FORMICO, acido (ted. Ameisensäure)
È il primo termine della serie degli acidi monobasici della serie grassa, corrispondente alla formula CH2O2. Si ritrova in natura in alcuni animali (per es., nella formica rossa e nella processionea) e in diverse piante (per es., nei peli dell'ortica, nel tamarindo, ecc.). Piccole quantità si riscontrano sotto forma di formiati negli organi degli animali superiori. La quantità di formiato giornalmente eliminata con l'urina dall'uomo oscilla fra i 13 e 100 mg. circa, il che dimostra come l'acido formico si produca in quantità non piccole durante il metabolismo intermedio.
L'acido formico si può ottenere artificialmente per ossidazione dell'alcool metilico
per saponificazione dell'acido cianidrico (che si può considerare appunto come il nitrile corrispondente all'acido formico)
o riscaldando il cloroformio con idrato potassico
e in molti altri modi. Si forma acido formico come prodotto dell'ossidazione incompleta degl'idrati di carbonio, p. es., nell'ossidazione dell'amido e dello zucchero con MnO2 e acido solforico. Per riscaldamento dell'acido ossalico si forma acido formico
Questa scissione avviene meglio esponendo alla luce solare una soluzione acquosa di acido ossalico con un po' di ossido d'uranio. In modo più pratico si può realizzare la reazione sopra scritta riscaldando l'acido ossalico cristallizzato con glicerina (si forma come prodotto intermedio la monoformina). Su questa reazione era fondato il procedimento industriale col quale fino a poco tempo fa si preparava l'acido formico. Oggi si prepara meglio dal formiato di sodio che si può ottenere facendo agire l'ossido di carbonio sull'idrato sodico a temperatura di 200° circa
La reazione avvien meglio lavorando sotto pressione.
L'acido formico è un liquido incoloro, di odore pungente, che ha forte azione caustica sulla pelle. Bolle a 101°. Fonde a + 8°. È miscibile con l'acqua in tutte le proporzioni. Distillando una soluzione diluita di acido formico si può ottenere una soluzione che a 760 millimetri bolle a 107°, la quale contiene 75% di acido formico.
Non è facile ottenere l'acido formico anidro perché, se si distilla per es. un formiato con acido solforico concentrato si hanno forti perdite dovute alla scissione dell'acido formico prodotta dall'acido solforico. Si è cercato di raggiungere lo scopo distillando il formiato di sodio con un difetto di acido solforico oppure distillandolo con solfato acido di sodio a pressione ridotta o in altri modi. L'acido formico ha forti proprietà riducenti: riduce per esempio il nitrato d'argento e riduce il cloruro mercurico prima a cloruro mercuroso e poi a mercurio metallico. In queste reazioni l'acido formico si comporta come un'aldeide: esso si può considerare come l'aldeide corrispondente all'acido carbonico
Per azione delle sostanze disidratanti, per es. per riscaldamento con acido solforico concentrato, viene scisso in ossido di carbonio e acqua
Questa medesima scissione può avvenire facendo arrivare i vapori di acido formico sopra alcuni ossidi, riscaldati per esempio sull'ossido di titanio. L'ossido di zinco provoca invece la scissione dell'acido formico secondo lo schema
Anche a temperatura ordinaria quest'ultima reazione viene catalizzata dal rodio in polvere e da altri metalli.
Un'altra reazione caratteristica dell'acido formico è la sua trasformabilità in acido ossalico. Se si riscalda a circa 400° il formiato di sodio, si forma ossalato di sodio con svolgimento d' idrogeno
Fra gli altri sali dell'acido formico sono da ricordare il formiato d'ammonio (dal quale per disidratazione si può avere la formammide e poi l'acido cianidrico), il formiato d'alluminio (che viene impiegato come mordente in luogo dell'acetato di alluminio), il formiato di nichel (che trova applicazione come catalizzatore nell'industria dell'indurimento degli olî) e alcuni formiati, per es. quello di calcio, usati in medicina. L'acido formico in soluzione, oltre che come antisettico, è molto usato nell'industria tintoria e nell'industria del cuoio. Hanno interesse anche alcuni eteri dell'acido formico (formiati di metile, di etile, di amile, ecc.) che servono per la confezione di essenze per liquori (essenza di arack, eteri di frutta, ecc.) e anche come solventi e gelatinizzanti dell'acetil-cellulosa.
Per gli eteri formici clorurati v. fosgene.
Farmacologia. - L'acido formico ha azione simile a quella dell'acido acetico, resiste però più di quest'ultimo alle ossidazioni. Anche i formiati s'ossidano più lentamente degli altri sali dell'organismo: due terzi circa delle quantità somministrate riappaiono inalterati nell'urina. A dosi minori l'ossidazione è più completa e avviene principalmente nel fegato. L'acido formico allo stato libero è irritante e antisettico e come tale, nella proporzione di 0,1-0, 15% s'usa per la conservazione degli alimenti. Dosi di gr. 0,5 al giorno in conveniente diluizione non producono azioni notevoli; dosi maggiori possono provocare disturbi simili a quelli prodotti dall'acido acetico. I formiati a dosi giornaliere di 3-4 gr. restano senza effetto, talora dànno ematuria o emoglobinuria, altre volte formazione di metemoglobina. Sul circolo i formiati non hanno azione spiccata: solo a forti dosi deprimono il cuore. All'acido formico che si formerebbe in seno ai tessuti dall'alcool metilico è stata attribuita la tossicità di quest'ultima sostanza. L'acido formico è stato proposto in varie infermità, ma senza fondamento.