FALCONE, Achille
Nato a Cosenza da Antonio, musico, intorno al 1570. In giovanissima età divenne membro dell'Accademia Cosentina, fondata nel secondo decennio del Cinquecento dall'umanista Aulo Giano Parrasio. Si ignora ove abbia compiuto gli studi musicali, ma sappiamo che fu nominato maestro di cappella a Caltagirone, con lo stipendio annuo di 400scudi, uno stipendio consistente se confrontato con quelli corrisposti in altri centri siciliani.
Il F. - la cui produzione non è particolarmente copiosa - appartenne a quella corrente musicale, tipica del suo tempo, che espresse una tecnica estremamente elaborata e complessa, mentre l'ispirazione melodica, il fraseggiare arioso e la libera cantabilità della polifonia cedevano il posto all'artificio tecnico ed alla maestria dell'intreccio polifonico, rivolto soprattutto ad una esasperata elaborazione contrappuntistica. Nascevano allora composizioni orfeoniche relativamente all'organico corale: messe per decine di voci distribuite in numerosi cori, alla cui tradizione non si sottrasse il F., che scrisse una messa per 5 cori nella quale l'ispirazione pura si piega all'artificio ed alla volontà di sorprendere con costruzioni elaborate ed imprevedibili.
In questo clima culturale non stupisce il vero e proprio duello musicale avvenuto tra il F. e Sebastian Raval, musicista spagnolo divenuto maestro della cappella reale di Palermo nel 1595. L'incontro tra i due maestri di cappella avvenne a Palermo nel 1600 e la contesa riguardò la capacità di scrivere un madrigale a cinque voci con cinque "fughe" (intendasi "imitazioni") ostentata dal Raval. Ne nacque una disfida, che il F. accettò, riportata successivamente in una pubblicazione di madrigali del F. a cura del padre Antonio, che pubblica anche tutte le composizioni della contesa, con dovizia di particolari tecnici non esenti da immaginabili concessioni emotive. Il ruolo di giudice fu affidato a padre Niccolò Toscano, originario di Erice, e la contesa ebbe luogo nell'abitazione di don Francesco di Gaspano, messinese. Ne uscì sconfitto il Raval, il quale, secondo quanto scrive O. Tiby, al momento del verdetto finale pare avesse tentato di sostituire la sua composizione con un'altra basata sullo stesso tema ma elaborata in modo non estemporaneo.
Non nuovo a questo genere di contese (aveva già sfidato a Roma sia F. Soriano sia G. M. Nanino riportando una umiliante sconfitta), il Raval volle di nuovo sfidare il F. alla presenza del duca di Maqueda, Bernardino de Cardenas viceré di Sicilia. Entrambi avrebbero dovuto comporre due madrigali a tre e sei voci e un mottetto a sette contenente al suo interno un canone. Il F. pretendeva inoltre che fossero affrontate disquisizioni di natura teorico-compositiva che invece Raval riuscì ad evitare. Il Raval tra l'altro aveva intercettato e falsificato le composizioni in gara del F. prima che queste pervenissero ai giudici. Il verdetto di questa seconda sfida fu sfavorevole al F., ma risulta difficile stabilire la posizione dei giudici, non meglio identificati, i quali, a giudizio del padre Antonio, avrebbero avuto responsabilità negative ai fini del verdetto. Questa visione dello svolgimento dei fatti trova un altro convinto assertore nel Baini, il quale afferma che il giudizio negativo nei confronti del F. sarebbe stato conseguenza di comportamenti scorretti da parte dei giudici "incompetenti e prezzolati". Occorre aggiungere che al tempo del Baini il F. compositore sembrava godere di ottima considerazione, dal momento che il suo nome era menzionato accanto a quello di G. Croce, A. e G. Gabrieli, G.G. Gastoldi, R. Giovannelli, L. Marenzio e O. Vecchi (L'arte musicale in Italia. Pubblicazione nazionale delle più importanti opere italiane dal sec. XIV al XVIII, II, Milano 1897).
La vicenda ebbe un seguito allorché il F., scrivendo a più riprese ai "musici di Roma", richiese una consulta alla presenza di entrambi i contendenti, nella quale poter discutere della teoria e della pratica musicale, nonché accertare le reali proporzioni tra le composizioni oggetto della contesa palermitana. Ciò non fu possibile poiché, in seguito a ripetuti attacchi febbrili, il F., che da Caltagirone era tornato a Cosenza, vi morì il 9 nov. 1600.
Tra le composizioni del F., pubblicate postume a cura del padre Antonio, si ricordano: Alli signori musici di Roma madrigali a 5 voci di Achille Falcone musico et academico cusentino maestro di cappella di Caltagirone, con alcune opere fatte all'improviso à competenza, con Seb. Ravalle frà cappellano di Malta... con una narratione come veramente il fatto seguisse, Venezia, G. Vincenti, 1603; un madrigale per tenore e basso continuo nella raccolta di P. M. Marsalo, Secondo libro de madrigali a quattro voci, Venezia 1614; pubblicato in edizione moderna in Musiche rinascimentali siciliane, a cura di L. Bianconi, IV, Roma 1973.
Fonti e Bibl.: Ant. Falcone, Relazione del successo seguito in Palermo tra A. F., musico cosentino e Sebastiano Ravalle musico spagnuolo (in Alli Signori musici di Roma..., cit.), Venezia 1603; G. Baini, Mem. storico-critiche della vita e delle opere di Giovanni Pierluigi da Palestrina, Roma 1828, pp. 39 ss.; G. Gaspari, Catalogo della Biblioteca del Liceo musicale di Bologna, I, Bologna 1890, pp. 79 s.; III, ibid. 1893, pp. 69, 184, 252; IV, ibid. 1905, sub voce Vinci Pietro, p. 232; R. Casimiri, S. Raval musicista spagnolo del sec. XVI, in Note d'archivio per la storia musicale, VIII (1931), pp. 2, 7, 19 s.; O. Tiby, S. Raval. A 16th century Spanish musician in Italy, in Musica disciplina, II (1948), pp. 217-223; Id., La musica nella Real Cappella Palatina di Palermo, in Anuario musical, VII (1952), pp. 186 ss.; Id., I polifonisti siciliani del XVI e XVII secolo, Palermo 1969, pp. 107 ss.; L. Bianconi, Sussidi bibliografici per i musicisti siciliani del '500 e '600, in Riv. ital. di musicol., II (1972), pp. 3-38; Id., "Ah dolente partita": espressione e artificio, in Studi musicali, III (1974), pp. 105-130; G. Ferraro, Un convegno sulla polifonia in Calabria, in Nuova Rivista mus. ital., XVI (1982), 2, p. 294; P. E. Carapezza, A. F., musico & academico cusentino, in Polifonisti calabresi dei sec. XVI e XVII, a cura di G. Donato, Roma 1985, p. 25; G. Pitarresi, Contributo ad una storia della storiografia musicale calabrese. Il "De antiquitate et situ Calabriae" di Gabriele Barrio, in Nuova Riv. mus. ital., XXI (1987), I, p. 89; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, pp. 515 s.; F.J. Fétis, Biographie univ. des musiciens, III, pp. 179 s.; Musikalisches Konversations-Lexikon, III, p. 459; R. Eitner, Quellen-Lexikon, III, p. 384; La Musica. Diz., I, p. 627; Encicl. della musica Rizzoli-Ricordi, II, p. 425; Musik in Geschichte u. Gegenwart, XVI, coll. 177 s.; Bibl. della musica ital.
vocale profana ... 1500 al 1700, I, pp. 593 s.; The New Grove Dict. of music and musicians, VI, pp. 367 s.; Dizionario della musica e dei musicisti, Le biografie, II, p. 694.