Canutama, Laebra, Hyutanham e Cachoeira e, nella valle dell'Acre, Porto Acre e Rio Branco.
Durante il periodo di piena il Rio Acre è navigabile sino a Brasilia per più di 1900 miglia (più di 3500 km.) a vapori che pescano m. 2,40; poi può essere risalito da battelli con un pescaggio inferiore ad un metro, analoghi a quelli (m. 0,97) costruiti dall'Amazon Navigation Company. Vi è poi un periodo di circa cinque mesi, in cui il Purús non è più accessibile a navi che peschino più di m. 1,80; allora è possibile a canotti, autoscafi e zattere di risalire per 2750 km. a monte della foce dell'Acre. Mancano ancora comunicazioni ferroviarie.
Il terriiorio è amministrato da un governatore residente a Rio Branco ed è diviso in tre prefetture (Alto Acre, capol. Rio Branco; Alto Purús, capol. Senna Madureira e Alto Juruá, capol. Cruzeiro do Sul); esso comprende cinque municipî, Senna Madureira (21 . 140 ab. nel 1920), Villa Seabra (20.500 ab.) Rio Branco (20.000 ab.), Cruzeiro do Sul (15.500 ab.) e Apury (15.4o0 ab.). Il territorio è collegato telegraficamente con Manáos e dal 1914 anche con Cuyabà (linea Porto Acre-S. Antonio de Madeira-Cuyabà) e perciò anche con Rio de Janeiro.
Resto dell'antica unione del territorio dell'Acre all'Amazonas è la circoscrizione postale; avendo questo stato e quel territorio una unica direzione regionale delle poste.
Bibl.: T. Tapajos, Estudo sobre o Amazonas: Limites do Estato (con 4 carte geografiche), 1895; Limites do Estados do Amazonas e Matto Grosso, 1896; Informes de las Comisiones mixtas Peruano-brasileira encargadas del reconocimiento de los rios alto Purús y alto Juruá, Lima 1906; J. Huber, La végetation de la vallée du Rio Purùs (Amazone), in Bullet. Herbier Boissier, VI (1906), pp. 249-276; H. A. Edwards, in Geographical Journal, XLII (1913), pp. 113-126; XLV (1925), pp. 384-402.