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Achille

di Giorgio Padoan - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Achille

Giorgio Padoan

. Figlio di Peleo e della dea marina Teti, nacque a Ftia, in Tessaglia; la madre lo immerse nello Stige rendendolo invulnerabile, tranne che nel tallone per il quale ella lo teneva, rimasto perciò fuori dall'acqua. Teti tuttavia sapeva che al figlio sarebbe comunque toccata in sorte o una morte gloriosa sui campi di battaglia in età giovane o una vita lunga ma oscura; e quando scoppiò la guerra di Troia, per salvarlo dalla sicura morte, lo sottrasse al centauro Chirone, cui era stata affidata l'educazione di A., nascondendolo, sotto abiti femminili, tra le figlie di Licomede, re di Sciro: dove A. si innamorò di una delle giovinette, Deidamia, avendone un figlio, Pirro (altrimenti detto Neottolemo).

Il travestimento fu però reso vano da Ulisse, inviato con Diomede dai Greci alla ricerca dell'eroe: tra i monili portati in dono alle figlie di Licomede l'astuto Ulisse mise, come per dimenticanza, una spada, che attrasse l'attenzione curiosa del giovinetto, scoprendolo. L'eloquenza di Ulisse convinse A. ad accorrere nel campo greco; e sotto le mura di Troia l'eroe seminò strage tra i nemici, dimostrandosi di gran lunga il più strenuo guerriero greco, cui solo il troiano Ettore poteva ambire di opporsi. L'Iliade di Omero narra lo sdegno che colse A. spingendolo a ritirarsi dai combattimenti, quando Agamennone gli tolse la schiava Briseide; e solo la morte dell'amico Patroclo per mano di Ettore sciolse da quel proponimento l'eroe, che vendicò Patroclo uccidendo, dopo un lungo duello, Ettore il cui cadavere strascinò intorno alle mura di Troia. L'ira di A. si piegò tuttavia a pietà dinanzi al dolore di Priamo, cui restituì il misero corpo del figlio per la sepoltura. Innamoratosi di Polissena, figlia di Priamo, A., credendo di recarsi a un appuntamento d'amore, si lasciò attrarre in un agguato, e Paride gli scoccò la freccia fatale nel tallone (secondo Ovidio [Met. XII 597-606] la morte di A. sarebbe invece avvenuta sul campo di battaglia, sempre per mano di Paride). Sorse quindi disputa tra i capi greci per l'eredità delle sue famose armi, che vennero infine aggiudicate a Ulisse. Dopo la presa di Troia Polissena gli fu sacrificata sulla tomba.

D. potè averne ampie notizie da molti testi latini; soprattutto ebbe presenti l'Achilleide di Stazio (ove sono narrate diffusamente l'infanzia di A., la permanenza a Sciro, la partenza per Troia), perciò esplicitamente menzionata in Pg XXI 92, e le Metamorfosi di Ovidio (di qui potè apprendere vari particolari, sull'agguato di Paride [XII 584-611], sulla disputa per le armi [XIII 1 ss.], sul sacrificio di Polissena [XIII 439-480]). Il primo cenno all'eroe si trova nel Convivio, dove se ne dichiara la genealogia : [E]aco... fu padre di Telamon e di Foco, del quale Telamon nacque Aiace e Peleus e Achilles (IV XXVII 20); il passo è sembrato corrotto agli editori Milanesi, al Parodi, al Pellegrini e al Vandelli, che l'hanno così restaurato : Eaco... fu padre di Telamon, [di Peleus] e di Foco, del quale Telamon nacque Aiace, e di Peleus Achilles (cfr. infatti Met. VII 476-477); mantiene invece la lezione dei codici l'edizione Simonelli, sostenendo l'errore d'autore con la difficoltà che D. avrebbe incontrata nel ricordare precisamente l'albero genealogico di A.: che non è ipotesi da scartare (cfr. Met. XIII 31, dove Aiace si proclama fratello di A.: e vedi la proposta di G. Martellotti, Due noterelle su D. lettore dei classici, in " Giorn. stor. " CXLIV [1967] 481-486), per quanto sia arduo ammettere che il poeta, all'altezza del libro IV del Convivio, potesse cadere in confusione sul nome del padre di A., ripetutamente ricordato come Pelide nell'Eneide (II 548, V 808, XII 350), nelle Metamorfosi (XII 605, 619), ecc.; tanto più che gli amori di Peleo e di Teti sono narrati diffusamente da Ovidio (Met. XI 217-265), e le loro nozze, per le gravi conseguenze del mancato invito alla dea della Discordia, sono frequentemente citate dai mitografi medievali. A chi scrive pare che il guasto derivi probabilmente da un salto du même au même, causato dal ripetersi del nome ‛ Peleus ', cui il copista ha posto rimedio trascrivendo a margine le parole omesse (‛ e di Foco del quale Telamon nacque Aiace e '), successivamente reinserite nel testo con lieve spostamento.

Nel poema dantesco il grande Achille, / che con amore al fine combatteo, è tra i lussuriosi del secondo cerchio infernale (If V 65; per l'aggettivo grande, anche in Pg XXI 92, da intendersi nell'accezione di " valoroso ", " eroico ", cfr. Ach. I 19 e passim); fonte, diretta o di lì mediata da altro chiosatore di testi latini, della notizia della morte di A. in relazione all'amore per Polissena è Servio (ad Aen. III 321; è assai dubbio che D. conoscesse la Ephemeris belli Troiani attribuita a Ditti Cretese e la Historia de excidio Troiae di Darete Frigio), mentre alla lussuria dell'eroe, prendendo spunto dal suo incapricciamento per Briseide, accenna ripetutamente Ovidio (Ars am. II 711-714; Rem. am. 777; Her. III), da cui prende le mosse una ricca tradizione lungo tutto il Medioevo (cfr. " Bull. " VIII [1900] 254). Dall'Achilleide sono puntualmente riprese le notizie sull'educazione impartitagli da Chiròn (il qual nodrì Achille, If XII 71; cfr. Ach. I 104-277, e anche Ars am. I 11-17), sul suo trasporto all'isola di Schiro (cioè Sciro) ad opera della madre (Pg IX 34-39; cfr. Ach. I 247-250), sull'abbandono di Deidamia per recarsi a combattere Troia (If XXVI 62, e v. Pg IX 39; cfr. Ach. II 1-85, e anche Ars am. 1689-704). Un cenno particolare merita If XXXI 4-6, dove si ricorda che solea... la lancia / d'Achille e del suo padre esser cagione / prima di trista e poi di buona mancia, in quanto con un secondo colpo risanava le ferite che essa stessa aveva inferto. Si tratta di una notizia che i poeti latini classici ricordano fuggevolmente (cfr. Met. XII 112, XIII 171-172); il Toynbee rinvia in particolare a Rem. am. 47-48 (che sarebbe stato però interpretato da D. erroneamente). Ma i poteri portentosi della lancia di Peleo sono citati ripetutamente da autori dei secoli XIII e XIV, sì da divenire anzi un motivo topico della poesia amorosa.

Bibl. - Sulla fortuna del mito della lancia di Peleo nelle lingue romanze, v. P. Toynbee, Ricerche e note dantesche. Serie seconda, Bologna 1904, 53-57; M. De Riquer, La lanza de Pellés, in " Romance Philology " IX (1955) 187-196; A. Pézard, Manche et mancia, in Studi in onore di A. Monteverdi, Modena 1959, II 571. Sull'abbandono di Deidamia per consiglio fraudolento di Ulisse: G. Padoan, Ulisse " fandi fictor ", in " Studi d. " XXXVII (1960) 26-29.

Vedi anche
Patroclo (gr. Πάτροκλος) mitologia Eroe omerico, amico di Achille; figlio di Menezio di Opunte in Locride, passò in Tessaglia a Ftia dove fu educato con Achille, che seguì a Troia. Vestitosi delle armi di Achille, che si era ritirato dai combattimenti, fu ucciso da Ettore aiutato da Apollo. Achille ne vendicò ... Ettore (gr. ῞Εκτωρ) Eroe troiano, il più valido difensore della città, secondo l’Iliade: figlio di Priamo e di Ecuba, marito di Andromaca, da cui ebbe il figlio Astianatte (o Scamandro). Con l’aiuto di Ares e di Apollo riesce a vincere i Greci finché Achille è lontano dalla battaglia; uccide Patroclo quando ... Aiace Telamonio (gr. Αἴας Τελαμώνιος) Eroe greco, secondo l’Iliade il più valoroso dopo Achille, fratello di Teucro e figlio di Telamone, re di Salamina. Una leggenda, già nota all’Odissea, per la quale morì per il dolore di non vedersi aggiudicate le armi di Achille, era argomento di due tragedie perdute di Eschilo. ... Priamo (gr. Πρίαμος) Mitico ultimo re di Troia. Figlio di Laomedonte, dopo la prima distruzione di Troia da parte di Eracle, fu riscattato dalla sorella Esione; da giovane prese parte a una spedizione di Frigi contro le Amazzoni. Da una prima moglie, Arisbe, ebbe Esaco; poi da Ecuba ebbe 19 figli e figlie, ...
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Altri risultati per Achille
  • Achille
    Enciclopedia on line
    Eroe della mitologia greca, figlio di Peleo e della nereide Tetide. È l'eroe principale dell'Iliade e uno dei personaggi più celebri nel mondo antico. Il punto debole del guerriero Secondo antiche leggende, la madre avrebbe immerso Achille nel fuoco, o nelle acque del fiume Stige, per renderlo invulnerabile; ...
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    Enciclopedia dei ragazzi (2005)
    Massimo Di Marco Il più celebre tra gli eroi Figlio del mortale Peleo ‒ da qui il suo soprannome 'Pelìde' ‒ e della dea marina Tetide, Achille è l'eroe chiave dell'Iliade, ove guida l'esercito dei Mirmidoni, popolo della Tessaglia. Guerriero invincibile, vulnerabile solo nel tallone, è tanto feroce ...
  • ACHILLE
    Enciclopedia Italiana (1929)
    Figlio di Peleo e della nereide Tetide, re dei Tessali Mirmidoni, l'eroe principale dell'Iliade, costringe nell'assemblea degli Achei, accampati intorno a Troia, il capo supremo dell'impresa, Agamennone, a rendere al sacerdote di Apollo, Crise, la figliola Criseide, che gli era toccata quale parte privilegiata ...
Vocabolario
Achille
Achille – Eroe della mitologia greca, celebrato nell’Iliade come uno dei più forti e valorosi guerrieri che parteciparono alla guerra di Troia. Con valore antonomastico, il nome si usa in frasi come essere, non essere un A., un eroe, un...
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achilleico achillèico agg. [der. di achillea]. – Acido a.: composto organico estratto dall’achillea millefoglie, detto anche acido aconitico.
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