abisso
Il termine deriva dal latino biblico, di cui conserva il valore di " voragine d'acque ", " profondità smisurata ", " centro della terra ", in Rime C 55 Versan le vene le fummifere acque / per li vapor che la terra ha nel ventre, / che d'abisso li tira suso in alto, e in Cv III XV 16 disse Salomone... "Quando Iddio apparecchiava li cieli... quando con certa legge e con certo giro vallava li abissi... con lui e io era... " (cfr. Prov. 8, 27-30 " Quando praeparabat caelos aderam, quando certa lege et gyro vallabat abyssos ").
In senso metaforico l'espressione è usata a indicare l'Inferno, la valle d'abisso dolorosa (If IV 8), immaginato come un baratro nel centro della terra. Con tale valore si trova anche in If IV 24 mi fé intrare / nel primo cerchio che l'abisso cigne, XI 5 l'orribile soperchio / del puzzo che 'l profondo abisso gitta, in cui è evidente l'influenza virgiliana (" fauces grave olentis Averni ", Aen. VI 201, e " pestiferas... fauces ", VII 570), XXXIV 100 Prima ch'io de l'abisso mi divella, e in Pg I 46 Son le leggi d'abisso così rotte?
Con senso chiaramente traslato, ricalcando ancora un motivo biblico (cfr. Ps. 35,7) D. usa il termine a. quando accenna all'imperscrutabilità dei giudizi e delle eterne deliberazioni divine, misteri per la nostra ragione: cfr. Pg VI 121, Pd VII 94 e XXI 94.