ACHOLLA
Colonia fenicia della costa orientale tunisina; la tradizione letteraria ne ha alterato il nome in varie maniere.
Il sito di A. rimase a lungo incerto, per un errore di Tolomeo che lo pone a N del Capo Vada (Ras Kapudia). Una scoperta epigrafica sopravvenuta nel 1947 conferma l'ipotesi del Willmans e permette di situare A. a Botria (Badria), a 10 km a S del Capo Kapudia. Fondata da coloni maltesi, secondo Stefano di Bisanzio, A. fu una delle sette città fenicie rimaste indipendenti in Africa dopo il 146 a. C. Prese le parti di Cesare nella guerra civile; divenuta un municipio, non si elevò mai al rango di colonia, ma fu la sede di un episcopato.
Vaste sono le rovine di A. (200 ettari); vi si riconoscono in particolar modo il porto, l'anfiteatro, due edifici termali, parecchie ville, un battistero ed un santuario punico del tipo Tafet. Le terme, dette di Traiano, contenevano, insieme con l'iscrizione che ha risolto il problema della localizzazione, numerosi mosaici assai belli risalenti alla prima metà del sec. II d. C. Sono notevoli le rappresentazioni del trionfo indiano di Dioniso, di giochi di ninfe e di satiri, di lotte di centauri e di belve. Un pavimento a mosaico riproduce l'architettura fantastica di una parete pompeiana del IV stile; un piccolo quadro raffigura un bosco sacro che racchiude un grande trofeo.
I mosaici nel calidarium delle medesime terme e nelle ville circonvicine, di uno stile più evoluto, appartengono probabilmente all'età degli Antonini; in parecchi di essi sono rappresentate le stagioni. La monetazione autonoma di A. è interessante. Agli esemplari raccolti dal Müller si deve aggiungere una piccola moneta in bronzo di recente scoperta che rappresenta un dio con in testa la tiara di piume.
Bibl: C. I. L., VIII, p. 12; V. Guérin, Voyage, Parigi 1862, pp. 161-162; G. Picard, A., in Comptes-Rendus de l'Académie des Inscr. et Belles-Lettres, 1947, p. 557 ss.; G. C. Picard, Dionysos victorieux sur une mosaïque d'A., in Mélanges Ch. Picard, 11, Parigi 1949, pp. 810-821.