Abū Ghōsh
Nome dato nel sec. 19° all'antico Qaryat al-῾Anab (centro della Palestina) che i crociati avevano identificato con il villaggio di Emmaus citato nella Vulgata (Lc. 24, 13). Con la sua sorgente di acqua fresca, il paese, situato a km. 15 a S-O di Gerusalemme, sulla strada di Giaffa, rappresentava un punto di sosta per i viaggiatori. Un distaccamento della X legione romana fortificò la sorgente nel sec. 1° dopo Cristo.
Nel periodo abbaside (metà del sec. 9°) alla cisterna romana fu aggiunto un caravanserraglio; nel 1099, dirigendosi verso Gerusalemme e Betlemme, i crociati occuparono il luogo, mentre nel 1140 ca. i Cavalieri Ospitalieri presero possesso del villaggio, noto a quell'epoca come Castellum Emmaus o Fontenoid. Dopo che i cristiani persero A., nel 1244, l'identificazione con la biblica Emmaus passò gradualmente al villaggio di Qubayba, sulla strada di Nabī Samwīl. I cristiani latini tornarono ad A. soltanto nel 14° secolo.
Tra il 1140 e il 1150 i Cavalieri Ospitalieri costruirono sulle fondamenta del fortilizio romano, direttamente sopra la sorgente, una chiesa romanica, il cui perimetro è formato da mura di enorme spessore che racchiudono una navata terminante in una triplice abside sul lato orientale; le due navate laterali presentano quattro campate ciascuna. Sulle arcate a sesto acuto che separano la navata centrale da quelle laterali si impostano volte a crociera costolonate; nella navata centrale gli archi trasversali sono sostenuti da mensole modanate a gola dritta collegate alla cornice marcapiano che delinea la base del cleristorio. Oggi l'accesso è consentito solo da una porta nella seconda campata del lato nord, mentre scale interne, all'estremità occidentale, portano alla cripta all'interno della quale si trova la sorgente. La chiesa e la cripta erano interamente decorate nelle tre absidi, sulle pareti laterali e sui pilastri quadrati con affreschi che l'umidità della sorgente ha irreparabilmente danneggiato. Sono per lo meno due gli artisti che in eccellente stile comneno-bizantino dipinsero scene con l'Anastasis nell'abside centrale e con la Deesis e tre patriarchi nelle absidi di sinistra e di destra. Sulle pareti laterali sono ancora conservate la Koimesis e la Crocifissione. L'insieme degli affreschi si può datare al settimo decennio del 12° secolo. Il fatto che la scelta e la disposizione delle scene di tradizione 'franca' e che le iscrizioni latine si combinino con stile e iconografia bizantini dimostra chiaramente che si tratta di un progetto crociato.
Nel 1873 il marchese de Vogüé ottenne dai Turchi di poter entrare in possesso dell'edificio per conto del governo francese. Nel 1907 la chiesa, nuovamente restaurata, è stata riconsacrata; a quell'epoca il conte di Piellat eseguì ventiquattro acquarelli dagli affreschi che, oggi conservati nel monastero di A., costituiscono la base degli studi su questi dipinti.
Bibliografia
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