Villemain, Abel-François
Storico letterario francese (Parigi 1790-1870), professore di storia e letteratura in Sorbona (1816-1830). Liberale in politica, nemico in letteratura della pedanteria e dei dogmatismi di critici come il La Harpe, il V., benché fosse contrario agli ‛ eccessi ' del Romanticismo, svolse, nelle sue lezioni, il programma romantico della Staël e degli Schlegel di ricercare nella poesia il riflesso dei singoli periodi della storia della civiltà.
Nelle lezioni sulle letterature del Medioevo, tenute negli anni 1828-1830, egli cercò di esporre lo sviluppo simultaneo di quelle letterature che, uscite dalla stessa fonte, non avevano mai cessato di comunicare: le due francesi del sud e del nord, l'italiana, la spagnola, l'inglese formavano le parti del grande quadro di fondo, sul quale si stagliava la figura di D. come il più illustre rappresentante della letteratura dell'Europa cristiana e medievale.
A D. il V. dedicò solo tre lezioni, e tuttavia, in quel breve spazio, ispirandosi alle pagine del Tiraboschi, del Sismondi e del Ginguené, riuscì a creare, del poeta italiano, un'immagine viva e commovente, nella quale era dato rilievo contemporaneamente alla storia dolorosa individuale e alla storia movimentata del secolo, all'ispirazione malinconica, appassionata e ardente e alla cultura poetica e ai legami che univano D. ai trovatori di Provenza e agli altri poeti d'Italia.
Le lezioni del V., tenute con abbondanza di effetti oratori, ebbero grande successo e furono seguite da un'élite di uomini colti e di giovani studenti entusiasti, e di esse scrisse il Sainte-Beuve che furono " comme un nuage électrique et coloré qui passait sur les têtes de la jeunesse ". Più tiepidi i giudizi di altri ascoltatori; addirittura negativo quello del Montalambert.
Gli appunti delle lezioni, presi da stenografi, vennero più tardi raccolti dallo stesso V. e furono pubblicati nel 1838 (1840²) sotto il titolo generale di Cours de littérature française e, per il primo tomo, di Tableau de la littérature au moyen age, en France, en Italie, en Espagne et en Angleterre. Una traduzione italiana, con il titolo D. e le origini della lingua e della letteratura italiana, a c. di G. Ardizzone, uscì a Palermo nel 1856. Nonostante un'eccessiva pomposità dell'eloquio e una non sempre buona informazione (e anche, a quanto pare, una non sempre attenta revisione degli appunti delle lezioni), le pagine del V. ebbero nell'Ottocento un successo straordinario e furono assai più note di quelle dell'Ampère e del Fauriel.
Bibl. - V. alla voce FRANCIA (particolarmente i contributi di A. Counson, G. Maugain, P. Hazard, R. Wellek, W.P. Friederich, A. Vallone); e inoltre: C.A. De Sainte-Beuve, Portraits contemporains, II, Parigi 1836; G. Vauthier, V. 1790-1870, ibid. 1913; E.G. Atkins, V. and French Classicism, in Studies by Members of the Department of Romance Languages, Madison, Wisconsin, 1924, 126-151.