ACQUE ALBULE (A. T., 24-25-26)
ALBULE Celebri sorgenti minerali che sgorgano nella Campagna Romana, sulla destra dell'Aniene circa 7 km. a ovest di Tivoli. Presentemente esse formano, all'origine, due laghetti, il lago della Regina, di forma allungata, largo circa 80 m., e il minore lago delle Colonnelle; poi sono catturate, e per un canale artificiale sono condotte all'Aniene, attraverso la formazione travertinosa da loro stesse generata. L'acqua, che ha una colorazione bianca-azzurrina (onde il nome Albulae), contiene gran quantità di carbonato di calcio, anidride carbonica e acido solfidrico. La portata complessiva delle sorgenti è di mc. 3,5 in media, la temperatura, assai costante, di 23°,5-24°. L'origine dell'acqua, un tempo molto discussa, deve ripetersi con molta probabilità dalla ricca circolazione profonda nei calcari dei Monti Sabini, dai quali sfuggono a notevole profondità (onde la loro alta temperatura), travasando prima, attraverso qualche fessura la coltre di materiali vulcanici dei Monti Albani, poi la potente crosta travertinosa, che copre tutta qesta zona.
Le Acque Albule, già notissime agli antichi, sono assai benefiche per le malattie della pelle, delle vie urinarie, della gola, ecc., e richiamano perciò molti viaggiatori dalla vicina capitale. A breve distanza dai laghetti sorge uno stabilimento con piscine, docce e camere per inalazioni, intorno al quale si sta formando ora un piccolo centro. Le qualità benefiche di queste acque erano conosciute anche nei tempi antichi. Infatti nelle loro vicinanze esistono ancora ruderi di terme (attribuite a Marco Agrippa) e di una villa, fatta costruire dall'imperatore Adriano per la regina Zenobia, dopo la conquista di Palmira.