MONTI, Achille
MONTI, Achille. – Nacque ad Arcisate, allora provincia di Como, oggi provincia di Varese, il 14 ottobre 1863, da Francesco, avvocato e pretore a Lodi, e da Luigia Mapelli.
Il padre si era trasferito in Lombardia da Fiume nel 1859 per ragioni patriottiche. Il nonno paterno aveva raggiunto il più alto grado della magistratura alla Corte suprema dell’Impero austriaco, mentre lo zio Alois Monti (1839-1909) fu professore di pediatria all’Università di Vienna e, nel 1893, direttore dell’Allgemeine Poliklinik. La famiglia della madre era invece di Monza; lo zio Achille Mapelli (1840-94), a 19 anni abbandonò gli studi universitari di legge per arruolarsi con Garibaldi e prendere parte alla spedizione dei Mille. Divenne poi deputato al Parlamento.
Alla morte del padre, si trasferì a Monza dove seguì i corsi ginnasiali. Dopo aver conseguito il 16 luglio 1881 la licenza liceale presso il liceo Parini di Milano, si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Pavia e l’anno successivo diventò alunno del prestigioso collegio Ghislieri. Nel 1883 entrò, come studente interno, nel gabinetto di patologia generale diretto da Camillo Golgi. Volitivo e desideroso di emergere, incontrò subito il favore del direttore e nell’arco di tre anni, ancora studente, pubblicò con lui i suoi primi lavori, dimostrando doti di sperimentatore tenace e preparato (C. Golgi - A. Monti, Intorno ad una questione elmintologica, in Rend. Reale Ist. Lombardo di scienze e lettere, 1884, s. 2, vol. 17, pp. 285- 288 e in Gazzetta degli Ospitali, 1884, vol. 5, n. 28, pp. 218-219; Sulla storia naturale e sul significato clinico-patologico delle così dette anguillule intestinali e stercorali, in Atti della Reale Acc. delle Scienze di Torino, 1885, vol. 21, pp. 55-59; Sulla storia naturale e sul significato clinico-patologico delle anguillule stercorali e intestinali, in Arch. per le scienze mediche, 1886, vol. 10, pp. 93-108).
Temperamento irruento e passionale, tanto da essere soprannominato «il bollente», partecipò a tutte le agitazioni studentesche, da quelle di stampo irredentista a quelle che chiedevano la riforma dell’amministrazione del collegio. Scrisse sul giornale La Lombardia un articolo non firmato in difesa di Anna Kuliscioff, uno dei fondatori del partito socialista italiano, che, trasferitasi a Pavia con l’intenzione di laurearsi in medicina nell’anno accademico 1885-86, aveva chiesto di frequentare le cliniche e intraprendere presso qualche professore un lavoro sperimentale per la tesi di laurea e aveva iniziato a lavorare nel gabinetto di patologia generale di Golgi, ancora prima di esservi autorizzata; tuttavia la sua domanda di trasferimento trovò molte opposizioni nel consiglio di facoltà e non venne accettata. La grande sensazione destata nell’ambiente medico e studentesco dall’articolo di Monti, contenente aspri giudizi sui professori pavesi, in particolare il rettore Alfonso Corradi, il dermatologo Angelo Scarenzio e il fisiologo Eusebio Oehl, spinse uno studente di medicina, Camillo Broglio, a schiaffeggiarlo. L’11 aprile 1886 i due si affrontarono in duello – essendo Filippo Turati uno dei padrini di Monti – senza serie conseguenze. Con analoga irruenza, nel 1894, tardando ad arrivare le necessarie autorizzazioni al trasferimento del laboratorio di Golgi nella nuova sede di palazzo Botta, Monti reclutò un gruppo di giovani alla Camera del lavoro e in una notte provvide a traslocare nella nuova sede le apparecchiature, i mobili e tutto il materiale del laboratorio di patologia generale. Una commissione d’inchiesta presieduta da Giulio Bizzozero, senatore del regno dal 1890, regolarizzò poi il trasferimento.
Si laureò in medicina e chirurgia nel luglio 1887 con la dissertazione Sull’etiologia della suppurazione e la tesi La febbre puerperale non è una forma morbosa unica né per il quadro clinico né per la base anatomica né per l’etiologia.L’anno dopo fu nominato assistente nel reparto ospedaliero annesso al gabinetto di patologia sperimentale con l’incarico di eseguire le necroscopie sotto la guida di Domenico Stefanini, medico settore nell’ospedale San Matteo e collaboratore di Golgi. Nel 1889 tradusse per l’editore Vallardi l’importante manuale Elementi di istologia normale dell’uomo ad uso di medici e studenti di Samuel Leopold Schenk, scrivendone, insieme a Golgi, una breve prefazione. Nel 1890 ottenne l’abilitazione al libero insegnamento in patologia generale. Quando la direzione di Sanità e il ministero degli Interni incaricarono Golgi di istituire nel suo istituto il reparto sieroterapico, uno dei primi in Italia, a Monti fu affidata la preparazione del siero antidifterico. Nel 1895 vinse la cattedra di patologia generale a Palermo, grazie anche all’interessamento di Golgi, che lo difese tenacemente in sede concorsuale. A Palermo rimase poco, perché nel 1897 venne comandato all’Università di Pavia per provvedere all’insegnamento di anatomia patologica. Dopo aver pubblicato I dati fondamentali della Patologia moderna: storia, critica, raffronti, applicazioni (Torino 1898), in cui forniva un quadro generale della scienza medica di fine secolo, nel gennaio 1899 fu nominato professore ordinario di anatomia patologica nell’Università di Pavia e direttore del gabinetto relativo. Iniziò allora il suo dissidio con Golgi, cagionato, o comunque accentuato, da vicende personali e politiche.
Monti aveva una visione dell’anatomia patologica non limitata alla pura morfologia ma estesa all’indagine microbiologica, con il supporto della patologia sperimentale, della chimica e della fisica. Esercitò questa disciplina secondo l’indirizzo scientifico- didattico proprio della scuola golgiana presso cui si era formato, un indirizzo ritenuto forse più pertinente alla patologia generale che all’anatomia patologica tradizionalmente intesa.
A entrambe le discipline diede significativi contributi, come quelli sulla patologia del rene: Sull’istopatologia dei canalicoli contorti del rene, in Boll. della Soc. medico chirurgica di Pavia, 1903, n. 2, pp. 126-134; Contribution à l’histologie pathologique du rein, in Comptes rendus du XIV Congrés international de Médecine, Madrid 1904, p. 205; Nuove ricerche su l’istopatologia del rene, in Boll. della Soc. medico chirurgica di Pavia, 1905, n. 4, pp 398-413; sulla virulentazione di germi: Influenza di alcuni veleni bacterici nella restituzione della virulenza ai microorganismi attenuati, ibid., 1889, n. 1, pp. 20-22; Su la restituzione della virulenza ai bacilli della morva, ibid., 1890, n. 1, pp. 97-99; sull’ittero infettivo spirochetico: Note nosografiche, epidemiologiche ed anatomiche su l’ittero infettivo spirochetico, ibid., 1916, n. 3-4, pp. 33-46; Epidemiologia, patologia e patogenesi della spirochetosi itterogena, ibid., 1917, n. 1, pp. 101-188.
La sua produzione scientifica spaziò in vari campi: dalla parassitologia all’istologia normale e fisiologica (Ricerche sui microrganismi del maiz guasto, in coll. con V. Tirelli, in Boll. della Soc. medico chirurgica di Pavia, 1890, n. 1, pp. 65- 68; Una nuova reazione degli elementi del sistema nervoso centrale, in Atti della Reale Acc. dei Lincei. Rend., 1890, vol. 5, pp. 705-709; Compendio di istologia generale, in coll. con R. Fusari, Torino 1891; Di un metodo semplice e facile per preparare il picrocarminio, in Boll. della Soc. medico chirurgica di Pavia, 1893, n. 1, pp. 51-52), alla chimica e fisica biologica (Ueber die mikrochemische Localisation des Phosphors in den Geweben, in coll. con L. Lilienfeld, in Zeitschr. für Physikalische Chemie, 1892, vol. 17, n. 4, pp. 410-424; Presentazione di una nuova stufa per le inclusioni in paraffina, in Boll. della Soc. medico chirurgica di Pavia, 1895, n. 5, pp. 307-310), alla batteriologia, un settore che lo affascinò per tutta la vita (Sulla etiologia della pneumonite infettiva, ibid., 1888, n. 2, pp. 7-10; Sulla diagnosi bacteriologica della difterite, in coll. con E. Veratti, ibid., 1895, n. 1, pp. 24-43; Note bacteriologiche intorno ad alcuni casi di meningite cerebro-spinale, ibid., 1903, n. 4, pp. 260-266), alla malaria (Le febbri malariche e le nuove scoperte sulla loro natura, Milano 1892; La malaria nell’esercito combattente, in Boll. della Soc. medico chirurgica di Pavia, 1916, nn. 3-4, pp. 59-62; La malaria dopo la guerra 1915-1919, Pavia 1920).
Il riscontro diagnostico effettuato sui cadaveri suggerì a Monti di definire su basi anatomiche il quadro delle malattie dominanti nel territorio; confrontando i risultati con quelli raccolti dai grandi patologi del secolo precedente riconobbe che, benché la nuova legislazione sanitaria avesse determinato una notevole diminuzione di alcune malattie infettive, alcune infezioni ritornavano periodicamente ed erano in relazione al genere di lavoro (Su le infezioni professionali, in Atti del I Congresso internazionale per le malattie del lavoro, Milano 1906, pp. 347-378). Nel 1909 studiò il mercurialismo cronico in una particolare categoria di lavoratori, definendo il quadro clinico della malattia e suggerendo i provvedimenti profilattici (Il mercurialismo cronico nei lavoranti in cappelli di pelo, in Il Ramazzini, 1909, nn. 6-7, p. 18). Studiò l’anchilostomiasi negli addetti alle fornaci di mattoni, osservando la comparsa e la diffusione del Necator americanus frequentemente importato dagli emigranti al ritorno dall’America (Su la comparsa del “Necator americanus” (Stiles) in provincia di Pavia, in Boll. della Soc. medico chirurgica di Pavia, 1909, pp. 153-163). I suoi studi gli valsero l’invito come relatore generale sul tema ‘anchilostomiasi’ al congresso internazionale sulle malattie professionali di Bruxelles del 1910 (L’ état présent de la lutte entreprise en Italie contre l’ankylostomiase, in Actes du deuxieme congrès international des maladies professionnelles, Bruxelles 1910, pp. 737-748) e nel 1934 divenne membro della Commissione internazionale per le malattie del lavoro. Si occupò anche di sanità pubblica, affrontando con indirizzo scientifico un problema d’igiene come quello dell’acqua potabile (Bacilli del tifo in acque potabili della città di Pavia, in Boll. della Soc. medico chirurgica di Pavia, 1891, n. 2, pp. 33-34; La fognatura di Pavia e l’inquinamento delle acque del Ticino in rapporto alle condizioni igieniche della città, in coll. con E. Veratti, ibid., 1894, n. 1, pp. 28-32; Sul problema delle acque potabili per la città di Pavia, Torino 1901; Il regime delle acque profonde in rapporto ad un progetto di alimentazione idrica della città di Pavia, in Boll. della Soc. medico chirurgica di Pavia, 1907, pp. 372-407). A Sondrio, su invito della prefettura locale, progettò la creazione di un laboratorio medico-micrografico, che fu il primo laboratorio provinciale ad essere creato, prima ancora che la legge ne prevedesse l’istituzione.
Insieme alla sorella Rina (Cesarina), compì ricerche sull’istofisiologia degli animali ibernanti: Osservazioni su le marmotte ibernanti, in Rend. Reale Ist. Lombardo di scienze e lettere, s. 2, 1900, vol. 33, pp. 372-381; e sulle acque lacustri: La variazione del residuo e dei gas disciolti nelle acque del Lario in rapporto con la biologia lacustre, ibid., 1926, vol. 59, pp. 127- 137; Alcune osservazioni di termica lacustre, ibid., 1928, vol. 59, pp. 645-654. Monti manifestò, inoltre, un interesse sempre costante per la storia della medicina e delle scienze, che assorbì molte delle sue forze specialmente nell’ultimo decennio della sua attività (Pavia e i suoi Istituti, con al., Pavia 1887; Lazzaro Spallanzani e il risorgimento delle scienze alla fine del secolo, Pavia 1925; La figura di Antonio Scarpa nella storia della scienza e delle fortune dell’Università di Pavia, Pavia 1927; Giovanni Rasori nella storia della scienza e dell’idea nazionale, Pavia 1929).
Nel 1903 Monti entrò a far parte dell’amministrazione del consorzio universitario interprovinciale lombardo, da poco costituito, come delegato del comune di Pavia. Nel 1911 fu eletto nel consiglio superiore della Pubblica Istruzione, rimanendo in carica fino al 1921 e diventando anche membro della giunta generale.
In tale ambito si occupò di autonomia amministrativa universitaria (Per l’autonomia universitaria, Pavia 1910), di educazione fisica (L’insegnamento dell’educazione fisica e le relative sanzioni, in Rivista pedagogica, 1914, vol. 7, n. 9, pp. 871-878), di riforma delle scuole veterinarie ( Per la riforma delle Scuole veterinarie. Relazione al consiglio superiore della Pubblica Istruzione, in La Clinica veterinaria, 1914, vol. 37, n. 24, pp. 1033-1058).
Votato alla causa irredentista, proprio nel suo laboratorio nel 1913 si preparò il numero unico Per l’Università italiana a Trieste, che venne utilizzato poi dalle autorità austriache come capo d’accusa contro Cesare Battisti. Nell’agosto 1914 si offrì volontario di guerra. Venne chiamato alle armi nel maggio 1915 e destinato all’organizzazione degli ospedali militari di Voghera, come maggiore medico. Nel 1916 fu promosso colonnello medico e all’atto del congedo, avvenuto nel 1919, ebbe un encomio dal comando di corpo d’armata.
Nel 1921 fu vice presidente della Società italiana per il progresso delle scienze e socio corrispondente del Reale Istituto Lombardo di scienze e lettere, diventandone poi, nel 1932, membro effettivo. Nel 1923 divenne membro del comitato talassografico. Nel 1930 fu eletto socio corrispondente del Reale Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti, della Società colombaria di Firenze e della Società medica di Bologna. Fu inoltre presidente della sezione pavese della Società italiana di biologia sperimentale, rappresentante della Società per il progresso delle scienze nel comitato glaciologico e membro del comitato nazionale per la pubblicazione delle opere complete di Lazzaro Spallanzani.
Lasciò l’insegnamento e la direzione dell’Istituto di anatomia ed istologia patologica nel 1935 per raggiunti limiti di età, diventando professore emerito. Morì a Pavia il 6 marzo 1937.
Fonti e Bibl.: Pavia, Arch. stor. dell’Università, secc. XIX-XX, fascicoli personali, Monti, Achille. Necr. in Annuario dell’Università degli studi di Pavia, 1938, pp. 267-269; A. Monti, Congedo: L’attività personale dal 1898 al 1935, le vicende dell’Istituto, l’indirizzo della mia scuola, gli assistenti, la fisionomia scientifica del laboratorio, la produzione scientifica, Milano 1935; P. Redaelli, A. M. e la sua opera didattica e scientifica, in Boll. della Soc. medico chirurgica di Pavia, 1937, n. 3, pp. V-XXIX; A. Pasini, A. M., parole commemorative, in Rend. Ist. Lombardo di scienze e lettere, s. 3, vol. 70 (1937), 1, pp. 140-146; A. Pensa, Ricordi di vita universitaria (1892-1970), a cura di B. Zanobio, Milano 1991; P. Mazzarello, Il Nobel dimenticato. La vita e la scienza di Camillo Golgi, Torino 2006, pp. 219-21, 259-263, 362, 390, 426 s.; Id., Un duello per Anna Kuliscioff, in Domina doctrix. Scienziate, scrittrici, laureate, a cura di P. Mosconi Bernardini - L. Favalli - J. Maffei, Pavia 2011, pp. 67-78.
Antonella Berzero - Paolo Mazzarello