acchiappino
s. m. Chi si guadagna da vivere attirando clienti in un ristorante.
• [Marco] Risi segue tra campo, tavola, relazioni e provini mancati, i sei personaggi, sei calciatori della Italiana Attori: il teatrale Antonio, mantenuto da una vecchia gloria; Emiliano, doppiatore e facchino; Gilles, che ha conosciuto il successo in una serie tv ma non sa gestirlo; Leandro, prostituta sul palco, affamato di vita; Max, acchiappino al ristorante, attore precario; Vincenzo, che fa sesso con rabbia. (Luciano Caprara, Giornale d’Italia, 24 ottobre 2014, p. 11, Cinema) • I ristoranti le provano tutte anche assumendo «acchiappini»: giovanissimi poliglotti che per pochi euro all’ora spiegano ai fedeli passanti i piatti del «Menu del Pellegrino», pensato proprio per loro. (Valentina Lupia, Repubblica, 11 dicembre 2015, Roma, p. II) • Il fenomeno lo raccontano i numeri: 2.000 esercizi pubblici in Centro, 600 acchiappini. Possiamo scegliere anche altre due cifre: 5 euro, quanto vengono pagati in alcuni casi per un’ora di lavoro, 3.000 lo stipendio di «un bravo acchiappino». Chiariamoci intanto sui termini: non vanno fieri del nome che gli viene dato. «Preferisco che mi definisca cameriere che fa accoglienza», diceva ieri Marco in uno dei vicoli tra piazza Navona e il Pantheon mentre fermava turisti per farli entrare nel ristorante. (Laura Bogliolo, Messaggero, 13 marzo 2017, p. 33, Cronaca di Roma).
- Nuovo significato del già esistente s. m. acchiappino, variante del gioco infantile acchiapparella.