accoppiare
. Il verbo presenta due occorrenze nella Commedia, entrambe in rima con doppio/a e scoppio/a: con esito, dunque, di rima ardua.
In Pg XVI 57 [il dubbio] Prima era scempio, e ora è fatto doppio / ne la sentenza tua, che mi fa certo / qui, e altrove, quello ov'io l'accoppio, può intendersi nel senso di " riferire ", " annettere " (Scartazzini-Vandelli, Sapegno): D. ‛ accoppia ' alla corruzione del mondo il dubbio sulle cause di tale corruzione, riconfermatogli da Marco Lombardo. Ma altri interpreti danno maggior risalto all'idea di " unire ", " accostare " (Buti, Benvenuto, Serravalle, Casini-Barbi, Rossi), alcuni ampliandola in quella di " paragonare " (Tommaseo, Torraca). Quest'ultimo è il significato preciso del verbo nell'altro passo - If XXIII 8 se ben s'accoppia / principio e fine con la mente fissa -, con riferimento all'analogia tra la rissa dei diavoli e la favola della rana e del topo.