ABULIA (da ἀ privativo e βουλή, in greco ἀβουλία significava non "mancanza di volontà", ma "sconsigliatezza"; fr. aboulie; sp. abulia; ted. Abulie; ingl. lack of will)
La debolezza della volontà, che può giungere fino alla mancanza completa, nasce con meccanismi del tutto diversi a seconda delle diverse malattie in cui si presenta. L'abulia dei nevrastenici dipende dal fatto che ogni azione riesce penosa e anche l'idea dell'azione suscita un vivo senso di ripugnanza e d'incapacità. Nei melancolici l'abulia nasce da un'invincibile perplessità: dato il profondo pessimismo cui essi sono in preda, ogni idea d'azione suscita considerazioni dolorose e la visione di danni inevitabili, sicché non è più possibile una decisione. Nei catatonici la volontà non è inceppata da una lotta interna d'idee o di sentimenti, ma da un antagonismo di impulsi contrarî, svincolato da ogni motivazione logica. Nella catalessia è annientato il potere d'iniziativa spontanea: gli ammalati sono inerti, immobili e del tutto passivi di fronte alla volontà altrui; spesso sono anche in uno stato di completa insensibilità affettiva, e l'abulia è conseguenza dell'apatia. In certe malattie organiche che intossicano o anemizzano il cervello, nei tumori cerebrali, nell'uremia cronica, nel mixedema, nello stupore amenziale, il meccanismo della volontà soffre dell'attutimento generale di tutti i processi nervosi e psichici.