ACHILLE
Eroe greco, figlio di Peleo e della dea Teti, protagonista dell'Iliade e di altri poemi ciclici quali le Ciprie e l'Etiopide. Tutta la vita dell'eroe è minuziosamente rappresentata attraverso un grandissimo numero di monumenti. Dobbiamo premettere che la tipologia di A. si evolve secondo una parabola simile a quella del dio Ares (v.): in età arcaica A. è per lo più raffigurato chiuso nelle armi, truce, barbuto (v. exekias). Però anche questo schema ha le sue eccezioni, per es. su un vaso calcidese troviamo A. rappresentato imberbe (A. Rumpf, Ghalkidische Vasen, tav. xix). In età classica A. ha invece i caratteri del guerriero greco giovane: sbarbato, con i capelli corti o ricciuti, caratteri che si accentuano nel IV sec. In età ellenistica l'iconografia di A. risente spesso di quella di Alessandro Magno: l'eroe ha lo sguardo ardente, i movimenti impetuosi, i capelli sciolti. In età romana si ripetono schemi ellenistici o si adatta la figura di A. alla tipologia romana, a volte usandola per statue-ritratto.
La vita di A. - a) La nascita di A. è raffigurata in un'opera tarda come il rilievo circolare del Museo Capitolino con scene della vita dell'eroe databile al IV sec. d. C. b) Anche la scena di A. che viene tuffato da Teti nello Stige per ottenere l'immortalità appare in opere ugualmente tarde come sulla cosiddetta Thensa Capitolina; probabilmente in un riquadro, purtroppo estremamente mal ridotto, del monumento dei Secundini a Igel; in un pannello secondario di un mosaico in una casa dell'Acropoli Lycia e su gemme. c) Vediamo poi A. portato a Chirone da Peleo o da Teti in opere arcaiche greche: trono di Apollo Amyklaios; descritto da Pausania (iii, 18, 12); un'anfora protoattica; una kylix di Oltos a Berlino; una oinochòe di Nikosthenes (v.) ed infine in opere tarde come la Thensa ed il rilievo capitolino già citati, nel rilievo di Costantina ed in un bacino copto del museo del Cairo. d) Chirone che palleggia il piccolo A. è rappresentato in un'anfora greca a figure rosse di Oltos. e) Successivamente A. giovanetto che viene istruito nella lyra, nella caccia e nella ginnastica in opere di età romana come in una pittura di Ercolano, in un gruppo dei Saepta descritto da Plinio (Nat. hist., xxxvi, 29), in un mosaico di Cherchell, nel rilievo e nella Thensa capitolini (cit.), in gemme ed in sarcofagi. f) L'episodio di A. a Sciro è più volte rappresentato nelle sue varie fasi: fu trattato nella pittura greca, ma ce ne sono pervenute raffigurazioni solo in opere di età romana. Pausania (i, 22, 5) ci dice che questo episodio era stato rappresentato in una pittura di Polignoto. A., talvolta in veste femminile, siede tra le figlie di Licomede o con la sola Deidamia, come vediamo in uno specchio etrusco, in sarcofagi, nella Thensa Capitolina ed in mosaici (ad Antiochia e nelle Terme di Curium). In altri sarcofagi ed in mosaici della Gallia vediamo A. balzare in piedi, vinto dall'astuzia di Ulisse. Già il pittore Athenion - come ci dice Plinio (xxxv, 134) aveva dipinto la scena di A. che allo squillo della tromba balza impetuosamente afferrando le armi, tra lo sgomento delle fanciulle. Questa scena ci è conservata in celebri pitture pompeiane, nei mosaici di Cherchell, Tipasa e Sparta, su numerosi sarcofagi, tra i quali emergono quello Stroganoff e quello capitolino, sulla Thensa e sul rilievo capitolini. A. che riveste le armi e si congeda da Licomede è rappresentato in alcuni sarcofagi. g) Abbiamo poi alcune raffigurazioni di A. con Clitennestra ed Ifigenia in Aulide, ispirate alla tragedia di Euripide. Clitennestra supplica A.; l'eroe incontra Ifigenia ed assiste impotente insieme con Clitennestra al sacrificio della fanciulla. Tali rappresentazioni si trovano in opere tarde etrusche - come in urnette ed in una cista -, in un rilievo di Thermessos ed in altri di argilla, infine in un mosaico rinvenuto presso Verona.
2. Episodî della guerra troiana. - a) Uno degli episodî più rappresentati in età arcaica, specialmente in ambienti attico e peloponnesiaco, è quello di A. e Troilo, tratto con ogni probabilità dalle Ciprie in cui appunto era narrato l'antefatto dell'Iliade. Si possono distinguere tre diversi momenti del mito: l'agguato, l'inseguimento e l'uccisione di Troilo presso l'ara di Apollo Timbreo. Gli elementi essenziali dell'episodio dell'agguato sono le figure di A., di Troilo e la fontana, a cui si possono aggiungere Polissena, alcuni cavalli, una palma. La più antica rappresentazione dell'agguato di A. è quella, molto sommaria, sulla lèkythos protocorinzia di Efestia. La stessa scena si trova pure in un pithos beota del terzo venticinquennio del VII sec., in cui l'eroe è reso riconoscibile per mezzo della rappresentazione dell'avventura dei buoi sull'Ida, forse soggetto di uno dei mutili frontoni in poros dell'Acropoli. Un'altra raffigurazione dell'agguato di A. si ha in un rilievo del fregio dello Heraion alla foce del Sele. Nella pittura tarquinese della tomba dei Tori, A. non è rappresentato più in agguato, ma allorché sta uscendo dal nascondiglio. Dei tre momenti del mito l'agguato è quello preferito nella seconda metà del VI sec., mentre scompare nei vasi a figure rosse. L'inseguimento di A. si trova fra l'altro nel vaso François del Museo Archeologico di Firenze, in bronzi di Olimpia e nella anfora pontica del museo di Reading (Inghilterra), che ci offre anche la rappresentazione di A. che incalza Troilo presso l'altare di Apollo, che è la parte del mito meno rappresentata. In un'anfora di Vulci è anche rappresentata una fase ancora successiva del mito, cioè A. che combatte con Ettore presso un'ara sul cadavere di Troilo. Le figure di A. e di Troilo si trovano ancora su bronzi della metà del IV sec. di scuola lisippea. b) Una famosa anfora attica a figure nere del museo di Boston e un'anfora simile del Louvre, della prima metà del VI sec., rappresentano A. che indossa le armi presso Ftia. Una coppa omerica da Corinto ha come scena principale A. davanti ad un elaborato trofeo. c) Il duello tra A. e Kyknos si trova rappresentato su una cista, mentre il combattimento tra A. e Telefo formava il soggetto di uno dei frontoni del tempio di Atena a Tegea, opera di Skopas (Paus., viii, 45,7) e la guarigione dello stesso Telefo per opera di A. è raffigurata su specchi etruschi. Sempre dalle Ciprie è tratta la scena di A. che gioca ai dadi con Aiace, raffigurata su bronzi arcaici, sulla splendida anfora di Exekias al Vaticano, su vasi di Oltos e di Andokides ed infine su specchi etruschi.
3. Iliade. - Le rappresentazioni dell'Iliade mostrano anzitutto: a) il consesso dei capi Achei e l'inizio della contesa tra A. ed Agamennone. A. balza in piedi e sta per sfoderare la spada, come vediamo, tra l'altro, in alcune pitture pompeiane. b) A. e Briseide sono invece raffigurati sui due lati delle anfore di Oltos a Londra e del Pittore di A. al Vaticano: quest'ultimo ci offre una delle interpretazioni più belle dell'eroe greco in un'immagine concepita nel clima delle grandi creazioni fidiache, mentre le due figure di Oltos sono un poco leziose nella loro grazia arcaica. c) La scena in cui Briseide viene allontanata da A. è riprodotta nel noto skyphos di Hieron, ma particolarmente bella è la pittura pompeiana della casa del Poeta Tragico in cui A., seduto, volge verso Briseide piangente la testa ricciuta con espressione d'ira e di profondo dolore. Questa rappresentazione si trova anche in opere tarde quali due mosaici di Antiochia sull'Oronte e sulla miniatura VI dell'Iliade Ambrosiana (Cod. inf. 3 della Biblioteca Ambrosiana, Milano). d) A. si ritira poi sotto la tenda. Nel ciclo dell'Iliade dipinto nell'oecus tricliniare della casa di Loreio Tiburtino (o di Quartione) a Pompei, vediamo A. dinanzi alla sua tenda. La pittura non si accorda col racconto omerico, a differenza di quella della casa dei Capitelli Colorati. Anche in altri monumenti non pompeiani, come l'ametista augustea di Pamphilos nella Bibliothèque Nationale di Parigi, vediamo A. seduto su di una roccia presso la riva del mare, intento a suonare la lyra. e) Su un'olpe corinzia di Bruxelles, e su una miniatura del codice ambrosiano citato, vediamo A. consolato da Teti. f) L'episodio successivo della Presbeia ci mostra A. che riceve gli ambasciatori. Questo soggetto trova larghissimo favore nelle raffigurazioni dell'età arcaica su vasi a figure nere ed a figure rosse, mentre diviene più raro in età posteriore. Troviamo l'episodio nella suddetta casa di Loreio Tiburtino a Pompei e così in una miniatura del codice ambrosiano citato, in cui vediamo gli araldi alla tenda di A., che corrispondono per soggetto e composizione con la pittura pompeiana della casa del Poeta Tragico. g) A questo punto il mito di A. s'intreccia con quello di Patroclo. Già nell'arte greca abbiamo raffigurazioni generiche dei due eroi. Nella kylix di Sosias (v.) vediamo A. che benda l'amico, e Patroclo è rappresentato su un kàntharos del ceramista Epigenes (v.), mentre A. e Patroclo a cavallo erano rappresentati nel donario dei Tessali a Delfi, opera di Lykios (Paus., x, 13, 5). h) Tornando all'Iliade, troviamo fra i rilievi della Thensa Capitolina Patroclo che prega A. di tornare a combattere e si congeda per andare in battaglia, poi, in un sarcofago di Woburn, il corpo di Patroclo ucciso viene riportato ad A.: il pianto dell'eroe sul cadavere dell'amico è raffigurato su una lèkythos di New York, su una delle oinochòai del tesoro di Berthouville, ecc. i) Numerose le rappresentazioni di Teti che porta ad A. le nuove armi di Efesto. Il Bulas, trattando ampiamente questo soggetto, lo colloca tra le composizioni di genere in quanto solo alcuni particolari dànno un carattere d'individualità alla stessa scena. Tra i varî schemi lo Spinazzola distingue quello che appare in tutta una serie di vasi, in cui è un guerriero con un ginocchio alzato, in atto di allacciarsi uno schiniere dinanzi ad una figura femminile che sorregge una qualche arma (v. Patroclo, Tetide); e l'altro schema del guerriero dinanzi alla donna che gli consegna una parte dell'armatura. Anche la pittura danneggiatissima della casa di Loreio Tiburtino a Pompei probabilmente si rifaceva ad uno di questi schemi. Il primo schema appare tra l'altro nella Tabula Capitolina, il secondo in una lastra del carro di Monteleone. i) La partenza di A. è rappresentata su un bel frammento a figure nere di Nearchos (v.) e su una kylix di Oltos. m) La lotta tra A. e lo Scamandro appare solo sulla Tabula Capitolina e nel rilievo iliaco di New York, mentre in una miniatura dell'Iliade Ambrosiana è raffigurato lo Scamandro che rimprovera Achille. n) Segue il duello tra A. ed Ettore, tema comune delle figurazioni antiche fino dall'età arcaica. In una kylix di Brygos vediamo A. inseguire Ettore intorno alle mura. Il vero e proprio duello è raffigurato in una bella kylix corinzia di Bruxelles e sul noto cratere del Pittore di Berlino (v.). Nell'età classica questo soggetto appare con minore frequenza, in età ellenistico-romana ci vien segnalato in un dipinto, oggi perduto, nel portico del tempio di Apollo a Pompei. Nella casa del Criptoportico A., sceso dal carro, sta per slanciarsi a combattere. La scena, che appare nella pittura della casa del Laomedonte, ritorna in età tarda nel bacile copto del museo del Cairo. o) A. trascina il corpo di Ettore. Il Bulas distingue a proposito dei vasi due schemi: quello di A. sul carro che trascina Ettore e l'altro di A. che, sceso dal carro, si china sul cadavere di Ettore. Questo soggetto, che ha avuto largo favore presso gli artisti romani, si ritrova nella casa del Criptoportico ed in quella di Loreio Tiburtino a Pompei, oltre che nei soliti monumenti capitolini e nella Tabula di New York. In età tarda lo ritroviamo nel bacile copto del museo del Cairo. p) Quanto alla scena del sacrificio dei prigionieri troiani uccisi da A., questo tema è largamente trattato nell'arte etrusca, dove lo troviamo nella pittura della tomba François (v.), come nel sarcofago di Torre S. Severo ed in alcuni vasi, con uno schema cosi simile che si può pensare ad un originale greco perduto. q) Anche la scena del riscatto del corpo di Ettore ispirò artisti e decoratori fino dall'età arcaica. Due essenzialmente sono gli schemi compositivi: nel più semplice compaiono soltanto Priamo, A. ed un servo in piedi presso il cadavere di Ettore che giace al suolo; nell'altro, A. è sdraiato su una klìne accanto a Priamo, con altri personaggi. Ricordiamo alcuni bronzi arcaici, uno stamnos etrusco ed un'anfora di Ruvo. Nell'età ellenistico-romana il soggetto del riscatto è molto ripetuto, secondo uno schema che per lo più ci presenta Priamo avanzante o in ginocchio dinanzi ad A. seduto, a volte accompagnato da altre figure. Tra i monumenti di età romana ricordiamo il rilievo in stucco della tomba dei Pancrazî, l'altro a Pompei nella casa del Criptoportico e la pittura della casa di Loreio Tiburtino. In età più tarda, l'Achilleide nel bacile copto del Cairo già citato, oltre ai monumenti capitolini e alla Tabula Iliaca di New York.
4. A. e Pentesilea. - È l'episodio più famoso e più rappresentato. I monumenti più arcaici ci presentano semplicemente il duello, senza complicazioni psicologiche: ma già nell'anfora di Exekias a Londra s'insinua l'elemento patetico e drammatico. Questo soggetto è stato assai trattato dai pittori dei vasi a figure nere. A un gruppo statuario di stile severo doveva appartenere la supposta Pentesilea di Vienna; ricordiamo anche la pittura di Panainos a Olimpia (Paus., v, 11, 6), ma la più celebre raffigurazione del V sec. è la meravigliosa coppa di Monaco del Pittore di Pentesilea (v.). Al III sec. a. C. appartiene il noto gruppo scultoreo Ginevra-Terme, ricostruito dal Lugli, con A. che sorregge la morta Pentesilea, secondo la patetica concezione pergamena. Questo nuovo aspetto rimane in età romana nel mosaico di Cherchell, in numerosi sarcofagi e in monumenti minori. Molto interessanti anche alcuni specchi etruschi e alcuni bronzi di Siris al British Museum.
5. A. e Memnone, A. e Tersite. - a) Il duello tra A. e Memnone era già rappresentato sull'arca di Cipselo (Paus., v, 19, 1), e un gruppo scultoreo dei due eroi, opera di Lykios, era ad Olimpia (Paus., v, 22, 2). Tra i monumenti superstiti ricordiamo un'anfora melia, una tirrenica, una ionica ed una hydrìa di Londra. Ricordiamo ancora un cratere di Londra ed uno del Louvre ed un vaso firmato di Epiktetos e sopratutto un bellissimo cratere di Boston, con Memnone che cade tra le braccia della madre Eos. Forse si deve interpretare come lo stesso episodio la raffigurazione di un rilievo fittile di Locri con A. e Memnone, assistiti dalle due madri. Citiamo ancora alcuni specchi etruschi e la Tabula Iliaca. b) L'uccisione di Tersite da parte di A. compare solo sulla Tabula Iliaca.
6. La morte. - a) La morte di A., ferito al tallone da Paride, è raffigurata su gemme etrusche arcaiche, sulla Thensa Capitolina e sul sarcofago di Madrid. b) La lotta per il cadavere di A. è raffigurata su un'anfora calcidese, su una di Monaco, e su monumenti minori. c) L'episodio di Aiace che riporta il cadavere di A. appare su rilievi arcaici di argilla e di bronzo: in questi ultimi il cadavere di A. appare gigantesco e pauroso. Il vaso François e due note anfore di Exekias ci mostrano la stessa scena con accento fortemente tragico. Raffinata invece è la rappresentazione in una coppa del Vaticano. La scena ritorna su altri vasi, su di uno specchio etrusco, su gemme, sulla Thensa Capitolina. d) Il pianto delle Nereidi sul cadavere di A., disteso su una klìne, è rappresentato su una hydrìa corinzia del Louvre. e) A. nell'oltretomba era rappresentato nella Nekyia di Polignoto (Paus., x, 30, 3): l'eroe sedeva vicino a Patroclo. f) Non molte altre raffigurazioni ci mostrano A. trasportato nelle isole dei Beati; particolarmente interessante un'anfora a figure nere di Londra con A. armato ed alato al di sopra di una nave che naviga presso un promontorio. g) Abbiamo poi delle rappresentazioni varie di A., non collegate ad un momento particolare del mito: ricordiamo A. a cavallo, con altri eroi greci, sulla pisside corinzia di Chares, la testa di A. su monete di Pirro e della Tessaglia, numerose gemme con l'eroe in varî atteggiamenti ed uno specchio nel quale A. è in compagnia di Minerva e di una Lasa.
7. Statue. - Numerose statue di A. sono ricordate dalle fonti: Plinio (Nat. hist., xxxiv, 82) ricorda un "famoso" A. di Silanion; in un altro passo (xxxiv, 18) nota che erano dette "achillee" le statue raffiguranti personaggi nudi appoggiati alla lancia. Luciano (De Syria Dea, 40) menziona una statua di A. nel tempio di Astarte a Hierapolis e Arriano (Peripl. Pont. Eux., 21) ricorda uno xòanon arcaico di A. nel tempio dell'eroe nell'isola di Leuka. Cristodoro (Anth. Palat., l. ii) ricorda una statua di A. nudo e Servio (Ad Aenead., i, 30) menziona, presso Sigeo, una statua di A. che aveva gli orecchini d'oro come una donna.
8. Il mito nell'età tarda. - È interessante notare come le raffigurazioni d'A., dopo una certa pausa, si rifacciano più frequenti dalla fine del III sec. d. C. come tutti i motivi omerici. L'eroe greco diviene quasi il simbolo dell'antichità.
Alla Thensa Capitolina, che è la prima opera del IV sec. d. C., seguono, il cosiddetto scudo di Scipione, cioè un bacile ritrovato nelle acque del Rodano e conservato alla Bibliothèque Nationale di Parigi, una situla di bronzo già nella collezione Doria a Roma, il bacile copto del Cairo con la vita di Achille, più volte citato, ed il suo antecedente di marmo ai Musei Capitolini, anch'esso ricordato. Perfino in sei lucerne cristiane di Siracusa, alle scene bibliche si accompagna la rappresentazione di A. che trascina il cadavere di Ettore intorno alle mura di Troia: tutto questo basta a manifestare il favore che ha goduto il mito di A. sin nella tarda antichità. La rappresentazione di A. ritorna in codici bizantini.
Monumenti considerati. - Dei monumenti considerati nel testo sono qui indicati gli estremi bibliografici atti ad identificarli. La divisione in paragrafi dell'articolo, qui mantenuta, e la disposizione dei riferimenti bibliografici nello stesso ordine in cui i monumenti sono citati nel testo, dispensa dalla ripetizione della denominazione di ciascun monumento.
1. La vita. - a) S. Reinach, Rép. Rel., iii, p. 177; G. A. S. Snijder, The so-called Puteal in the Capitolino Museum at Rome, in Journ. Rom. Stud., xiii, 1923, pp. 56-68. b) H. S. Jones, A Catalogue of the Ancient Sculptures Preserved in the Municipal Collections of Rome, Oxford 1912-1926, ii, tavv. 68-70; F. Stählin, Die Thensa Capitolina, in Röm. Mitt., xxi, 1906, pp. 338-386; Dragendorff-Krüger, Das Grabmal von Igel, Treviri 1924, fig. 40, pp. 65-67; F. Drexel, Die Bilder der Igeler Säule, in Röm. Mitt., xxxv, 1920, pp. 83-142, fig. 2; F. Stählin, op. cit., p. 336. c) E. Buschor, Griechische Vasen, Monaco 1940, fig. 45; A. Rivier, La vie d'A. illustrée par les vases grecs, Losanna 1936, p. 3, fig. 3; A. Bruhl, Oltos and Early Red-figured Vases, Copenaghen 1943, n. 31, p. 43 e nota 75; S. Colvin, Centaurs in Greek Vase-painting, in Journ. Hell. Stud., ii, 1880, p. 139, fig. 4; A. Bruhl, Mosaïques de la legende d'A. à Cherchell, in Mél. Arch. et Histoire, Parigi-Roma 1931, p. 113; L. Leschi, Une mosaïque achilléenne de Tipasa de Maurétanie, in Mél. Arch. et Histoire, Parigi-Roma 1937, p. 33; I. Strzygowski, Katalog der koptischen Kunst, Vienna 1904, tav. xxvi, n. 9039, p. 259. d) E. Pfuhl, Malerei und Zeichnung der Griechen, Monaco 1923, fig. 363. e) G. E. Rizzo, La pittura ellenistico-romana, Milano 1929, tav. 85; A. Bruhl, Mosaïq., p. 113; A. Furtwängler, Gemmen, i, tav. xxi, fig. 19, xliii, pp. 10-16; C. Robert, Sarkophagrel., ii, tav. vi, fig. 20 a; tav. xvi, fig. 26 a. f) E. Gerhard, Etruskische Spiegel, Berlino 1845-1867, ii, fig. ccxxxi; C. Robert, op. cit., ii, da tav. vi a tav. x; D. Levi, Antioch Mosaic Pavements, Princeton 1947, ii, tav. xviii; P. Dikaios, in Fasti Arch., vii, 1954, n. 1465; Inventaire des mosaïques de la Gaule et de l'Afrique, Parigi 1909, n. 198; E. Pfuhl, op. cit., fig. 650; G. E. Rizzo, op. cit., tav. 65, casa di Olconio; R. Bianchi Bandinelli, Storicità dell'Arte Classica, Firenze 1950: dalla Casa dei Dioscuri, tav. 86; da Pompei, Museo Nazionale Romano, tav. 88: A. Bruhl, Mosaïq., p. 119; L. Leschi, op. cit., p. 27; R. Engelmann, Zwei Mosaiken aus Sparta, in Archäologische Zeitung, xxxix, 1881, pp. 127-13 I, tav. 6. g) H. Brunn-G. Körte, I rilievi delle urne etrusche, i, Roma 1870, tavv. 37, 40; A. Della Seta, Il Museo di Villa Giulia, Roma 1918, p. 420; 5. Reinach, op. cit., ii, p. 111; C. Robert, Homerische Becker, in 50. Programm zum Winckelmannsfeste, Berlino 1899, pp. 54-58; M. Bieber, Kuchenform mit Tragödienszene, in 75. Programm zum Winckelmannsfeste, Berlino 1915, p. 1, fig. 1; D. Levi, op. cit., p. 126, fig. 50.
2. Episodî della guerra troiana. - a) P. Zancani Montuoro, L'agguato a Troilo nella ceramica laconica, in Boll. d'Arte, xxxix, 1954, pp. 289-295; D. Mustilli, I vasi protocorinzî, corinzî ed i limiti cronologici della necropoli di Efestia, in Annuario Atene, xv-xvi, 1932-1933, p. 222, fig. 219, tav. x; R. Hampe, Frühe griechische Sagenbilder in Böotien, Atene 1936, p. 72; L. Wiegand, Die archaische Porosarchitektur der Akropolis zu Athen, Lipsia-Kassel 1904, p. 204; E. Buschor, Der Ölbaumgiebel, in Ath. Mitt., xxxvii, 1922, tav. vi, pp. 81-91; P. Zancani Montuoro-U. Zanotti Bianco, Heraion alla foce del Sele, ii, rilievo n. 18, tavv. xxxix, lxxvii, lxxviii, pp. 222-229; L. Banti, Problemi della pittura arcaica etrusca: la tomba dei Tori a Tarquinia, in St. Etr., xxiv, 1956, pp. 146-148; R. Zanotti-Bianco, Nuova ricomposizione del frontone dell'Acropoli detto dell'Ulivo, in Rend. Pontij. Accad. Romana Archeologia, xix, 1942-43, p. 371; Furtwängler-Reichhold, tavv. xi-xii; E. Kunze-H. Scheif, Olympische Forschungen, Berlino 1944, ii, p. 140; P. N. Ure, A New Pontic Amphora, in Journ. Hell. Stud., lxxi, 1951, pp. 198-202, tavv. 43-44 e C. V. A., Reading, tavv. 36-37; H. Thiersch, Thyrrenische Amphoren, Lipsia 1899 (anfora di Vulci a Monaco), tav. i; G. P. Oikonomos, Miroir grec de la collection Héléne Stathatos d'Athénes, in Mélanges Picard, ii, 1949, pp. 770-786. b) D. von Bothmer, The Arming of Achilles, in Museum of Fine Arts Bulletin, Boston, xlvii, 1949, pp. 89-90; Amer. Journal oJ Archaeol., lii, 1948, fasc. 3, pp. 526-528. c) A. Della Seta, op. cit., p. 476; E. Kunze, Archaische Schildbänder, Berlino 1950, tav. 59, xxxiii g; C. Albizzati, Vasi antichi dipinti del Vaticano, Roma 1925 e ss., tav. xliii, 1016; H. B. Walters, History of Ancient Pottery, Greek, Etruscan and Roman, Londra 1905, tav. xxxi; A. Bruhl, Oltos, n. 50, pp. 52, 54, 109, 118.
3. Iliade. - a) Le miniature del Codice inf. 3 della Bibl. Ambrosiana sono tutte riprodotte in fac-simile a colori nel vol. xxviii dei Fontes Ambrosiani; inoltre esse sono riprodotte tutte anche in R. Bianchi Bandinelli, Hellenistic-Byzantine Miniatures of the Iliad, Olten 1955, libro cui di preferenza rimandiamo per il notevole apparato critico. Le miniature ii e iii sono riprodotte a figg. 38 e 39 di quest'ultimo libro. Il Bianchi Bandinelli distingue tre tipi iconografici di A. nelle miniature dell'Iliade: A-(miniature i, ii, iii, v, vi, vii): giovane, simile ad Apollo, faccia piuttosto tonda; B-(miniatura lv): simile al precedente, ma con il volto più lungo; C-(miniature xxxvii e lvi): come A, ma con barbula; D-(min. xlvii): tipo dei ritratti di Gallieno. K. Bulas, Illustrations de l'Iliade, Leopoli 1929, pp. 125-133-135. Pittura della Casa dei Dioscuri: G. E. Rizzo, op. cit., tav. 56. b) C. V. A., British Museum, iii tav. v; Furtwängler-Reichhold, tav. 167, 2. c) K. Bulas, op. cit., pp. 80-132; Hoppin, Rec-fig., ii, p. 81; G. E. Rizzo, op. cit., tavv. 62 e A; D. Levi, op. cit., ii tavv. 50-70; iii, tav. 50 n. 50. d) K. Bulas, op. cit., p. 84; V. Spinazzola, Pompei alla luce degli scavi nuovi di via dell'Abbondanza, Roma 1956, ii, p. 981; A. Furtwängler, op. cit., i, tav. 49, fig. 18. e) K. Bulas, op. cit., pp. 13, 132; E. Pfuhl, op. cit., p. 5; V. Spinazzola, op. cit., p. 175; Min. vii dell'Iliade, in R. Bianchi Bandinelli, op. cit., fig. 43, p. 56. f) K. Bulas, op. cit., p. 5; V. Spinazzola, op. cit., p. 982, figg. 103-1005; Min. v dell'Iliade, in R. Bianchi Bandinelli, op. cit., fig. 541, p. 55; R. Bianchi Bandinelli, op. cit., fig. 172. g) E. Pfuhl, op. cit., fig. 137; Hoppin, Red fig., ii, p. 81. h) K. Bulas, op. cit., p. 85; C. Robert, op. cit., ii, tav. xxii, fig. 47 a; P. Zancani Montuoro-U. Zanotti Bianco, Heraion, etc., metopa con la morte di Patroclo; G. M. A. Richter, Red-figured Athenian Vases in the Metropolitan Museum of Art, New Haven, Londra 1936, tavv. 139-143; S. Reinach, op. cit., i, tav. 69. i) K. Bulas, op. cit., pp. 54-91; G. Q. Giglioli, Arte Etrusca, Milano 1935, p. 89. l) E. Pfuhl, op. cit., p. 236; A. Bruhi: Oltos, figg. 5-6, p. 17. m) R. Bianchi Bandinelli, op. cit., Min. 52; K. Bulas, New illustrations to the Iliad, in Am. Journ. Arch., liv, 1950, pp. 112-118, tavv. xviii-xx A. B. n) K. Bulas, op. cit., pp. 107-121; E. Gerhard, Auserlesene griechische Vasenbilder, hauptsächlich etruskischen Fundorts, Berlino 1840-58, iii, fig. 203; E. Steinbüchel, Atlas, viii, B2; V. Spinazzola, op. cit., ii, pp. 874-881; G. A. S. Snijder, op. cit., p. 56, tav. 12. o) K. Bulas, op. cit., pp. 18, 63, 92, 127; V. Spinazzola, op. cit., ii, p. 870, pp. 995-996, figg. 1028-1029; 3. Strzygowski, op. cit., fig. 9039, p. 259. p) K. Bulas, op. cit., p. 57; G. Q. Giglioli, op. cit., tav. 266-1; E. Galli, Il sarcofago etrusco di Torre S. Severo con scene del ciclo troiano, in Mon. Ant. Lincei, xxiv, 1917, p. 5, fig. 7 A, tav. 1. q) K. Bulas, op. cit., pp. 23, 65, 96, 122, 127; V. Spinazzola, op. cit., p. 891; E. Kunze, op. cit., tavv. xix, iv F; xlv, xvii D Beilage, ii, 1-3; E. Gerhard, op. cit., iii, p. 197; V. Spinazzola, op. cit., figg. 888-896, pp. 1002, 1004, figg. 1043-1048; 3. Strzygowski, op. cit., p. 259, fig. 9039.
4. A. e Pentesilea. - E. Kunze, op. cit., tavv. xx, v, 57, 44 b; 60, xxxii b; E. Pfuhl, op. cit., 23 b; W. Technau, op. cit., tavv. xxv e xxvi b; E. Gerhard, op. cit., iii, p. 205; C. V. A., British Museum, fasc. 6, tav. 84, figg. 2 e 3; Brunn-Bruckmann, Denkmäler, p. 418; H. Diepolder, Der Penthesilea-Maler, Lipsia 1936, tavv. 14, 15; A. Bruhl, Oltos, p. 117; C. Robert, op. cit., ii, tav. xxxvii, s: S. Reinach, op. cit., iii, p. 58, 2; C. Robert, op. cit., p. 26 D; A. Furtwängler, op. cit., tavv. xx, 24; xxiii, 65; lxiv, 46, 48; S. Reinach, op. cit., ii, p. 245, 2 A; E. Gerbard, op. cit., ii, p. 231; iv, p. 396, 2 T; G. Lugli, Due sculture ed un gruppo di arte ellenistica, in Boll. d'Arte, 1926, p. 193 ss., figg. 11, 12; pp. 204, 211.
5. A. e Memnone, A. e Tersite. - a) A. Conze, Melische Thongefässe, Lipsia 1802, tav. iii; C. Albizzati, op. cit., tav. xxxi, p. 309; E. Gerhard, op. cit., iii, p. 205; J. D. Beazley, Der Berliner Maler, Berlino 1930, tavv. xxix, xxx, xxxi; Hoppin, Red fig., 1, 131, n. 61; U. Ciotti, Una nuova opera firmata di Epitteto, in Arti figurative, ii, 1946, pp. 1, 2, 8; A. Bruhl, Oltos, tav. i; G. Foti, Rilievo fittile locrese con monomachia, in Arti figurative, iii, 1947, pp. 2-4, 108, iii; E. Gerhard, op. cit., ii, 235; iv, 2, 395.
6. La morte. - a) A. Furtwängler, Gemmen, xvi, 39; xviii, 72; xx, 54; S. Reinach, op. cit., ii, 193. b) E. Pfuhl, fig. 163; E. Gerhard, Aus. Vasenb., cit., iii, 227; S. Reinach, op. cit., 1, 70; C. Robert, Homerische Becher, cit., 30 e. c) Hampe, Sagenb., tavv. 34, 35; E. Kunze, op. cit., tav. 38-xiv, 23a; W. Technau, op. cit., tav. 3-a, c, d; C. Albizzati, op. cit., tavv. 34, 31 P; C. V. A., British Museum, iii, tavv. 45, 4 b; 4, tav. 69,2 a; J. D. Beazley, Etr. Vasepaint., p. 179; E. Gerhard, Etr. Sp., cit., ii, 234; A. Furtwängler, op. cit., xxiii, 40-41, 45, 46, 47; xvi, xviii 21, xx 18. d) E. Buschor, op. cit., fig. 79. f) C. V. A., British Museum, 4, tav. 58, 4 a. g) Hoppin, Black-fig., p. 9; D. R. Rochette, Monuments inedits d'antiquité figurée grecque, étrusque et romaine, Parigi 1833, p. 411; A. Furtwängler, op. cit., xvi, 28, 65, xliii, 18, 22; xlix, 18; lxiii, 17; E. Gerhard, op. cit., iv, 2, tav. 389.
8. Il mito nella tarda antichità. - L. Bernabò-Brea, Lucerne di età cristiana del Museo di Siracusa, in Nuovo Didaskaleion, i, 1936, pp. 55-59; nel cod. gr. 479 della Bibl. Marciana (del X-XI sec.) di Venezia è rappresentato, a fol. 822, A. sul carro con il cavallo che si volta a parlargli, raffigurazione che presenta affinità con un dipinto della casa di Loreio Tiburtino a Pompei. In età pienamente bizantina, Digenis Akritas descrive un immaginario ciclo di pitture murali in cui a scene del Vecchio Testamento se ne aggiungono altre della vita di A.: S. Impelizzeri, Il Digenis Akritas, Firenze 1940, pp. 73, 179, cap. VII.
Bibl: J. Escher, in Pauly-Wissowa, I, cc. 221-245, s. v. Achilleus; V. Fleischer, in Roscher, cc. 11-66, s. v. Achilleus; H. Brunn, Ira di Achille, in Annali dell'Istituto, 1858, pp. 352-373; F. Stählin, Die Thensa Capitolina, in Röm. Mitt., XXI, 1906, pp. 338-386; E. Kunze, Archaische Schildbänder, Berlino 1950; D. Levi, Antioch Mosaic Pavements, Princeton-Londra 1947; K. Bulas, Les illustrations antiques de l'Iliade, Leopoli 1929; id., New Illustration to the Iliad, in Am. Journ. Arch., LIV, 1950, pp. 112-118; id., La colère d'A., in Eos, XXXIV, 1932-33, p. 241; R. Bianchi Bandinelli, Hellenistic-Byzantine Miniatures of Iliad, Olten 1955, passim; per il ricordo di A. nell'arte tardo-antica e medioevale, v. specialmente Cabrol-Leclercq, Dictionn. Arch. Chrét., VI, s. v. Homère; K. Weitzmann, Greck Mythology in Byzantine Art. Princeton 1904, passim.