ÅBO [pron. óbu]; (A. T., 68)
Nome svedese di una città della Finlandia, ora ufficialmente chiamata Turku (v.).
Trattato di åbo. - Nell'estate del 1741, la Svezia, appoggiata dalla Francia, dichiarò guerra alla Russia. Le operazioni cominciarono il 22 agosto, con una vittoria delle armi russe che, presso Villmandstrand, accerchiarono un reparto svedese comandato dal generale Wrangel. La Svezia, allora, si rivolse al popolo russo, con un manifesto in cui dichiarava di non combattere contro di esso, ma contro il suo sovrano straniero, e di mirare a ristabilire i diritti dei discendenti di Pietro il Grande. Quest'atto era a conoscenza della moglie del principe ereditario, Elisabetta Petrovna. Il 21 novembre avvenne in Russia un mutamento sul trono. La nuova sovrana, Elisabetta Petrovna, era partigiana della Francia, e la guerra perdette ogni senso. Perciò, il barone Cederkrejc per la Svezia e il generale Rumjancev per la Russia, furono incaricati nel 1742 d'iniziare le trattative di pace. Tuttavia, l'avanzata delle truppe russe continuava. Nell'autunno 1742, fu occupata la capitale della Finlandia, Åbo, oggi Turku. Ma qui, nel gennaio 1743, si adunò il congresso per la pace. Il 23 giugno 1743, il re, il senato e gli stati della Svezia, dietro richiesta della Russia, scelsero come successore della corona il principe Adolfo Federico di Holstein e accettarono le condizioni di pace loro imposte. La Svezia lasciava alla Russia, in possesso perpetuo, la provincia di Kjumenegor (Finlandia), con le fortezze di Fredrikshamn e Villmandstrand, le terre bagnate dal fiume Kymi e una parte della provincia di Savalak con la fortezza di Nejšlot.