ECCHELLENSE, Abramo
Forma, dall'autore stesso italianizzata, dell'arabo Ibrāhīm ibn Ibrāhīm ibn Dāwūd al-Ḥāqilī. Dotto maronita nato in anno ignoto a Ḥăqil, piccolo villaggio libanese nel distretto di Giubeil (antica Byblos), e morto a Roma il 15 luglio 1664. Fece i suoi studî nel collegio dei maroniti a Roma; si addottorò in teologia e filosofia; fu professore a Roma stessa di araho e siriaco; dimorò alcuni anni (circa 1630-1642 e 1645-1653) a Parigi, chiamatovi dal re di Francia per collaborare alla parte araba e siriaca della famosa Bibbia poliglotta, stampata negli anni 1628-1645 sotto la direzione di Michele Le Jay. Compose in siriaco una grammatica siriaca (Roma 1628) e in latino parecchie opere importanti, alcune delle quali sono traduzioni dal siriaco e dall'arabo (fra queste i cosiddetti Canoni arabi del Concilio di Nicea, da lui pubblicati nel 1645 e poi ristampati in tutte le collezioni dei concilî), altre sono eruditi lavori originali di carattere storico oppure di confutazione di deduzioni anticattoliche che i protestanti Selden e Hottinger avevano tratte da inesatte interpretazioni di testi arabi.
Bibl.: Jourdain, in Biographie Universelle del Michaud, 2ª ed. XII, Parigi 1855, pp. 215-16; Yūsuf ad-Dibs, Ta'rīkh Sūriyyā, IV, Beirut 1903, pp. 339-341.