‛ABD an-NĀSIR, Giamāl Husain
La secessione della Siria dalla Repubblica araba unita (settembre 1961) amareggiò N., che sembrò accantonare le speranze di un'unità araba: le iniziative ba‛thiste di una nuova unione fra ‛Irāq, Siria ed Egitto, avanzate nel marzo-aprile 1963, furono da lui accolte freddamente. Ciò non significò un rallentamento nell'attività politica in campo arabo e internazionale, nella quale N. volle conservare l'iniziativa pur fra polemiche e attriti: l'intervento nel Yemen in appoggio dei repubblicani ne fu una delle più vistose manifestazioni. Contemporaneamente andava perfezionando all'interno l'opera di costruzione dello stato: l'Unione Nazionale, il partito unico, tenne il suo primo congresso nel giugno-luglio 1960, e in tale occasione egli indicò come meta, da raggiungere entro 10 anni, il raddoppiamento del reddito nazionale e l'attuazione della giustizia sociale; nel luglio 1961 nuove leggi iniziarono l'applicazione del socialismo. I principi ideologici e i programmi d'azione, nei quali giungeva a compimento la precedente esperienza, furono poi da N. condensati in un "Progetto di Carta d'azione nazionale", che nel marzo 1962 sottopose a un "Congresso nazionale delle forze popolari" riunito al Cairo. Dal Congresso nacque una nuova organizzazione politica, la ("Unione socialista araba", definita "il quadro politico generale del lavoro di massa delle forze popolari", incarnazione del "potere del popolo, che è al di sopra di ogni potere e lo orienta in tutti i campi e a tutti i livelli". Anche nel settore economico fu dato impulso a varie iniziative, e nel 1964 cominciarono i lavori effettivi per la costruzione dell'alta diga di Aswān. Ma nel 1967 la tensione crescente fra Siria e Israele spinse N. a un gesto avventato: la richiesta del ritiro delle Forze dell'ONU dal Sinai e il blocco degli stretti di Tīrān. La "guerra dei sei giorni" costò all'Egitto la perdita del Sinai e il blocco del Canale di Suez, oltre a dolorose perdite in uomini e mezzi; N. propose le sue dimissioni, ma esse furono respinte dal popolo. Ottenute nuove armi dall'Unione Sovietica, iniziò lungo il Canale una guerra di logoramento, ma ormai era stanco e malato; fu poi rivelato che i suoi viaggi in URSS avevano anche lo scopo di cure mediche. Non cessò per questo la sua attività nello sforzo di assicurare almeno un minimo di cooperazione araba, ma senza troppa convinzione: nel luglio 1970 sorprese tutti con l'improvvisa accettazione della proposta avanzata dal segretario di Stato statunitense W. Rogers per una tregua che consentisse l'avvio di trattative. Poco dopo, mentre era impegnato in un tentativo di mediazione fra le organizzazioni della resistenza palestinese e la Giordania, il 28 settembre 1970 improvvisamente morì. La notizia fu accolta con estremo cordoglio in tutto il mondo arabo, dove la sua figura aveva raggiunto un valore emblematico; tuttavia, con il passare del tempo la sua azione fu sottoposta, nello stesso Egitto, a un'opera di revisione e ridimensionamento.
Bibl.: G. Vaucher, Gamal Abdel Naser et son équipe, 2 voll., Parigi 1959-1960; P. Mansfield, Nasser, Toronto-Londra-Sidney-Wellington, 1969; J. Daumal-M. Leroy, Nasser, Milano 1970; R. Stephens, Nasser, Aylesbury 1971.