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ACEMETI

di Alberto Pincherle - Enciclopedia Italiana (1929)
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ACEMETI (ἀκοίμητοι, acoemetae, dal gr. ἀ privativo, e κοιμάω: "non dormire")

Alberto Pincherle

È nome che potrebbe convenire a moltissimi asceti. Propriamente, spetta ai monaci cristiani seguaci della regola di Alessandro (inizio del sec. V). Questi fondò un monastero sull'Eufrate, poi a Costantinopoli; circa il 420, per l'ostilità di Teodosio II, di Eudossia e del patriarca Nestorio, i monaci dovettero rifugiarsi a Rufiniana in Bitinia. Più tardi poterono fondare, sulla riva orientale del Bosforo, l'Eirenaion ("luogo di pace"); altro loro monastero importantissimo, ch'ebbe poi svolgimento autonomo, fu il celebre Stoudion. Fondamento della regola era l'ἄπαυστος λειτουργία, ἄληκτος ὑμνολογία, cioè la ripetizione ininterrotta delle lodi di Dio (cfr. Salmi CIV, 33; CXVIII; CXLVI, 2, ecc.). Sulla base del Salmo CXIX, 164, 55, 62, 147 seg., si divise la giornata in quelle che poi furono le horae canonicae (v. ora): ὀρϑρινόν ("preghiera del mattino", laudi mattutine), τρίτη (terza, s'intende: ora), ἕκτη (sesta), ἐνάτη (nona), λυχνικόν ("preghiera delle lampade", vespri), πρωϑύπνιον ("preghiera prima del sonno", compieta), μεσονύκτιον ("preghiera a mezza notte", mattutino). Dalla salmodia si sarebbe poi sviluppata, in occidente, la laus perennis. Gli acemeti si segnalarono anche nelle controversie dottrinali. Marcello, successore di Alessandro, fu attivo avversario di Eutiche; i monaci furono lodati dal sinodo romano del 484 per l'appoggio dato al papato contro Acacio di Costantinopoli. Nel contrastare le tendenze eutichiane dei teopaschiti, alcuni eccedettero, incappando nel nestorianesimo, onde, malgrado i messi inviatigli, papa Giovanni II li scomunicò. Giuseppe, loro capo (ἡγούμενος), fu al secondo Concilio di Nicea (787). In seguito, perdettero d'importanza, mentre ne acquistarono sempre più gli studiti. Non trascurarono il lavoro intellettuale, e papa Vigilio si servì della ioro biblioteca.

Bibl.: Vite di Alessandro e di Teodoro Calibita, in Acta Sanctorum (15 gennaio), cfr. Analecta Bolland., XV, p. 256; di S. Ipazio (17 giugno); Callinico, De vita S. Hypatii liber, Lipsia 1895; E. Marin, Les moines de Constantinople, Parigi 1897; id., De Studio, coenobio Constantinopolitano, Parigi 1897; id., in Dictionn. d'archéol. chrét. et de liturgie, I, i, s. v. Acémètes.

Vedi anche
Acàcio di Costantinopoli Patriarca (471-489), respinse l'enciclica, favorevole al monofisismo, di Basilisco; al ritorno però di Zenone sul trono, forse per affermare la sua supremazia sull'Oriente e l'indipendenza da Roma, probabilmente redasse, certo sottoscrisse, l'Enotico (483), che, nell'intento di procurare l'unione religiosa, ... nestorianésimo Movimento religioso cristiano sorto nel 5° sec. a Costantinopoli per opera di Nestorio. Il Concilio di Efeso nel 431 condannò le dottrine di Nestorio, accusato di sostenere l'esistenza, in Gesù Cristo, oltre che di due nature (divina e umana), anche di due persone. Le Chiese nestoriane ebbero grande ... monofisismo In generale, le varie dottrine teologiche che negano la duplice natura, divina e umana, del Cristo. Si ebbero numerose varietà di m., che si distinguevano essenzialmente in base al significato teologico dato alla parola ϕύσις («natura»): i veri m., dandole il valore di οὐσία («essenza»), risolvevano ... Marcèllo I papa Santo (m. 308-9). Succedette a Marcellino, dopo una lunga vacanza di sede dovuta alla persecuzione, il 27 maggio o il 26 giugno del 307-8. Dal poco che di lui si sa, risulta che cercò di riorganizzare la comunità cristiana, mostrandosi così severo contro chi fosse caduto in idolatria, da essere denunciato ...
Tag
  • ACACIO DI COSTANTINOPOLI
  • NESTORIANESIMO
  • COSTANTINOPOLI
  • TEODOSIO II
  • NESTORIO
Vocabolario
acemèta
acemeta acemèta s. m. [dal gr. ἀκοίμητος «insonne», comp. di ἀ- priv. e tema di κοιμάω «dormire»] (pl. -i). – Nella storia della religione, nome di quegli asceti che ininterrottamente si alternavano nella recita delle preghiere liturgiche;...
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