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ACIDO

di Giulio MILAZZO - Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)
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ACIDO (I, p. 320)

Giulio MILAZZO

Secondo le ricerche più recenti può essere definita "acido" ogni sostanza a legame eteropolare, contenente almeno un atomo di idrogeno, il quale in un solvente adatto viene dissociato sotto forma di protone. I protoni così dissociabili possono essere sostituiti da altri cationi (salificazione). Le caratteristiche del solvente, affinché una sostanza considerata acido secondo la definizione precedente, possa realmente funzionare come tale, sono le seguenti: a) il solvente deve avere una costante dielettrica sufficientemente elevata, allo scopo di favorire la dissociazione dei protoni; b) le sue molecole devono comportarsi come accettori dei protoni dissociati, cioè esso dev'essere protofilo.

Il protone dissociato dalla molecola dell'acido reagisce col solvente per formare quello che comunemente viene chiamato "ione idrogeno", il quale, pur avendo sempre lo stesso nome, ha però composizione diverse da un solvente all'altro. Per esempio in acqua la reazione è la seguente:

Lo ione idrogeno così formato è di solito ulteriormente solvatato.

In solventi spiccatamente protogeni (donatori di protoni), come per es. HF o HCl liquidi, neppure l'acido più forte può esplicare proprietà acide, non essendo presenti molecole accettori di protoni. Pertanto la proprietà acida dipende dal solvente, oltre che dalla sostanza.

La forza di un acido è strettamente legata alla natura del solvente e, per uno stesso composto, è tanto maggiore quanto più spiccato è il carattere protofilo del solvente. Essa viene misurata numericamente dalla cosiddetta costante di dissociazione, la quale è in realtà una costante di equilibrio applicata ad una reazione del tipo [1]: da essa risulta evidente come la forza di un acido debba dipendere dalla affinità tra il protone dissociabile dell'acido AH e la molecola del solvente.

L'acidità di una soluzione è invece misurata dall'attività attuale degli ioni idrogeno. Tra i metodi sperimentali di misura si è molto esteso quello elettrometrico, mediante l'impiego di elettrodi di vetro. Tali elettrodi sono costituiti da una sottile membrana di vetro speciale a contatto, da una parte con una soluzione tampone a pH noto e dall'altra con la soluzione della quale si vuol misurare l'acidità. Tra le due soluzioni si genera una differenza di potenziale, la quale, entro determinati limiti, è una funzione lineare del pH della soluzione ad acidità incognita. Tale differenza di potenziale viene misurata potenziometricamente. Gli elettrodi di vetro vanno tarati con soluzioni tampone a pH noto per ricavare la dipendenza della differenza di potenziale dal pH per ognuno di essi.

Vedi anche
acido cloridrico Composto di cloro e idrogeno; ha formula HCl e appartiene al gruppo degli idracidi. È un gas incolore di odore pungente che fuma fortemente all’aria; si scioglie facilmente in acqua (nella proporzione di 450 vol. di acido per uno di acqua a 18 °C), in alcol, in etere, in benzene e in altri composti organici. ... idrogenione In elettrochimica, indica lo ione idrogeno, H+, cioè il protone. La dissociazione elettrolitica degli acidi dà luogo a i. e anioni costituiti dal residuo acido. solvente Uno dei componenti di una soluzione, generalmente quello presente in maggiore quantità o quello che, allo stato puro, si presenta nello stesso stato di aggregazione della soluzione. Anche, qualsiasi sostanza capace di scioglierne un’altra, in genere senza alterarne la natura chimica. Comunemente i s. ... idrogeno Elemento chimico, simbolo H, peso atomico 1,008, scoperto da H. Cavendish nel 1766. Il suo nome deriva dal fr. hydrogène, termine coniato come aggettivo («che genera l’acqua») dal chimico francese G. de Morveau, con A.-L. Lavoisier e altri, nel 1787. Caratteristiche Sono noti tre isotopi: il protio, ...
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  • DIFFERENZA DI POTENZIALE
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Altri risultati per ACIDO
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Vocabolario
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