ACHILIA GASTRICA (da ἀ privativo e χῦλος, "succo" [sinonimo: apepsia gastrica]; fr. achylie gastrique; sp. anaclorhidria; ted. Magenachylie; ingl. achylia gastrica)
Malattia caratterizzata dalla mancanza di secrezione dei componenti normali del succo gastrico (acido cloridrico e pepsina). Quando il solo acido cloridrico è assente, si parla di anacloridria.
L'achilia può essere un sintomo di altre malattie gastriche, specialmente della gastrite cronica (catarro gastrico) e anche del carcinoma gastrico. Può essere primaria, determinata da un'atrofia primitiva della mucosa gastrica, le cui cause probabilmente sono da ascriversi ad anomalie congenite. Infine, una terza forma è l'achilia funzionale, dovuta a perturbamenti della innervazione gastrica, i quali si sviluppano sulla base di probabili anomalie costituzionali per effetto di cause tossiche (errori dietetici, alcoolismo, tabagismo, artritismo, ecc.), traumatiche, infettive, psichiche talora imprecisabili. Le alterazioni del chimismo gastrico si accompagnano spesso ad altre alterazioni dello stomaco, sia funzionali che anatomiche come l'atonia (insufficienza motoria), e la dilatazione gastrica.
Dal punto di vista clinico, l'achilia si manifesta con anoressia, senso di peso all'epigastrio dopo i pasti. Poiché il più delle volte vi è insufficienza motoria e quindi ristagno del cibo nello stomaco, dove manca d'altra parte l'azione, oltreché digestiva, antisettica dell'acido cloridrico, si producono, per azione dei germi della putrefazione sul contenuto gastrico, fermentazioni abnormi (dispepsia putrida) con senso di bruciore allo stomaco (pirosi), eruttazioni acide, rigurgiti di materiale acido, dovuti alla presenza di acidi organici (acido lattico, butirrico, acetico, ecc.) nei prodotti della fermentazione. Questi prodotti, passando nell'intestino, lo irritano, e producono, appunto, frequentemente diarree (dispepsia intestinale gastrogena), e, assorbiti in parte, esercitano un'azione tossica su tutti gli organi e specialrnente sul sistema nervoso, e dànno origine a fenomeni di autointossicazione.
Se, come in alcuni casi avviene, all'atrofia della mucosa gastrica si associa atrofia della mucosa intestinale, si stabilisce uno stato via via crescente di anemia e di dimagramento, che può arrivare alla cachessia e alla morte.
La cura richiede anzitutto di regolare opportunamente la dieta (latte, zuppe, uova, peptone di carne, ecc.); fra i mezzi terapeutici da usare sono: l'acido cloridrico a gocce, i preparati di pepsina e di pancreatina (per sopperire al difetto di questi fattori della digestione), gli stomatici come noce vomica, condurango, ecc. (per stimolare, se è ancora possibile, la secrezione gastrica), le lavande gastriche (per asportare i residui alimentari ristagnanti nello stomaco), la galvanizzazione dello stomaco e il massaggio per stimolarne la motilità.