ar-RIFĀ‛I, Abū'l-‛abbās Aḥmad ibn ‛Alī ibn Aḥmad
Giurista di scuola shāfi‛ita, ma soprattutto mistico famoso, considerato in Egitto come uno dei quattro quṭb (poli) o massimi santi dell'islamismo. Nacque ad Umm ‛Abīdah, nella zona paludosa dell'‛Irāq centrale, sembra nel 512 eg. (1118-1119), da famiglia oriunda del Maghreb o della Spagna, che alcuni sostengono sceriffa del ramo ḥusainide. Visse sempre nel villaggio nativo, dove morì nel 578 eg. (1182); ch'egli sia stato nipote e discepolo del celebre santo ‛Abd al-Qādir al-Gīlānī sembra errore di scrittori europei. Intorno a lui si raggrupparono numerosi seguaci, soprattutto del popolino, e così sorse la confraternita dei Rifā‛iyyah, la seconda in ordine di tempo nell'islamismo, i cui adepti già nella generazione successiva a quella del fondatore si davano anche a pratiche stravaganti, quali il divorar serpenti vivi, il saltellare su carboni accesi, l'entrare in forni riscaldati.
Nella letteratura europea di viaggi del secolo scorso, sono designati col nome di "derviches hurleurs", le cerimonie spettacolose e barbare del loro ahikr (v.) il venerdì furono descritte da M. d'Ohsson, Tableau général de l'empire othoman, IV, Parigi 1788-91, pp. 641-646 dell'ed. in-8° (nell'ed. in-4° anche tavv. 128-131) e da Teofilo Gautier (Constantinople, pp. 149-155 della ristampa del 1891). La confraternita, che usa turbanti e stendardi neri o azzurro cupo, esiste nellnlrāq (ove la sede centrale è ad al-Baṣrah), in Siria e in Egitto; in Turchia fu soppressa con la legge del 2 settembre 1925 che vietò tutte le confraternite musulmane. I Rifā‛iyyah ebbero anche qualche importanza politica quando, nel 1879, il loro adepto siriano Abū 'l-Hudà aṣ-Ṣayyādī fu rivestito d,'alte funzioni alla corte del sultano turco ‛Abd ul-Ḥamīd II; allora, circa nel 1885, penetrarono anche nella Cirenaica e nella Tripolitania; ma, caduto ‛Abd ul-Ḥamīd II (1909) e morto Abū 'l-Hudà (1910), gli adepti nella Tripolitania scemarono tanto, dopo il 1903, che finirono col fondersi nelle cerimonie con gli ‛Īsāwiyyah, dalle pratiche analoghe nel dhikr. Permangono adepti a Bengasi e Derna, se ne trovano anche, ma non indigeni, in località costiere della Somalia italiana. In Egitto gli affiliati servono talvolta per scoprire e catturare serpenti nelle abitazioni.