MAURI, Achille
Patriota, nato a Milano il 16 settembre 1806, morto a Pisa il 15 ottobre 1883. Avviato dapprima al sacerdozio, si diede invece all'insegnamento. Si fece presto notare per il libro dell'Adolescenza, in cui, opportunamente scegliendo da opere italiane e straniere, seppe adunare tesori di educazione morale e patriottica per la gioventù. Scrisse di letteratura, di pedagogia, compose novelle e poesie, diresse le collezioni del Bettoni e pubblicò un romanzo storico, Caterina Medici di Broni. La polizia austriaca incominciò a occuparsi seriamente di lui nel giugno del 1847, allorché egli fu incaricato dalla Società d'incoraggiamento delle arti e delle industrie, in Milano, di tenere il discorso ufficiale in onore di Riccardo Cobden, la venuta del quale in Lombardia servì ai patrioti per interessare l'opinione pubblica europea alle tristi condizioni politiche d'Italia. Il M. pronunciò in quell'occasione un discorso che destò assai rumore anche fuori d'Italia. Poco dopo (settembre 1847) il M. richiamava nuovamente su di sé l'attenzione del governo austriaco, fra l'altro con un discorso pronunciato a Bosisio per l'inaugurazione del monumento a Giuseppe Parini. Scoppiata la rivoluzione delle Cinque Giornate, il M. fu a fianco di Cesare Correnti nel Governo Provvisorio, come segretario, e si fece interprete efficace, il 20 marzo, dell'opinione contraria a concedere all'Austria il chiesto armistizio; poi, il 12 aprile 1848, scrisse il famoso Manifesto del Governo Provvisorio alle nazioni d'Europa per stigmatizzare la condotta del governo austriaco in Lombardia. Esulò in Piemonte dopo il ritorno degli Austriaci e fu segretario della Consulta lombarda e poi deputato del collegio di Arona; nel 1849 redasse, in nome del Ministero piemontese degli esteri, la dichiarazione alle "nazioni della civile Europa" per giustificare la disdetta dell'armistizio Salasco e la ripresa delle armi. Dopo la disfatta di Novara, vergò la minuta dell'indirizzo votato il 29 marzo 1849 dalla camera dei deputati a Carlo Alberto nell'esilio di Oporto. Rientrò nella vita privata come precettore di casa Arese, in Genova e in Torino, ma sempre amato e onorato dal conte di Cavour, che fra l'altro lo incaricò di redigere una memoria sull'Italia e il Papato, da rassegnarsi all'imperatore Napoleone III. Tornato a Milano dopo Villafranca, il M. terminò la sua vita pubblica come direttore generale dei Culti. Nel 1871 venne nominato senatore.
Bibl.: C. Masotti, A. M., in Supplemento del Corriere della Sera, 23 marzo 1885; A. Pippi, A. M., in Rassegna Nazionale, 1° agosto 1885; A. Vismara, Bibliografia di A. M., Milano 1885; B. Sanvisenti, Attorno a tre buoni amici, in Vita e Pensiero, 1925. L'archivio Mauri è oggi proprietà Di Breganze a Milano e carte Mauri sono presso il Museo del Risorgimento di Milano.