acidi ipoalogenosi
Composti chimici inorganici di formula generale HXO, dove X indica un elemento alogeno (F, Cl, Br, I). In questi composti il numero di ossidazione dell’elemento alogeno è +1, caratteristica che li rende generalmente reattivi e poco stabili. L’alogeno tende infatti a ridursi allo stato di ossidazione −1 o 0, formando ossigeno elementare. Secondo la nomenclatura inorganica moderna, che non fa uso del prefisso ipo- e del suffisso -oso, questi composti andrebbero denominati monossoalogenati di idrogeno oppure acidi monossoalogenici: per es., HClO è il monossoclorato di idrogeno o l’acido monossoclorico. L’unico acido ipoalogenoso che è stato preparato e isolato allo stato puro in fase condensata è l’acido ipofluoroso HFO, che si presenta come solido bianco sotto i −117°C, temperatura a cui fonde fornendo un liquido giallo pallido. Gli altri composti della serie sono stabili solamente in soluzione acquosa, e la loro stabilità è influenzata dalla concentrazione, dal pH, dalla temperatura e dalla presenza di impurezze metalliche che possono accelerare la decomposizione. L’acido ipocloroso (HClO) si forma, insieme all’acido cloridrico, per reazione tra cloro e acqua. È un potente agente ossidante, molto efficace come agente sbiancante, nel trattamento delle acque reflue industriali (controllo dei fanghi), nella potabilizzazione dell’acqua e come sterilizzante per piscine. Al suo posto, però, nella pratica si preferisce impiegare i corrispondenti sali (ipocloriti di sodio e di calcio), che sono più stabili (ma meno attivi) o altri composti che in acqua liberano l’acido (per es., l’acido tricloroisocianurico). Un’alternativa consiste nel formare direttamente in situ l’ipoclorito mediante elettrolisi del cloruro di sodio. L’acido ipobromoso (HBrO) ha caratteristiche e proprietà simili a HClO.