ACQUARIO (lat. aquarium, termine adottato in tutte le lingue moderne)
Vasca, o sistema di vasche, in cui si tengono in vita, a scopo di studio o di ornamento, animali e piante acquatiche.
La forma più comune di acquario, adottata in tutti i laboratorî zoologici, è una vasca rettangolare con fondo di marmo, di ardesia o di cemento, e pareti formate di lastre di vetro, sostenute da una intelaiatura di metallo. Forma simile hanno anche, per lo più, gli acquarî ornamentali, in cui l'intelaiatura metallica, anziché essere semplice, può avere aspetti diversi, con aste battute in motivi ornamentali, o ricoperte di pietre o incrostate di conchiglie. Tali rivestimenti, insieme con le rocce, gli aggruppamenti di conchiglie immersi nell'acqua, e altri motivi ornamentali, come cascatelle, zampilli, ecc., contribuiscono a dare maggiore parvenza di verità e naturalezza all'ambiente. Come ben si comprende, gli acquarî ornamentali possono variare indefinitamente di forma e di aspetto, dai semplici boccali cilindrici o sferici alle vasche da giardino o da sala; con zampilli, cascatelle, giuochi d'acqua e di luce diversi.
Gli acquarî usati in laboratorio (fig.1) per allevare animali da esperimento hanno invece, per lo più, la forma descritta, di vasche parallelepipede, quando non sono costituiti da semplici vasi, o cristallizzatori. Le lastre di vetro della parete e il fondo sono uniti alla intelaiatura di metallo per mezzo di speciali mastici resistemi all'acqua. Sul fondo della vasca si dispone poi uno strato di sabbia e monticelli di rocce libere, o cementate con cemento idraulico, che, emergendo dall'acqua, permettono agli animali a respirazione aerea di venire a prendere aria, e, con le loro anfrattuosità, dànno ricovero a molti animali.
Negli stabilimenti di piscicoltura sono usate grosse vasche di cemento o di altro materiale adatto, che nei laboratorî si adoperano anche per tenere in deposito gli animali che non devono essere quotidianamente osservati.
Essendo necessario, in molti casi, mantenere l'acqua corrente, si devono adottare sistemi atti a tenerne costante il livello, cioè a scaricare continuamente l'acqua che viene immessa. L'espediente più generalmente adottato nelle piccole vasche, consiste nell'introdurre, nel foro di scarico nella base della vasca, un tubo di vetro (eventualmente protetto all'esterno da un tubo più largo, di piombo) o di metallo, scorrevole, che si può alzare e abbassare a piacimento. Lo si dispone in modo che, con l'estremità libera, affiori alla superficie dell'acqua, e, purché la capacità di scarico del tubo non sia inferiore alla quantità d'acqua immessa, si può così tenere l'acqua ad un livello costante e averla rinnovata di continuo. Un altro mezzo molto in uso, quando si tratti di vasche senza apertura di scarico, o semplicemente di piccoli recipienti o cristallizzatori, è quello di scaricarle per mezzo di un sifone, costituito da una canna di vetro incurvata a U, con un ramo più corto, che pesca nell'acquario, e uno più lungo, che conduce allo scarico. In questo caso, quando si voglia mantenere costante il livello per lungo tempo, è necessario naturalmente, che il calibro del sifone sia esattamente calcolato rispetto alla quantità d'acqua immessa, per evitare lo svuotamento totale della vasca, o l'eccessivo riempimento. Per innescare il sifone, si deve aspirare, e, ad evitare che l'acqua dell'acquario giunga in bocca, si sono costruiti sifoni provvisti di un tubo laterale, dal quale si aspira, e al quale si può innestare anche una pera di gomma. Nelle grandi vasche degli acquarî destinati al pubblico, che hanno una sola parete di vetro, e negli acquarî di cemento o di altro materiale in muratura, non è necessario ricorrere a questi espedienti, poiché basta che l'apertura di scarico, invece che sul fondo, sia su di una parete, all'altezza voluta.
Con tutti questi sistemi per l'acqua corrente, è necessario aver cura che non sfuggano gli animali più piccoli, trascinati dalla corrente, e che foglie, detriti o altro non abuiano ad otturare il tubo. Per ovviare a questo inconveniente, si suole cireondare l'apertura, dalla quale esce l'acqua, con rose di lamiera perforata, ripari di rete metallica, o, nelle piccole vasche, con garza.
Una delle condizioni più importanti per la vita degli animali in acquario, è l'aerazione dell'acqua. Questa deve, cioè, contenere sempre disciolta una quantità sufficiente di ossigeno, tale da permettere la respirazione agli ospiti della vasca. La presenza di piante verdi, che, assorbendo anidride carbonica ed emettendo ossigeno, contribuiscono efficacemente alla purificazione dell'acqua, non è sempre sufficiente, da sola, specialmente quando gli animali sono numerosi, e piuttosto grossi. Quando poi non si possono tenere piante verdi, è necessario ricorrere ad altri mezzi. Se l'acqua è corrente, il pericolo che l'aria venga a mancare è minore, e, per ottenere una più abbondante aerazione, si può far cadere l'acqua a getto forte o a zampillo, in modo che qualche bolla d'aria gorgogli nell'acquario. Un'aerazione anche maggiore si ottiene facendo uscire l'acqua sotto pressione da un tubo appuntito. L'acqua esce con forza, formando un getto a cono, che si fa arrivare obliquamente nell'acquario, ed essendo quasi polverizzata in tante goccioline, trascina con sé molte bollicine d'aria, che turbinano nell'acquario, dove si sciolgono parzialmente.
Questi metodi si possono usare solo quando il rimescolamento che avviene nell'acquario non porti alcun danno. Per evitarlo sono stati escogitati varî espedienti. Molto usate sono le cosiddette trombe (fig. 2) formate da un tubo appuntito E, per il quale giunge l'acqua, che esce a gocce da a, e, per un secondo tubo D, giunge all'acquario. In ab l'acqua scioglie molt'aria, e si carica anche di bollicine che porta all'acquario. Per mezzo del tubo A, comunicante con l'esterno, l'aria si rinnova continuamente nella tromba.
Qualora poi non sia possibile mantenere l'acqua corrente, o per condizioni di esperimento, o perché non si dispone di molt'acqua, come avviene, ad es., quando si vogliono tenere in vita animali marini in località lontane dal mare, è necessario far gorgogliare nell'acqua una corrente d'aria. Servono a tale scopo varie specie di pompe e di bombole ad aria compressa, dalle semplici pompe da pneumatici a quelle azionate da appositi motorini. Fra le più usate sono però quelle a caduta d'acqua, di cui esistono varî modelli, alcuni dei quali facili a costruirsi in laboratorio. In quello rappresentato nella fig. 3, l'acqua che passa per la tromba A, proveniente da un recipiente apposito, o anche semplicemente dal rubinetto, spinge l'aria nel recipiente B, donde questa sfugge per C, andando a gorgogliare nell'acquario, mentre l'acqua viene scaricata. Un poco più complicato è l'apparecchio di Regnard (fig. 4): consta di un recipiente conico A, chiuso alla parte superiore da un coperchio attraversato da due tubi C e D, muniti ciascuno di una valvola, che si apre in C verso l'interno e in D verso l'esterno. In A giunge l'acqua del rubinetto, e scaccia per D l'aria, che va a gorgogliare nell'acquario. Raggiunto un certo livello, s'innesca automaticamente un sifone che fa comunicare A, con l'esterno, e il recipiente si vuota rapidamente, perché il diametro del sifone è assai più grosso di quello del tubo d'immissione, e nuova aria viene aspirata da C. Vuotatosi il recipiente e disinnescato il sifone, l'acqua ricomincia a salire, producendo l'aerazione dell'acquario.
Molti altri ancora sono gli accessorî usuali degli acquarî, che è inutile descrivere minutamente. Sono soprattutto: apparecchi di riscaldamento per tenere l'acqua a una certa temperatura, quando si debbano allevare animali abituati ai climi caldi, filtri per l'acqua, varie specie di rubinetti regolabili per l'immissione dell'acqua e l'aerazione, retini per la cattura degli animali, termometri appositi, ecc.
Oltre ai piccoli acquarî da esperimento o ornamentali, e alle vasche degli stabilimenti di piscicoltura, ecc., esistono grandi acquarî esposti al pubblico, dove, in grandi vasche con una parete di vetro, sono tenuti i rappresentanti della fauna e della flora del mare e dell'acqua dolce, che più si adattano alla vita in tali condizioni. Sono quindi qualcosa di simile ai giardini zoologici per gli animali di terra. Sono di solito appositi edifici, in cui le sale esposte al pubblico hanno, nelle pareti, ampie finestre, chiuse da una spessa lastra di vetro, che costituisce una delle pareti laterali della vasca posta di là dal muro. Attraverso il cristallo, il pubblico può quindi osservare quanto avviene nell'interno della vasca piena d'acqua in cui vivono le piante e gli animali.
Mentre i primi acquarî da camera datano da tempi piuttosto remoti, cioè, almeno quelli a scopo scientifico, da quando i naturalisti del Sei e del Settecento, istituivano le prime osservazioni sugli animali d'acqua dolce e di mare, i grandi acquarî pubblici sono molto più recenti. Fu verso il 1850 che a Londra dopo che il Ward (1837) aveva perfezionato la tecnica della costruzione delle vasche, dette ancora oggi wardiane, e del mantenimento degli animali in acquario, si costruirono i primi acquarî privati. Dal 1850 al 1880, si estese nel pubblico la passione per gli acquarî, e da allora in poi, molti ne furono costruiti nelle grandi città, spesso accanto ai giardini zoologici. Nel 1869, sotto la direzione del Brehm, fu costruito dal Lüer il grande acquario di Berlino, per popolare il quale s'installò la stazione di Rovigno nell'Istria. Nel 1878 s'inaugurò a Parigi l'acquario del Trocadéro, poi trasformato in stabilimento di piscicoltura, quando fu aperto l'acquario del Jardin des Plantes. A Londra, a Sydenham, a Brighton, a Plymouth; ad Amburgo, a Berlino; a New York; a Parigi, al Havre, a Roscoff, a Vimereux, ad Arcachon, a Banyuls-sur-mer; a Monaco principato, e in molte altre città, in Europa, in America, in Giappone, furono creati acquarî di diversa importanza, di carattere scientifico (v. stazioni zoologiche) o pratico (v. acquicoltura).
In Italia il più importante acquario, uno dei più famosi del mondo, è quello di Napoli (fig. 5); a Milano esiste pure un acquario d'acqua dolce. L'acquario di Napoli fu fondato nel 1873 dallo zoologo Antonio Dohrn, di Stettino, con mezzi proprî, nella Villa Comunale, dove ottenne la concessione d'un'area per erigervi la oramai celebre Stazione zoologica.
L'acqua viene portata, per mezzo di pompe a motore, dal mare a tre grandi bacini, posti nel sotterraneo del fabbricato, dove si sedimenta e si purifica. Da questi bacini l'acqua, aspirata da pompe, affluisce in recipienti posti nella parte più alta dell'edificio, donde viene distribuita a tutte le vasche, sia a quelle che si trovano in ogni camera da studio, sia a quelle dell'acquario. L'acqua che da queste si scarica continuamente, viene poi ricondotta ai bacini, e torna così in circolo. Nelle vasche dell'acquario cade da una certa altezza, e forma un gorgo di bollicine d'aria, che servono alla necessaria aerazione.
I recipienti destinati a contenere l'acqua e i tubi delle condutture, devono naturalmente rispondere a certi requisiti, atti a prevenire il pericolo di alterazione dell'acqua, per il disciogliersi di sostanze estranee, il formarsi di reazioni chimiche, ecc. I migliori sono sempre, naturalmente, i recipienti e le condutture di vetro, ma, poiché non è possibile fare di questa sostanza le grandi vasche e le tubature principali, si deve ricorrere ad altri materiali. I tubi si fanno di vulcanite, o di piombo, meno costoso e meno fragile, e le vasche di pietra, cementata con cementi molto fini.
Per la cattura degli animali, che servono agli studiosi, al popolamento dell'acquario e alla conservazione, vi sono tecnici e marinai specializzati, che ogni giorno si recano alla pesca, sui battelli di cui dispone l'istituto. Ogni tanto, poi vengono organizzate piccole crociere o pesche, destinate allo studio di particolari argomenti.
Alcuni animali non richiedono speciali cure e vivono a lungo in acquario, se le condizioni di aerazione e di alimentazione sono ben curate; altri invece, specialmente le forme più delicate, come le meduse, i ctenofori e i molluschi pelagici, non solo hanno vita limitatissima e devono quindi essere continuamente sostituiti, ma sono di costituzione talmente delicata, che il loro corpo, massa gelatinosa, che contiene talvolta fino al 98% e più d'acqua, verrebbe a disfarsi subito, se l'acqua della vasca fosse troppo mossa. Per ovviare a ciò, senza pregiudicare l'aerazione, si sogliono immergere nella vasca larghi cilindri di vetro, alti fino quasi ad affiorare, in cui i delicatissimi e graziosi animali possono vivere al riparo da urti o correnti troppo brusche, quasi protetti da una campana di vetro.
In alcuni acquarî in cui si vollero tenere animali marini, in località distanti dal mare come Berlino, Roma, Parigi, per evitare di trasportare l'acqua, si cercò di fabbricare un'acqua di mare artificiale, sciogliendo diversi sali nell'acqua dolce. Varie ricette sono state proposte, ma i risultati non corrisposero mai alle aspettative, e si dovette rinunziarvi.
Nel popolare una vasca d'acquario, si deve badare, innanzi tutto, a non mettere insieme troppi animali, o specie, che possano nuocere ad altre in un qualunque modo.
Animali e piante da acquario.
Acqua dolce. - Quasi tutti gli animali e le piante d'acqua dolce possono vivere abbastanza bene in acquario; ci limiteremo quindi ad accennare brevemente alle specie che più generalmente si tengono nei laboratorî o negli acquarî ornamentali.
Come abbiamo già detto, importantissima è per gli acquarî la presenza di piante verdi, che, emettendo ossigeno, tengono l'acqua aerata. Fra le alghe, trascurando le forme microscopiche, Peridinee, Diatomee, Volvocinee, Pediastrum, che, insieme con i Fitoflagellati si sviluppano sempre abbondantemente nelle vasche degli acquarî (sulle cui pareti più esposte alla luce spesso si raccolgono in quantità sterminate, formando uno straterello verde sul vetro), sono comuni le spirogire, le conferve, Ulothrix,Cladophora, Vaucheria, fra le Cloroficee o alghe verdi, le Characee e il Batracospermum, fra le Floridee o alghe rosse, e l'oscillaria, fra le Cianoficee o alghe azzurre.
Pochi sono invece i muschi d'acqua, fra cui i più comuni sono Fontinalis e Sphagnum.
Moltissime fanerogame sono adatte alla vita acquatica, sia come piante sommerse, sia come galleggianti. Fra le prime, comunissimi il Myriophyllum e il Ceratophyllum, dalle numerosissime esili foglie verticillate, l'Utricularia, il Potamogeton, l'Elodea, la Trapa, la Vallisneria. Fra le piante galleggianti a tutti nota è la Lemna o lente d'acqua, che ricopre in breve tempo d'un verde tappeto la superficie degli stagni, la Nymphaea dagli splendidi fiori. Comunissime sono inoltre l'Azolla l'Hydrocharis, la Sagittaria, il Polygonum, ecc.
Quando non si devono fare ricerche speciali, si sogliono tenere negli acquarî di laboratorio le piante più comuni negli stagni e nei ruscelli: da noi, per es., l'Elodea, la Naias, il Myriophyllum, la Lemna, l'Azolla, oltre alle alghe già citate.
Anche gli animali d'acqua dolce sono tutti, qual più qual meno, adatti alla vita in acquario. Taceremo dei molti Infusorî che si sviluppano numerosi, come i Paramaecium, gli Spirostomum, gli Stentor e mille altri, e ci limiteremo ad elencare qualcuna delle specie più comuni negli acquarî (per i mezzi di cattura e di trasporto, v. Pesca).
Fra i Celenterati, comunissime e molto usate in esperimenti di vario genere, le idre d'acqua dolce, e fra gl'Idrozoi coloniali, non rare le Cordylophora. Anche le Spongille d'acqua dolce, fra i Poriferi, vivono bene in acquario.
Platelminti. - Numerose specie di Planarie (Turbellarî Tricladi) e i microscopici Rabdoceli.
Anellidi. - Oltre alle piccole come di Oligocheti limicoli, molto comuni, Naïs, Chaetogaster, Tubifex, ecc., vivono bene in acquario molte specie di Sanguisughe, Hirudo, Clepsine, Aulastoma, ecc.
Moltissimi sono gli Artropodi che vengono generalmente tenuti negli acquarî, e sono fra gli ospiti più interessanti.
Trascurando i molti piccoli Crostacei Entomostrachi, che, insieme con i Rotiferi, abbondantissimi, sono una parte essenziale del plancton, che tanta importanza ha per l'alimentazione degli animali più grossi, citeremo, fra i Crostacei Malacostrachi, i gamberi di fiume, Astacus, e i granchi, Telphusa, nonché gli Asellus, e i Gammarus, o pulci d'acqua. Anche la classe degl'Insetti porta notevoli contributi alla vita degli acquarî, sia con le larve le cui imagini hanno vita aerea, sia con insetti acquatici in tutti gli stadî di vita. Fra le prime, le larve di zanzare e altri culicidi, di Eristalis, di Ephemera, di Libellula, di Friganea, di Sialis.
Insetti acquatici anche allo stadio adulto, che vivono benissimo in acquario, sono i Ditiscidi, gl'idrofili, i Gyrinus, fra i Coleotteri, le nepe, le ranatre, le idrometre e le naucore fra gli Emitteri. Degli Aracnidi, interessante l'argironeta, che costruisce le singolari campane d 'immersione.
Fra i Molluschi, l'Anodonta e altri Unionidi, la Cyclas e la Dreissena (Lamellibranchi), la Paludina, la Limnaea, la Planorbis e la Vitrina (Gasteropodi) sono pure comuni.
Non tutti i Pesci d'acqua dolce vivono egualmente bene nelle piccole vasche degli acquarî, e non tutti si possono riprodurre (v. Piscicoltura). Il pesce più diffuso in tutti gli acquarî ornamentali è il pesce rosso, o Ciprino dorato, Carassius auratus, d'origine cinese, importato in Europa sotto il regno di Luigi XV. È facilissimo ad allevare, e si può domesticaie, fino ad abituarlo a venire a prendere il cibo in mano. Se ne conoscono moltissime varietà, Orifiamma, Teleskop, Drago a due code, Bombetta, Piagnone, ecc.; ma nella loro discendenza si nota sempre una tendenza al ritorno alla forma primitiva (v. Carassio, ecc.). Oltre al ciprino, altri pesci esotici, importati in epoca più o meno recente, sono più o meno comuni, ad es., il pesce combattente, Betta pugnax, il Chanchito, Heros facetus; il macropode, Polyacanthus viridi-auratus e molti altri ancora. Dei pesci indigeni, fra i più facili ad allevare sono gli spinarelli (Gasterosteus aculeatus) che costruiscono piccoli nidi nell'acqua, i ciprini, le carpe, le tinche, i ghiozzi, le lasche, ecc.
Molte specie di Anfibî sono abitualmente allevate in acquario, nei laboratorî, perché si prestano benissimo ad esperimenti di vario genere, sia sugli adulti, sia sulle larve e sulle ova. In primo luogo le rane ed i rospi (Rana, Hyla, Pelobates, Bombinator, Bufo), i cui girini vivono perfettamente nelle vasche, si sviluppano, metamorfosano, e, adulti, si riproducono. Fra gli Urodeli i Triton, o salamandre terrestri, e molte specie esotiche, come i Pleurodeles e le forme larvali neoteniche di Amblystoma, chiamate Axolotl.
Fra i Rettili infine è spesso ospite dei nostri acquarî la tartaruga d'acqua (Emys).
Acqua di mare. - Non tutti gli animali marini sono adatti alla vita in acquario: la fauna abissale, per es., non tollera la diffenenza di pressione e certamente muore; molti animali d'alto mare non sopportano la prigionia e muoiono anch'essi. Sono per lo più gli animali litorali e dei bassifondi, che meglio si adattano a vivere nelle vasche; accenneremo alle forme principali, riferendoci specialmente ai nostri mari.
Alghe. - La maggior parte delle alghe della zona litorale prosperano in acquario. Le più comuni sono la lattuga di mare, (Ulva lactuca), la Padina pavonia, il Chodium, la Caulerpa, la corallina, e altre specie di Phaeophyta, Rhodophyta, e Chlorophyta.
Poriferi. - Quasi tutte le spugne, eccettuate le Jalospongie e le Demospongie di profondità, possono vivere nelle vasche (Euspongia, Tethya, Geodia, Sycon, ecc.).
Celenterati. - Le elegantissime e delicate colonie di polipi idroidi, Aglaophenia, Antennularia, Tubularia, Pennaria, Eudendrium, e gli Antozoi, le attinie, come le madrepore (Astroides, Dendrophyllia), gli Alcionarî, le pennatule, sono l'ornamento di molte vasche degli acquarî. Le meduse (Acalefe), i Sifonofori e i Ctenofori (Beroë, Cestus Veneris, Callianira), essendo delicatissimi e a vita breve, devono essere tenuti nelle vasche entro cilindri di vetro.
Anellidi. - Molti Tubicoli, quali Spirographis, Protula, Hydroïdes, Arenicola, Terebella, ecc., sono, con i coralli e le attinie, splendidi ornamenti dei paesaggi sottomarini. Fra gli Anellidi erranti, citeremo l'Aphroditae, l'Hermione.
Crostacei. - Moltissimi, oltre ai piccoli Entomostraci planctonici, microscopici, sono i crostacei che popolano l'acquario. Fra i Malacostraci l'Homarus, che può raggiungere dimensioni cospicue, l'aragosta (Palinurus), la cicala (Scyllarus), i Penaeus, pelagici, le conocchie (Squilla) e i granchi (Carcinus, Portunus, Lupa, ecc.), Maja, Lissa, Inachus, Dromia, spinosi, coperti spesso di alghe o di spugne, e i paguri, che nascondono il molle addome nei gusci di Gasteropodi vuoti, su cui albergano varie grosse attinie. Fra i Cirripedi, i Balanus, o denti di cane, simili a tulipani calcarei e le lepadi, che si fissano sui pali e sugli scogli.
Molluschi. - Moltissime specie di Gasteropodi (Haliotis, Dolium, Murex, Vermetus, Aplysia, Tethys, Aeolis, Doris, ecc.), di Lamellibranchi (Ostrea, Mytilus, Pinna, Lithodomus, Solen, Pecten, Cardium, ecc.), gli Eteropodi e i Pteropodi planctonici (Pterotrachea, Carinaria, Hyalea, ecc.) e i Cefalopodi, come i grossi polpi (Octopus, Eledone), le seppie (Sepia) e i calamari (Loligo).
Echinodermi. - Moltissime stelle (Asterias, Astropecten, Echinaster) e ricci (Echinus, Strongylocentrotus, Sphaerechinus), i Crinoidi (Antedon) e le oloturie (Holoturia, Cucumaria, Stichopus).
Tunicati. - Le Phallusia, Ciona, Cynthia, Diazona, Botryllus, tappezzano le pareti di molte vasche, le salpe, trasparenti, isolate o in catene, fanno parte del plancton delle vasche.
Pesci. - Le specie più piccole di Selaci, pescicani (Scyllium, Squatina, Mustelus) e razze (Raja, Torpedo, Trygon) vivono benissimo, e molte depongono ova fra i coralli. Fra i moltissimi Teleostei adatti alla vita in acquario, citeremo i più comuni: i pesci ragni (Trachinus), la rana pescatrice (Lophius), le sogliole (Solea, Rhombus), gli scorfani (Scorpaena), i ghiozzi e le bavose (Gobius, Blennius), i capponi (Trigla), le rondini (Dactylopterus), le triglie (Mullus), i Murenoidi (Conger, Muraena), i Lofobranchi (Hippocampus, Syngnatus, Nerophis), i Labridi (Labrus, Julis, Crenilabrus), i Serranidi (Serranus, Apogon, Labrax, Mugil), gli Sparidi (Pagellus, Box, Oblata, Sargus, Smaris, Dentex), il pesce mola (Orthagoriscus), la balestra (Balistes), il Capros, il Centriscus, ecc.,
Inadatti alla vita in acquario sono invece i grandi Scombridi, come il tonno, i Clupeidi, come le aringhe e le sardelle, e molti altri pesci, come pure i delfini.
Vivono invece bene anche le testuggini di mare, (Talassochelys).
Bibl.: Gosse, Handbook to the marine aquarium, 2ª ed., Londra 1874; Hughes, Principles of the management of the marine aquarium, Londra 1875; Grässe, Das Süsswasseraquarium, Amburgo 1881; Hoffmann, Süsswasseraquarium im Zimmer, Magdeburgo 1887; Bateman, The book of Aquaria, Lipsia 1891; Rossmässler, Das Süsswasseraquarium, Lipsia 1892; Bade, Das Süsswasseraquarium, 2ª edizione, Berlino 1892; Bade, Praxis der Aquariumkunde, Magdeburgo 1899; Coupin, l'aquarium d'eau douce, Parigi 1893; Aquarium Neapolitanum. Guida per l'acquario della Stazione Zoologica di Napoli, 8ª edizione, Napoli 1922.