BREDA, Achille
Nacque a Limena (Padova) l'8 dic. 1850, da Domenico e da Annunziata Marcolon e studiò a Padova medicina e chirurgia; gli fu maestro, in anatomia e istologia patologica, C. Rosanelli. Si trasferì poi alla scuola medica di Vienna, ove ebbe contatti, tra gli altri, con H. Auspitz, aiuto del fondatore della dermatologia F. von Hebra. Ciò consenti al B. di iniziare poi a Padova la moderna scuola dermosifilopatica. Ottenuta la libera docenza in clinica dermosifilopatica nel 1878, il 4 maggio dello stesso anno fu incaricato dell'insegnamento della sifilodermatopatologia; professore straordinario e direttore dell'istituto dermosifilopatico dell'università di Padova dal 1882, divenne ordinario di tale disciplina nel 1889. Attratto dalla nuova specializzazione, il B. si dedicò in particolare allo studio della sifilide.
Durante l'insegnamento del B., nel campo della venereologia si verificarono tre avvenimenti importanti: la scoperta dell'agente etiologico della sifilide, l'introduzione della reazione di Wassermann nella diagnosi della malattia, l'uso del Salvarsan nella sua terapia. In questo fecondo periodo si inquadra l'opera clinico-scientifica del B.: egli raccolse una ricca casistica della malattia, e ne illustrò le localizzazioni extragenitali e postprimarie ancor prima che F. Schaudinn annunciasse la scoperta del Treponema pallido (Frattura spontanea della clavicola sinistra da sifilide, estr. da Gazzetta medica italiana d. Provincie venete, 1883; Casi di spondilite cervicale e di frattura spontanea costale, estr. dal Giornale italiano delle mal. vener. e della pelle, 1883, 4; Caso di sifiloma congiuntivale, estr. dalla Rivista veneta di scienze mediche, 1890; Il sifiloma delle gengive, estr. dal Giornale italiano delle malattie veneree e della pelle, 1916, 1); fu inoltre uno dei primi clinici a sperimentare nella cura della sifilide e nella prevenzione della eredolue, mediante la sua inoculazione nella gestante, il Salvarsan, introdotto in terapia da P. Ehrlich nel 1910 con il nome di "preparato 606" (Il "606" di Ehrlich e la sifilide ereditaria, in Atti d. R. Ist. veneto di scienze,lettere ed arti, LXX [1910-11], 2, pp. 1141-1159; Iprimi ventiquattro ammalati trattati col "606" nella Clinica dermosifilopatica delle R. università di Padova, estr. dal Giorn. ital. delle mal. vener. e della pelle, 1911, 1).
Gli studi condotti nel campo della venereologia spinsero il B. a una dettagliata analisi delle cause del dilagare della prostituzione e della diffusione delle malattie veneree e a proporre nuovi e adeguati mezzi di prevenzione e di assistenza (La profilassi delle malattie veneree in Italia. Studio e proposte, estr. dal Giorn. ital. delle malattie vener. e della pelle, 1883, 4).
Il B. ebbe inoltre modo di osservare, tra gli emigranti reduci dall'America del Sud, numerosi casi di framboesia del Brasile, o "bouba", malattia allora ritenuta di natura luetica o tubercolare: egli ritenne invece che si trattasse di una forma morbosa autonoma, probabilmente sostenuta da un agente etiologico speciale. La sua felice intuizione fu confermata soltanto alcuni anni più tardi, nel 1905, quando A. Castellani individuò nel Treponema pertenuis l'agente specifico della malattia e poté ricondurre a un'unica causa i vari aspetti delle lesioni cutanee di volta in volta riscontrabili, che in verità il B., vincolato all'indirizzo esclusivamente morfologico della dermatologia dell'epoca, aveva voluto interpretare come differenti varietà cliniche. Comunque, la framboesia è spesso designata, in Germania e in Italia, come "malattia di Breda" (Beitragzum klinischen und bacteriologischen Studium der brasilianischenFramboesia oder "Boubas", in Arch. für Dermat. u. Syph., [Wien], XXXIII, [1895], pp. 3-28).
Il B. descrisse ancora una forma di angiomi cheratosici, forma che doveva più tardi studiare a fondo V. Mibelli, che la designò con il termine di angiocheratoma; studiò dal punto di vista clinico, fisio-patologico e anatomo-patologico l'urticaria pigmentosa; si occupò della diffusione della lebbra nel Veneto e condusse uno studio storico sui lebbrosari medioevali in Italia.
Tra le numerose sue pubblicazioni meritano di essere ricordati: Storia della dermatologia in Italia (2 Voll.), Padova 1878-79; Manuale pratico di malattie veneree e sifilitiche, Padova 1887; Malattie dell'apparato sessuale maschile, in Trattato italiano di chirurgia, V, Milano 1899.
Il B. morì a Padova il 18 genn. 1934.
Bibl.: A. B., in La medicina italiana, IV (1925), pp. 585 s.; A. Pazzini, Storia della medicina, II, Milano 1947, p. 470; L. Premuda, Un secolo di ricerche padovane sulla sifilide, in Acta Medicae Historiae Patavina, XI (1964-65), pp. 146-162; I. Fischer, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte..., I, München-Berlin 1962, pp. 167 s.; Enc. Ital., VIII, p. 788, Appendice II, 1, p. 452.