ACONITO (dal gr. ἀκόνῖτον, lat. aconītum; fr. aconit, sp. acónito, ted. Eisenhut, ingl. aconite)
Genere di piante della famiglia delle Ranunculacee (tribù delle Elleboree) caratterizzato dai sepali petaloidi, di cui il posteriore è eretto e in forma di elmo. Tutte le specie del gen. Aconitum sono velenose, per gli alcaloidi che contengono, e qualcuna viene anche usata in medicina.
La specie medicinale più importante è l'Aconitum napellus L., volgarmente detto napello: è questa un'erba da 50 cm. a 1 m. di altezza, con radici tuberizzate napiformi, fusto eretto semplice con foglie palmatosette a segmenti bifidi o trifidi, inciso-dentati; i fiori sono disposti in grappolo terminale, di un bel colore azzurro vivace; il frutto è follicolare con semi rugosi. Questa pianta vive in Europa, in Asia e in America sulle montagne: in Italia è frequentissima nei pascoli e nei boschi della regione montana e subalpina, sulle Alpi. Anticamente si adoperavano le foglie a scopo medicinale, e questo avviene tuttora in alcuni paesi; ora si usano specialmente le radici; queste sono per lo più costituite da due radici tuberizzate appaiate, napiformi, accompagnate da un certo numero di radicelle filiformi; di esse una è grinzosa e vuota, inservibile dal punto di vista farmaceutico, e rappresenta il tubero dell'anno in corso; l'altra è turgida e rigonfia; da essa si svilupperà la nuova pianta nell'anno successivo. Nell'interno il tubero è di color bianco, e, in sezione trasversale, mostra il midollo di aspetto stellato appunto per il percorso sinuoso della zona legnosa. Contengono l'alcaloide velenosissimo: l'aconitina (v.).
Altre specie sono: A. ferox Wall., che vive nelle parti temperate dell'Himālaya, nel Nepal e nel Sikkim, e che, insieme con l'A. uncinatum L., l'A. lundum Hook. f. et Thomp. e l'A. palmatum Don., delle medesime regioni, fornisce la droga conosciuta nei bazar indiani col nome di bish o di bikh; queste radici però contengono pseudoaconitina e piccolissime quantità di aconitina.
L'A. variegatum L., con fiori azzurri spesso variegati di bianco, si trova sulle Alpi e in talune località dell'Appennino ligure, piacentino, parmense e tosco-emiliano: i suoi tuberi contengono la picroaconitina. L'A. anthora L. e l'A. lycoctonum L. hanno i fiori, gialli o bianco giallognoli: vivono dalla regione montana all'alpina nelle Alpi, e il secondo si trova anche sull'Appennino sino in Calabria. La sua radice contiene acolictina e licoctonina. L'A. Japonicum Dcne. (del Giappone) contiene nelle sue radici la Japoaconitina.
L'uso dell'aconito è molto antico: i Greci se ne servivano come veleno giudiziario, al pari della cicuta; gli antichi Cinesi e Indiani usavano le specie che crescono nei loro paesi per avvelenare le frecce. L'uso medicinale deve rimontare al Medioevo; e per tale uso doveva essere adoperata l'erba. Nel sec. XVIII vennero adoperate le foglie, le quali anche oggidì, insieme con i tuberi, sono iscritte nella farmacopea elvetica; l'uso dei tuberi è assai recente.
Bibl.: Planchon e Collin, Drogues simples, II, Parigi 1896; Cortesi, Botanica farmaceutica, Torino 1910; Tschirch, Handbuch der Pharmakognosie, III, Lipsia 1924; Valenti, Cortesi e Carlinfanti, Codice delle piante medicinali, Roma 1925, parte 1ª.