at-ṬABARĪ, Abū Gia‛far Muḥammad ibn Giarīr
Scrittore arabo musulmano, nato ad Āmul nel Ṭabaristān nel 224 o 225 eg.-839 d. C., morto a Baghdād nel 923. Si occupò di diritto (e fondò anzi una propria scuola o sistema giuridico, sostanzialmente affine allo shāfi‛ita, e caduto in disuso verso la metà del secolo V ègira), di raccolta e studio di tradizioni canoniche, di esegesi coranica, di storia.
Delle sue numerose opere sono giunte sino a noi piccole porzioni del libro sulle discrepanze d'opinione fra i varî giuristi, il vastissimo Commento (Tafsīr) al Corano (edito due volte, Cairo 1321 eg. e, meglio, Būlāq 1323-1330 eg., voll. 30), e la grande cronaca universale (Kitāb akhbār ar-rusul wa l-mulūk, "Libro delle notizie sui profeti e sui re"), abbracciante la protostoria del genere umano quale credevano conoscere i Musulmani; l'epoca dei Persiani Sasanidi, e quella islamica, divisa questa per anni sino al 302 eg.-915 d. C. Ambedue queste opere sono preziose per la quantità e qualità dei materiali più antichi da aṭ-Ṭ. raccolti e spesso giustapposti, con indicazione della fonte, che permettono la ricostruzione nell'un caso di buona parte della esegesi coranica più antica, nell'altro di preziose reliquie della storiografia musulmana dei primi secoli, e addirittura di storiografia e tradizione epica premusulmana (come è per la Persia sasanidica). L'opera storica di aṭ-Ṭabarī fu tradotta, rimaneggiata e continuata da varî autori in arabo e in persiano, e servì poi di base alla storia universale di Ibn al-Athīr (secoli XII-XIII d. C.) che la compendiò, integrò e continuò sino al 1225. La sua pubblicazione, a cura di orientalisti europei (M. J. de Goeje, I. Guidi e altri, Leida 1879-1901, voll. 15), aprì una nuova fase nella conoscenza dei primi tre secoli di storia dell'Oriente islamico.