Abramo (nel testo dantesco Abraàm, e perciò nella forma del latino Abraham)
È tra le anime che Cristo ha liberato dal Limbo (If IV 58), ricordato come patriarca " per eccellenza " (Torraca). Secondo una congettura il nome A. del v. 58 andrebbe collegato col precedente, leggendo così: e l'obediente / Abraam: cfr. Barbi, Problemi I 204; Petrocchi, ad l.; Mazzoni, in " Studi d. " XLII (1965) 114-115. Probabilmente D. ricordava che tra i nomi biblici del Limbo era " seno di Abramo " (vedi anche LIMBO per le fonti apocrife ed ecclesiastiche conosciute da D. e per i nomi dei liberati: Adamo ed Eva, Abele, A., i profeti, ecc.) e aveva presente la grande importanza che il Vangelo (Luc. 13, 28; 16, 22-30) assegna ad A., che nella beatitudine eterna accoglie coloro che, sia giudei che gentili, hanno praticata la giustizia. È infine da chiedersi se D. conoscesse, tra gli apocrifi cristiani, il cosiddetto Testamento di A. ovvero l'Apocalisse di A., che del resto non gli avrebbero offerto elementi necessari alla Commedia. Secondo il Quaglio (2a edizione del Convivio Busnelli-Vandelli, I 478) si potrebbe leggere Abram in luogo di Adam in Cv II V 2.