ACHILLE Tazio ('Αχιλλεύς Τάτιος)
Alessandrino, autore di un romanzo in otto libri, Storia di Leucippe e Clitofonte, dove si immagina che l'autore incontri in Sidone, dinanzi a un quadro rappresentante il ratto di Europa, un giovane, appunto Clitofonte di Tiro, che gli narra la propria storia, quale esempio della potenza, prepotenza, capricciosità di Amore. Lo schema è, nelle linee generali, il solito degli altri romanzi greci: la coppia di amanti, separata da sorte avversa, da violenza e malvagità umana, si riunisce alla fine e celebra le nozze. Ma le avventure sono ancora più complicate e strane che negli altri esemplari del genere. Rapimenti compiuti da innamorati e da ladroni, fatti di sangue e venefici, filtri che fanno impazzire, torture, giudizî di Dio (nel senso medievale), miracoli e morti apparenti: nulla manca di tutto ciò in questo antico Ponson du Terrail. I caratteri non sono più esanguemente ideali, come in altri romanzi, ma l'autore, pur mirando al realismo, non riesce se non a disegnare fantocci impastati di cattive qualità. Abbondano excursus ancor più che negli altri romanzi: descrizioni di opere d'arte e rarità naturali, narrazioni di miti e favolette esopee. Lo stile vuol essere aggraziato e riesce insopportabilmente manierato.
L'età dell'autore è incerta: terminus ante quem il sec. IV dell'èra volgare, al quale appartiene un frammento trovato di recente in un papiro di Egitto. Ma non si potrà risalir molto più in su, perché par certa l'imitazione non solo di Luciano, ma anche degli Amores pseudolucianei, che sono posteriori a Luciano, e dello gnostico siro, Bardesane (prima metà del III secolo); la dipendenza da altri romanzieri è incerta e del resto non significativa per l'età, perché tutta questa letteratura è mal databile.
Fonte unica per la vita un articolo di Suida, dove la notizia che A. finì cristiano e vescovo, deve essere originata da confusione con Eliodoro. Il nome Tazio pare italico. Da distinguere a ogni modo l'altro Achille, autore di un'introduzione e scolî ad Arato.
Bibl.: Manca una buona edizione, e conviene servirsi per ora di quella del Hercher negli Erotici Graeci, Lipsia 1858, I. Mss. numerosi ma derivati da un archetipo che, come mostra ora il nuovo papiro (Oxyrh. Pap., X, 1250), presentava già spostamenti di interi capitoli. Contributi al testo sono dati dal Castiglioni, in Byzant.-Neugriech. Jahrbücher, IV (1923), p. 18.
La miglior trattazione del romanzo con riassunto e valutazione stilistica, in Rohde, Griechischer Roman, 3ª ed., Lipsia 1914, p. 498. Ma e qui e negli articoli di orientamento di W. Schmid in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. der class. Altertumswiss., I, col. 245 e di Christ-Schmid, Griech. Litter., II, 6ª ed., p. 1046 e seguenti, anteriori alla scoperta del papiro, A. è datato alcuni secoli troppo in giù. Il miglior articolo cronologico è di Garin, in Riv. di Filologia, 1919, p. 351; vedi anche K. Münscher, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VIII, col. 22.
Su imitazioni di e da A., che possono servire a datarlo (specie di Bardesane) Boll., in Philologus, 1907, p. 1.