ABRĀHĀM ben DĀVID HA-LĒVĪ (Abrāhām ibn Dāwūd)
Storico e filosofo ebreo, nato a Toledo verso il 1110, morto verso il 1180. Scrisse nel 1160-61, in ebraico, il suo Sēder ha-Qabbālāh (Ordine della tradizione), storia del giudaismo e dei suoi dottori, tendente a dimostrare la continuità della tradizione rabbinica, in contrapposto alle idee dei Caraiti. L'opera ha scarso valore critico (importanza storica ha l'ultima parte, sugli ebrei spagnoli), ma è stata per secoli la base della storiografia giudaica. Nessun valore storico hanno le due appendici Zikrōn Dibrē Rōmē (Ricordo dei fatti di Roma) e Dibrē malkē Isrā'ēl be-bayt shēnī (Storia dei re d'Israele nel secondo Tempio). Notevole è invece l'importanza dell'opera filosofica di A. b. D., scritta nel 1161 in arabo, al-‛Aqīdah ar-rafī‛ah (La credenza elevata). Egli si costruisce un suo sistema nel quale sono armonizzati il pensiero religioso del giudaismo e il pensiero filosofico di Aristotele. Può essere considerato il precursore di Maimonide, che con più alto ingegno seguirà poi la via da lui aperta. Solo da citazioni sono conosciute due opere minori di A. b. D.: uno scritto sul calendario giudaico, e una confutazione del caraita Abū'l-Faraǵ.
Ed. princ. del Sēd. ha-Qabb. con le appendici: Mantova 1513; ed. crit. del solo Sēd. ha-Qabb. in Neubauer, Mediaev. Jew. Chron., Oxford 1887, I, pp. 47-82; per altre edizioni e per le traduzioni lat. e ted. v. Steinschneider, Geschichtsliter. der miden, Francoforte s. M. 1905, pp. 47-48. L'originale della ‛Aqīdah è perduto; trad. ebr. di Shem. Motot, ms. Mantova 81, trad. ebr. di Shelōmōh b. Labi, ed. Weil con trad. ted., Francoforte s. M. 1852.
Bibl.: Guttmann, Die Religionsphil. des A. i. D., Gottinga 1879; Elbogen, A. i. D. als Geschichtsschreiber, in Guttmann-Festschr., Lipsia 1915, pp. 186-205; Husik, History of Mediaeval Jewish Philosophy, New York 1916, pp. 197-235; Steinschneider, Hebr. Übers., pp. 368-372.