ACME (dal gr. ἀκνή "punta" che ricorda la sottigliezza e l'aspetto della conchiglia)
Questo genere, istituito da Hartmann nel 1821, comprende delle piccole specie di Gasteropodi Prosobranchi del sottordine dei Monotocardi, costituenti una famiglia poco numerosa, quella degli Acmidi.
L'animale la due brevi tentacoli cilindrici, affilati, divergenti, alla base dei quali sono inseriti gli occhi. Il muso è sporgente, gracile e troncato. Le otocisti contengono molte otoliti. Il piede, allungato e stretto, si presenta acuminato posteriormente, con un opercolo corneo, trasparente, a nucleo eccentrico.
La conchiglia è piccola, sottile, cilindrica, con peristoma ispessito, con superficie levigata, impresso-lineata o costulata.
J. Brown ha trovato fossili di Acme nel Pliocene superiore di Essex. Le specie di questo genere sono terrestri: vivono in numerose colonie nei luoghi umidi, tra le erbe, sotto le pietre e sotto i muschî, insieme con altri molluschi (Helix rupestris Stud.; Helix pulchelln Müll.; Pupa secale Drap.; Carychium minimum Müll.; Pomatias patulus Drap.; Cionella acicula Müll.; Cionella Hohenwarti Rossm.). Si possono facilmente raccogliere conchiglie di Acme tra i fini detriti legnosi che rimangono abbandonati dopo le piene nell'alveo e sulle sponde dei fiumi.
Tra le specie italiane più comuni ricordiamo: l'Acme Moutoni Dupuy. (conch. lunghezza 3 mm.; diam. 1 mm.) dalla conchiglia finamente striata; l'A. lineata Drap. (conch. lung. 2½-4 mm.; diam. ½-1 mm.), dalla conchiglia bruna, lucente, con sottilissime strie longitudinali; l'A. Folini Nev. (conch. lung. 5½ mm.; diam. 1¾ mm.), dalla conchiglia cornea, brillante. C. Pollonera ha descritto altre specie di Acme più rare, che si trovano nel Friuli (A. Pironae), nel Piemonte (A. Gentilei), nel Bellunese (A. veneta).