ABCHAZI
. Popolo caucasico (circa 84.000 anime), di cui gli ultimi discendenti vivono sulla sponda orientale del Mar Nero, fra il fiume Oshari e Gagri. Alcune tribù emigrarono in Turchia negli anni 1864-1866.
Gli usi degli Abchazi sono molto simili a quei degli Ubych e dei Circassi, tanto per la posizione più elevata della donna, quanto per l'atalyk, cioè l'uso di far educare i figli nelle famiglie amiche per far nascere una specie di parentela fra i genitori e i figli adottivi, spesso più salda della parentela del sangue.
Lingua. - L'Abchazo, insieme con l'Ubych e il Circasso, costituisce uno dei tre sottogruppi in cui può essere diviso il gruppo linguistico caucasico (v. caucasia, lingue). È distinto in parecchi dialetti, di cui uno solo, quello di Bzyb, ci è noto, principalmente per uno studio di von Uslar (Abchazskijazyk, Tiflis 1887; sulla precedente edizione litografata scrisse il suo Bericht nel 1863 A. Schiefner: v. bibl. qui sotto).
È una lingua logorata, con radici verbali monosillabiche, spesso ridotte ad una sola consonante, come f mangiare, š cuocere. L'Abchazo non ha pronomi possessivi indipendenti, ma solo prefissi (s-ab mio padre, h-ab nostro padre, j-ab di lui padre, l-ab di lei padre, ecc.); non ha nemmeno pronomi indipendenti interrogativi o relativi. Per le relazioni locali si serve di posposizioni, ma può anche usare il nome in forma assoluta come avviene in altri linguaggi molto arcaici; per es. "bosco io orso io-vidi" ("nel bosco io vidi un orso"). L'espressione verbale accentra in sé una grande quantità di elementi che in altre lingue sogliono essere autonomi.
Il nome antico del popolo è Abaschi, il nome indigeno è Aphss. Fra tutte le lingue del Caucaso l'Abchazo, l'Ubych e il Circasso sono per la loro struttura le più affini al Basco.
Bibl.: G. Rosen, Über das Mingrelische, Suanische und Abschanische, Lemgo e Detmold 1846; A. Schiefner, Ausfürlicher Bericht über des Generals Baron Peter von Uslar Abchazische Studien, Pietroburgo 1863; Peter von Uslar, Abchaszkij jazyk, Tiflis 1887; A. Dirr, Einführung in das studium der kaukanischen Sprachen, Lipsia 1928, p. 38-56.